Una lezione aperta al pubblico dei registi per gli studenti Unict per scoprire l’arte di mettere la musica in immagini
Vedere la musica, sentire le immagini. Il videoclip musicale dalla produzione alla distribuzione è il titolo dell’incontro che si è tenuto nei giorni scorsi all’ex Cinema Experia al Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania.
Protagonisti della “lezione” – rivolta principalmente a gli studenti del nuovo curriculum in Comunicazione Artistica e Intermediale all’interno del corso triennale in Scienze e lingue per la comunicazione – sono stati i registi Zavvo Nicolosi e Giovanni Tomaselli che hanno guidato gli “allievi” in un percorso alla scoperta di tutto ciò che sta dietro al mondo dei videoclip.
Vedere la musica, sentire le immagini
I due registi, entrambi molto disponibili, hanno risposto alle curiosità degli studenti e oltre a parlare dal punto di vista tecnico del videoclip, hanno raccontato le loro personali esperienze, condividendo e mostrando i loro lavori dalle loro prime esperienze meno note a quelli più recenti e più conosciuti. Nel 2021 i due hanno collaborato anche alla realizzazione di uno Spot Unict e un video dei The Zen Circus girato presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell'Università di Catania.
All’incontro sono intervenuti Stefania Rimini, professoressa presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania, Giovanna Santaera e Alessandro Di Costa che hanno introdotto i due registi.
Ovunque da qui - Spot Unict 2021/22
Zavvo Nicolosi, originario di Paternò, si è formato in medicina e psichiatria all’Università di Catania ed è arrivato al mondo dell’audiovisivo a 25 anni circa, spinto dalla passione per il cinema. Tra il 2008 e il 2011 ha formato un collettivo artistico chiamato Ground’s Oranges con cui ancora oggi collabora per la realizzazione dei suoi progetti.
Giovanni Tomaselli è nato in Germania, ma ha vissuto ad Adrano. Studente dell’ex Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Catania è diventato poi un regista e videomaker freelance. Tra i suoi numerosi lavori, il videoclip di “9 primavere” di Ermal Meta e numerosi videoclip del duo Colapesce Dimartino insieme a Nicolosi.
Dopo la presentazione, i due registi hanno raccontato con sincerità ed entusiasmo il loro percorso artistico e le loro modalità di lavoro.
In foto da sinistra la docente Stefania Rimini, i registi Zavvo Nicolosi e Giovanni Tomaselli, e Giovanna Santaera e Alessandro Di Costa
Artigiani indie
«Ci siamo sempre mossi nell’ambito indipendente», ha affermato Nicolosi, per poi rivelare di aver rifiutato a volte delle richieste di cantanti o gruppi importanti perché non rispecchiavano lo stile o lo spirito del loro lavoro. «Cerchiamo di avere un approccio più cinematografico», ha precisato Tomaselli.
I budget dei videoclip in Italia, hanno spiegato, sono da sempre risicati e la sperimentazione dipende molto dal finanziamento ricevuto anche per produttori ‘artigiani’ come loro. Zavvo Nicolosi ha sottolineato un punto di vista più tecnico: quanto sia difficile comunque inserirsi nel mercato.
I due registi spiegano che a Catania, oggi così come anni fa, al di là della cosiddetta scena musicale catanese finita intorno a metà anni Novanta, non c’è un movimento come quello dei grandi centri come Roma, Milano o Bologna. In altre aree quindi si inizia quasi sempre dal basso con artisti poco noti e budget bassi cercando comunque di perseguire un’idea autoriale (come accaduto per il primo video dei Ground’s Oranges mostrato in aula, a prima vista ‘brutto’ ma girato nel castello di Paternò come se fosse la Transilvania).
Il video di "Appesi alla Luna" - The Zen Circus
Dopo questo momento ricco di grande ironia, Tomaselli ha approfondito le modalità di produzione dei videoclip: ogni casa discografica o artista propone o si rivolge a uno o più registi per realizzare il videoclip, affidando un budget e delle condizioni creative più o meno vincolanti. I tempi di realizzazione spesso sono molto brevi.
Succede però che le carriere di chi si occupa di videoclip siano legate a volte all’esplosione di un artista.
Ciò che è successo ai due registi con l’inizio della collaborazione con il duo musicale Colapesce e Dimartino, divenuto famoso negli ultimi anni. Per Nicolosi la cosa più complicata è stata riuscire in ogni caso a farsi una reputazione video dopo video.
All’inizio la parola del regista conta molto poco rispetto alle richieste dell’artista. «Noi siamo stati fortunati perché siamo riusciti quasi sempre a proporre le idee che volevamo», ha affermato il regista. Per Splash, per esempio, hanno avuto ‘carta bianca’ dalla Sony, casa di produzione della canzone di Colapesce e Dimartino, così come è stato anche per il precedente, Musica leggerissima (vai all'articolo sull'incontro al Dipartimento di Scienze umanistiche di presentazione del film “La primavera della mia vita”).
Un momento dell’incontro
Dare vita alle proprie idee
A proposito delle idee che guidano i loro lavori Nicolosi ha ammesso l’inesistenza di un percorso prestabilito: «la maggior parte delle idee che ho avuto sono venute all’improvviso. Sono la cosa più importante e non si insegnano e non si imparano, è una questione di predisposizione».
«Le idee possono averle chiunque, la differenza sta nel modo in cui si cerca di renderle concrete», ha aggiunto Tomaselli, secondo cui è molto importante la formazione e farsi una cultura cinematografica e a trecento sessanta gradi. I due registi hanno dato il consiglio, per chi vuol cimentarsi in questo mestiere, di impegnarsi sempre nel fare le cose nel miglior modo possibile e non perché si è costretti: «meglio un’idea bella, fatta con delle imperfezioni e con divertimento ma con il coraggio di osare».
Giovanni Tomaselli ha mostrato per fare un esempio un suo videoclip, uno di quelli di cui è più soddisfatto nonostante le poche visualizzazioni: Nuddu ca veni degli SKoM insieme a Simona Norato. Il videoclip affronta la questione dei migranti attraverso una rivisitazione dell’Odissea. Realizzarlo non è stato semplice, ma il regista ha invitato tutti gli studenti a fare sempre le cose che piacciono.
Il video di "9 primavere" di Ermal Meta
L’arte siciliana di “ammugghiare”
I videoclip di Zavvo Nicolosi e Giovanni Tomaselli mantengono un carattere siciliano, ma si lanciano nelle forme di realizzazione verso un ambiente internazionale e contenuti di forte interesse nazionale. Ma secondo Nicolosi c’è qualcosa che distingue molte le loro produzioni: l’arte siciliana d’ammugghiare ovvero, come ha spiegato ironicamente, la capacità di risolvere a proprio favore anche le avversità peggiori.
Il videoclip Sesso e Architettura, per esempio, è stato realizzato in maniera diversa rispetto ai precedenti lavori: le riprese sono avvenute in un tempo molto breve, per il poco preavviso dovuto a delle urgenze distributive.
Così è nata l’idea di usare una handy cam, una di quelle piccole videocamere portatili molto usate a livello amatoriale soprattutto negli anni Ottanta e Novanta. Il video è stato girato come una specie di filmino delle vacanze a Catania di una coppia di turisti di origini orientali che «adorano la città solo perché non ci vivono davvero», ha spiegato Nicolosi.
Un momento dell’incontro
L’avvento del digitale
Concluso questo momento, grazie alla domanda di una studentessa sul futuro del videoclip, i registi hanno discusso del cambiamento del videoclip negli anni soprattutto per la presenza sempre più forte dei social media.
«Si sta perdendo un po’ la visione cinematografica», ha risposto Tomaselli. Con l’evoluzione dei social, la comunicazione anche quella musicale, sta mutando ed è legata sempre di più alle immagini piuttosto che al testo. TikTok e Instagram, che in molti utilizziamo nella nostra quotidianità, si basano esclusivamente sulla componente visiva e sempre più sui video. Capita anche che i videoclip vengano bypassati per i cosiddetti visual, video molto più semplici, utilizzati come sfondo per le canzoni sui social.
Un cambiamento dovuto anche a quello dell’industria discografica, spiegano i registi: ormai, infatti, se in passato, quando usciva un album, si sceglievano uno o due singoli da promuovere con videoclip molto curati, oggi quasi nessuno ascolta più gli album, preferendo le playlist. Si tende, quindi, a fare uscire più singoli con più video ma di minore qualità.
A proposito di questo discorso, i due registi hanno mostrato un video ironico che in pochi giorni ha raggiunto quasi un milione di visualizzazioni realizzato per la cantante Levante, destinato proprio a Instagram e Tiktok. Con questo la cantante ha annunciato l’uscita del suo nuovo singolo giocando sulle critiche che l’artista aveva ricevuto a causa del suo cambiamento di look (il passaggio del colore dei capelli al colore biondo).
Il video di "Sesso e Architettura"
Una lezione per il futuro
Le due ore passate in compagnia di Zavvo Nicolosi e Giovanni Tomaselli sono state molto stimolanti per il pubblico presente in sala, tra cui alcuni studenti che conclusi gli studi, vorrebbero intraprendere la loro stessa carriera.
Per concludere, il consiglio che Zavvo Nicolosi ha voluto lasciare agli studenti: «Osate, anche se vi dicono che è sbagliato, tante persone vi diranno che state sbagliando. Fregatevene!».