La filologia digitale al XIII Convegno Aiucd ospitato al Monastero dei Benedettini di Catania
Le digital humanities e la filologia digitale sono state al centro del XIII Convegno dell’Associazione per l’Informatica Umanistica e la Cultura Digitale, che si è svolto nei giorni scorsi al Monastero dei Benedettini di Catania.
Le edizioni digitali nel corso degli anni hanno raggiunto una certa stabilità metodologica, consentendo tra l’altro un approccio alternativo alle fonti antiche e alla loro fruizione. Il livello di preparazione scientifica per tali edizioni è identico a quello necessario in un approccio tradizionale e si caratterizza, tra l’altro, per il rigore metodologico che implica. Caratteristica della filologia digitale è, inoltre, il lavoro di squadra più che quello del singolo ricercatore.
La prima giornata del convegno ha visto l’esposizione di poster in cui sono stati presentati vari progetti legati alle digital humanities.
Mossa dall’interesse, nel tentativo di comprendere meglio idee e obiettivi, ho posto delle domande ai curatori di alcuni dei tanti lavori di ricerca, tra i quali si segnalano: Marcare la poesia del Novecento: uno studio per ossi di seppia di Chiara Cauzzi, Martina Corti, Anna Guadagnoli, Maria Grazia Schiaroli, in cui si è cercato di «riadattare l’esistente alle esigenze attuali»; Un corpus online della letteratura secondaria (1872-1890) del Verismo italiano – curato da Denise Bruno, Giuseppe Canzoneri, Antonio Di Silvestro, Daria Spampinato, Alessandro Zammataro – che «si occupa di indicizzare e digitalizzare un corpus di riviste e di lavorare a un lemmario»; Verso l’Hyperedizione. Lo sviluppo di Pirandello Nazionale tra didattica e ricerca – a cura di Milena Giuffrida, Christian D’Agata, Giulia Cacciatore, Fabrizio Lo Presti – che «presenta un portale reader-oriented che cerca di costruire non soltanto un’opera digitalizzata, ma un’opera interrogabile».
Un momento dell'incontro
Riguardo al progetto sulla letteratura secondaria del Verismo, Denise Bruno ha sottolineato come «l’idea nasca da un interrogativo, ossia: “Come possiamo guardare il Verismo da una prospettiva diversa?”. Per cui si è pensato di indagare la letteratura secondaria per capire anche quanto essa si ripercuota in quella primaria».
Per quanto concerne il lavoro su Pirandello, Fabrizio Lo Presti ha messo in evidenza come «il portale possa permettere anche uno sviluppo didattico, sia nelle classi scolastiche sia attraverso la consultazione di materiali multimediali quali video e audiolibri, nonché di costruire percorsi attraverso la lettura a più livelli dei testi. Il portale si pone, inoltre, come uno strumento ermeneutico per un’analisi dei testi che vada oltre la semplice lettura e l’interpretazione classica».
La giornata conclusiva del convegno è stata incentrata sulla filologia digitale, disciplina che ha puntato molto sui metodi e sulle tecniche, ricostruendo però il testo attraverso i meccanismi della filologia tradizionale.
Gli organizzatori e relatori dell'incontro
Interessanti, a tal proposito, sono stati i progetti di ricerca presentati, tra cui: Approcci integrati per la filologia digitale: l’esempio dantesco tra testo e paratesti, esposto da Andrea Mazzucchi con la collaborazione di Vittorio Celotto; Progetto Corr<si>Ca: edizione digitale della Corrispondenza Canioni, a cura di Anna Giaufret, Beatrice Dal Bo, Elena Margherita Vercelli, Laura Bonanno; Progetto di edizione genetica digitale del Canzoniere manoscritto di U. Saba (1919-1920), a cura di Roberto Rosselli del Turco, Marina Buzzoni, Cristina Fenu, Giulia Tancredi, Davide Cucurnia; Voci dall’inferno: Dante per dire il Lager - Digitalizzare e studiare le testimonianze, a cura di Angelo Maio Del Grosso, Elvira Mercatanti, Marina Riccucci; Verismo digitale. Per un’edizione digitale commentata delle opere di Verga, Capuana, De Roberto, di cui si sono occupati Liborio Barbarino, Elisa Conti, Christian D’Agata, Myriam Grasso, Ninna Maria Lucia Martines, Eliana Vitale e che mira all’elaborazione di una hyperedizione commentata delle opere dei veristi maggiori; Paves-e: Per una Hyperedizione dell’opera di Cesare Pavese, a cura di Christian D’Agata, Angelo Mario Del Grosso, Laura Nay, Giuseppe Palazzolo, Antonio Sichera, Daria Spampinato.
Partendo dall’idea di testo come organismo vivo, nato da un processo di meditazione, quest’ultimo progetto punta a mettere in relazione le varie opere di Cesare Pavese.
Inoltre, nel corso della sessione Edizioni e archivi digitali, moderata da Enrica Salvatori, si è potuto constatare ulteriormente, tramite i vari interventi, come l’apporto delle digital humanities sia considerevole anche per le fonti storiche.
Il ruolo svolto dal digitale nelle discipline umanistiche è di notevole rilevanza, in particolar modo nella critica testuale. La filologia, con le sue metodologie, mira alla ricostruzione dei testi attraverso uno scavo profondo alla ricerca di manoscritti, fonti, varianti.
Il digitale, oggi, non si può che considerare parte integrante di questa disciplina.