Il penultimo appuntamento del ciclo di seminari del dottorato di ricerca in Scienze politiche è stato tenuto dalla docente Letizia Bindi, ricercatrice di lunga esperienza in Giordania
Water, Wind, Sun and Non-Human Others: Energopolitics and Climate change in south-Central Appennines è il titolo del seminario organizzato nell’ambito del ciclo di seminari Vivere altrimenti: l’ambiente oltre le tecnologie climatiche organizzato dal corso di dottorato di ricerca in Scienze politiche nell’ambito del Marie Curie Doctoral Network C-Urge sull’Antropologia dell’urgenza climatica globale.
Nel penultimo appuntamento, la protagonista dell’incontro, nei giorni scorsi, nella sala riunioni del Palazzo Pedagaggi del Dipartimento d Scienze politiche e sociali, è stata Letizia Bindi, docente dell’Università del Molise e ricercatrice di lunga esperienza in Giordania.
Ad aprire i lavori la prof.ssa Mara Benadusi, ordinaria di Antropologia del Mediterraneo al Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università di Catania, coordinatrice del ciclo di seminari.
«Il Centro di ricerca Risorse Bio-Culturali e Sviluppo Locale ha avuto un approccio multidisciplinare - ha spiegato la prof.ssa Letizia Bindi - rivolgendo il proprio impegno in primis alle aree interne del Paese. Il focus del lavoro si è concentrato sul pastoralismo come rivelatore delle contraddizioni nell’ambito della gestione ambientale da parte dell’uomo. Il ruolo svolto dalla transumanza non può essere sostituito da nessuna tecnica e strumentazione umana».
Un momento dell'intervento della prof.ssa Mara Benadusi
«La progressiva marginalizzazione delle aree in questione, votate all’allevamento caprino ha subito un’accelerazione a seguito dei numerosi sismi», ha poi evidenziato.
«La diminuzione dei pascoli e la conseguente insufficienza di latte costituiscono un grave problema per il futuro a causa della crescita di domanda», ha aggiunto.
In questo contesto l’Università di Catania è stata selezionata per fare parte del progetto Energy Commons insieme con gli atenei Molise, Teramo e Palermo nell’ambito dei Programmi di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN), finanziato con fondi Pnrr.
Un progetto rivolto al tema delle comunità energetiche come beni comuni. Il progetto si pone come obiettivo analizzare criticamente la relazione tra energie rinnovabili e comunità locali, nello specifico osservando i processi partecipativi, la gestione delle risorse e l’impatto e ricadute socio-economiche.
Dell’unità di Ricerca UniMol fanno parte i docenti Letizia Bindi (Dipartimento di Scienze Umanistiche, Sociali e della Formazione), Angelo Belliggiano (Dipartimento Agricoltura, Ambiente e Alimenti) e Lorenza Paoloni e Francesco Paolo Traisci (Dipartimento Giuridico).
Un momento dell'intervento della prof.ssa Letizia Bindi
«Il programma di ricerca ha stabilito un laboratorio permanente sulle tecniche di transumanza e pastoralismo - ha spiegato la docente - rilevando una dicotomia tra la tendenza alla costruzione del valore della tipicità del prodotto e la crescente insufficienza di latte per la sua produzione».
«La decisione di localizzare i parchi eolici nelle aree interne è stata spesso giustificata dalla “non rilevante presenza umana”, trascurando la storica tendenza alla gestione condivisa delle risorse da parte delle comunità», ha aggiunto.
«Diventate delle vere e proprie aree di conquista sono il teatro di due fenomeni in totale contraddizione: da un lato di un processo ipertrofico del patrimonio pastorale con continue evocazioni che ruotano attorno alla retorica del cibo, dall’altro si assiste alla perdita di suoli al pascolo, ormai saccheggiati», ha precisato la prof.ssa Bindi.
L’Agenda 2030 prevede degli obiettivi che sono «oggettivamente destinati ad essere disattesi» ha detto in chiusura di intervento evidenziando che «anche i vari G7 vanno nella direzione di ridurre gli obblighi e di farsi sconti, ci sono stati importanti paesi che hanno deciso di non aderire ai comportamenti virtuosi».