Unict a Ragusa, la ‘voce’ degli studenti e del personale

La studentessa Giuliana Previtera: “Ibla è per noi un campus a cielo aperto”. La dipendente Daniela Martorana: «Lavorare nel polo ibleo non rappresenta più una difficoltà insormontabile»

Mariano Campo (foto di Alfio Russo)

«Sono originaria della provincia di Catania e cinque anni fa, forse anche sull’onda dell’appeal creatosi per le serie tv del Commissario Montalbano, ho scelto consapevolmente di trasferirmi a Ragusa per iniziare il mio percorso universitario, Oggi, alle soglie del completamento del mio percorso magistrale, posso ritenermi soddisfatta di essere riuscita a coniugare lo studio con le opportunità lavorative che il contesto turistico di questa splendida città barocca mi ha offerto».

Giuliana Previtera, rappresentante degli studenti e delle studentesse del corso di laurea magistrale in Scienze linguistiche per l’Intercultura e la Formazione, ha avuto questa mattina l’occasione di farsi portavoce dell’intera comunità degli iscritti ai corsi di studio della Struttura didattica iblea, salendo sul podio nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico che si è svolta nell’auditorium San Vincenzo Ferreri.

«Ragusa è per noi un vero e proprio “campus a cielo aperto” – ha detto, rivolgendo in particolare alle matricole dei nuovi corsi -. Questa città ci consente di applicare quotidianamente le conoscenze acquisite durante i nostri anni di studio, arricchendo il nostro bagaglio di competenze attraverso esperienze formative reali. Tra le attività organizzate emergono infatti seminari, giornate di orientamento, eventi culturali, cineforum e laboratori dedicati all’inserimento nel mondo del lavoro, ed è da poco stato attivato anche uno ‘sportello d’ascolto’ grazie all’iniziativa di professionisti volontari».

Per quanto riguarda i disagi ancora da risolvere, Giuliana confida nella collaborazione tra ateneo e istituzioni locali, che più volte hanno dimostrato di voler accogliere le esigenze dei giovani universitari: «Ci auguriamo che da questa collaborazione possa scaturire una comunità sempre più inclusiva e dinamica, facendo sì che non si parli più solamente di “sede decentrata” ma che tutti noi possiamo avere gli stessi servizi (alloggi, carta dello studente, mobilità) di cui godono i colleghi di Catania. Non tutte le difficoltà sono state risolte, ma in vari casi abbiamo avviato il problema a soluzione, per esempio nell’ambito dei trasporti».

La studentessa Giuliana Privitera

La studentessa Giuliana Privitera

E anche per la rappresentante del personale tecnico-amministrativo Daniela Martorana, «lavorare nel polo ibleo non rappresenta più una difficoltà insormontabile». «Quando ho iniziato, diversi anni fa, ritrovarsi in una sede decentrata significava sostanzialmente essere soli, sperimentare soluzioni creative a problemi gestionali contingenti e laddove non fosse possibile, andare a Catania e sperare che il collega degli uffici centrali potesse dedicarti del tempo. Era l'era della carta, della firma autografa, delle tonnellate di pratiche, statini, ruolini, fogli di firma, registri di lezioni, registri d’esame, certificazioni, che viaggiavano sulla superstrada».

«Oggi lavoriamo da remoto – specifica Martorana -, inviamo documenti a firma digitale con un semplice click, espletiamo procedure di concorso online, incontriamo i colleghi in videocall. Guardare la struttura cambiare assetto e crescere è certamente più rassicurante rispetto agli anni scorsi. Accogliere e integrare contemporaneamente due nuovi corsi di laurea, operazione che in altri tempi avrebbe messo in crisi anche i più temerari, diviene invece occasione di arricchimento e crescita. La salutiamo perciò con entusiasmo, impegnandoci a profondere tutto il nostro impegno».

La dipendente Daniela Martorana

La dipendente Daniela Martorana