Inseriti nella classifica dei 100mila migliori al mondo, su oltre 8 milioni e mezzo di ricercatori. Si distinguono per autorevolezza scientifica a testimonianza della qualità del lavoro di ricerca svolto in ateneo
Anche quest’anno i ricercatori dell’Università di Catania si confermano tra i migliori al mondo.
A stabilirlo è la World’s 2% Top Scientist, la classifica mondiale delle scienziate e degli scienziati con un più elevato impatto nella comunità scientifica con le loro ricerche, elaborata dalla Stanford University in collaborazione con Elsevier e con il database per la ricerca scientifica mondiale Scopus.
Sono sempre di più, quindi, i docenti con ultima affiliazione Università di Catania che sono stati inseriti nella classifica dei 100mila migliori al mondo individuati tra oltre 8 milioni e mezzo di ricercatori provenienti da università e centri di ricerca che si distinguono a livello mondiale per autorevolezza scientifica.
La classifica
Nel 2019, il prof. John Ioannidis della Stanford University negli Stati Uniti, insieme ad altri tre colleghi americani, ha messo a punto un complesso database di citazioni scientifiche specifico per aree scientifiche. Tale metodologia permette di individuare il primo 2% degli scienziati che si è distinto per qualità ed impatto delle pubblicazioni all’interno delle specifiche comunità scientifiche.
Il docente della Stanford University, in collaborazione con la Elsevier e il suo database per la ricerca scientifica mondiale Scopus, ha anche quest’anno elaborato i dati fornendo due distinti elenchi dei migliori ricercatori distinti per il loro l’impatto delle loro pubblicazioni durante l'intera carriera (Career-long) e l’altro relativo all’impatto all’ultimo anno, ovvero il 2023 (Single-year).
Le liste, aggiornate al 1° agosto 2024, sono state prodotte con riferimento a 22 aree scientifiche e 174 sottocategorie secondo una classificazione del profilo dell’autore ottenuta con avanzate tecniche di machine learning intese a produrre risultati normalizzati e quindi confrontabili tra le diverse aree scientifiche.
L’analisi ha prodotto una lista di più di 100 mila scienziati – per ogni lista - che rientrano nel top 2% per autorevolezza scientifica, definita secondo una metrica che gli autori, proprio a partire dal numero di pubblicazioni e di citazioni nelle relative aree disciplinari, propongono come “standard per tutti gli scienziati per produrre risultati confrontabili tra le diverse aree scientifiche”.
Per ogni ricercatore viene indicato il settore in cui è attivo il ranking corrispondente, le citazioni e il relativo h-index. L’indice composito ottenuto misura l’impatto in termini citazionali di ciascun ricercatore e di ogni singolo lavoro applicando dei fattori correttivi, legati per esempio alle autocitazioni, ai lavori a singolo autore e al relativo posizionamento e alle dinamiche bibliometriche di ciascuna area scientifica.
Attività di ricerca nei laboratori di Unict
I docenti Unict
Nella lista relativa all’intera carriera fino al 2023 sono presenti 88 docenti e ricercatori dell'Università di Catania (nel 2022 erano 78, nel 2021 erano 75, mentre 71 nel 2020 e 45 nel 2019).
Valutando, invece, solo l’impatto ottenuto nel 2023, i docenti dell'ateneo catanese sono ben 129 (erano 124 nel 2022, 121 nel 2021, 108 nel 2020 e 84 nel 2019).
I numeri, dunque, continuano ad essere in costante crescita per il quinto anno consecutivo confermando il notevole impegno dei docenti dell’Università di Catania e l’elevata qualità delle loro ricerche.
Attività di ricerca svolte dai docenti universitari “sistematicamente” misurate sulla base del numero di lavori scientifici pubblicati in riviste di eccellenza valutandone l’impatto in funzione della specifica linea di ricerca, scevri da comportamenti opportunistici quali autocitazioni e quant’altro. L’indice composito proposto dali autori dello studio introduce anche dei fattori correttivi in funzione del numero degli autori e della posizione di leadership degli stessi.
In particolar modo gli "scienziati" dell'ateneo catanese si sono distinti in numerosi campi della ricerca e, in particolar modo, della microbiologia, immunologia, biologia molecolare, chimica biomolecolare, medicina cardiovascolare, chirurgia, epidemiologia, farmacologia, neurologia, anestesiologia, ematologia, endocrinologia e metabolismo, geriatria, gastroenterologia, ortopedia, ostetricia e medicina riproduttiva, otorinolaringoiatria, odontoiatria, oncologia, ottica, medicina legale, urologia e nefrologia, medicina interna, medicina d’urgenza, tossicologia, patologia, dermatologia e malattie veneree, salute e sicurezza sul lavoro, sistemi respiratori, nutrizione e psicologia.
E ancora in quelli dell'energia, agronomia, ingegneria elettrica ed elettronica, informatica e intelligenza artificiale, polimeri, ingegneria meccanica, entomologia, scienze naturali, fisica applicata, fisica nucleare, astronomia, chimica inorganica e nucleare, pianificazione urbana, meccanica dei fluidi, scienze animali, ingegneria industriale, biologia vegetale e botanica, telecomunicazioni, matematica e zoologia.