Un viaggio musicale regalato al pubblico catanese spaziando tra due epoche storiche con il violoncello di Andrei Ioniţă: tra virtuosismo e passione
Il giovane violoncellista rumeno Andrei Ioniţă, considerato uno dei musicisti virtuosi più acclamati e talentuosi del panorama internazionale, ha entusiasmato il pubblico in occasione del concerto nella suggestiva cornice del Teatro Sangiorgi di Catania nell'ambito del programma della 48.ma stagione concertistica dell’Associazione Musicale Etnea.
Ben tre sono gli autori capisaldi presenti nel programma ricco e suggestivo, allo scopo di racchiudere e mettere a confronto due grandi epoche musicali, offrendo al pubblico ampia varietà di stili e sonorità.
Si dà inizio con l’esecuzione di due massimi capolavori del repertorio violoncellistico facenti parte della raccolta delle sei Suites del 1720. La Suite n. 4 in Mi bemolle maggiore Bwv 1010 per violoncello solo; superba opera composta in piena maturità musicale dal maggior esponente del periodo Barocco: Johann Sebastian Bach.
Grande capacità quella di Andrei Ioniţă nel riuscire a mettere a nudo una molteplicità di stili d’animo con grande sensibilità e delicatezza.
L’inizio è un Prélude avente carattere ieratico e solenne, estroso e magico che riposa sulla gioia pungente e altalenante dell’Allemande, per ancora soffermarsi sulla fluente Courante e poi abbandonarsi in perfetto equilibrio sonoro a una meditazione introspettiva della Sarabande che porta, infine, a concludersi con la festosità tipica della Gigue caratterizzata da una scrittura per grandi salti di registro.
Un momento dell'esibizione di Andrei Ioniţă
Si presenta così, con un suono pieno, accompagnato da un’intonazione impeccabile e un fraseggio estremamente elegante, ricco di sfumature ed espressività, l'artista rumeno che ha incantato gli ascoltatori con un’atmosfera intima coinvolgente, senza precedenti.
La Suite n. 5 in Do minore Bwv1011, detta anche “suite discordable” perché accordata un tono sotto (sol invece del la), si apre con un Prélude dalle caratteristiche molto simili all’Ouverture dei pezzi orchestrali dell’epoca.
Ci troviamo davanti a una melodia fortemente espressiva interrotta da un tema di fuga, rapido e veloce. Caratterizzata da un’Allemande a ritmo di largo respiro. La successiva Courante è una danza di tipo francese e la Sarabande si snoda con semplicità e piacevolezza musicale facilmente individuabile, prima di giungere alla Gigue finale molto ritmata.
Si procede con l’esecuzione di una delle grandi composizioni del tedesco Paul Hindemith, la Sonata per violoncello solista Op. 25/3 composta nel 1922, in cui Ioniţă ha dato prova della sua abilità nel gestire la complessità ritmica e armonica di tutti e cinque i movimenti dell’opera; un suono potente e incisivo, con energia, vivacità e perfetto sincronismo con lo strumento e il suono tagliente prodotto da un’elevata padronanza dei colpi d’arco, pizzicato e giri di corda.
Il violoncellista Andrei Ioniţă
Nel primo movimento Lebhaft, si abbandona a una grande espressività che conducono al secondo Mäßig schnell, gemächlich e terzo movimento Langsam, per poi arrivare alla conclusione con gli ultimi due movimenti il Lebhafte Viertel e Mäßig schnell, che hanno coinvolto e fatto vibrare gli animi del pubblico presente.
A conclusione della serata, è stata riservata la sorpresa dell’ascolto della Suite in Re minore di Gaspar Cassadò composta nel 1926, dedicata a Francesco Von Mendelssohn. Composizione avente una struttura divisa in tre movimenti danzanti: Sarabande, Sardana (tipica danza catalana) e la Jota (danza popolare dell'Aragona).
Andrei Ioniţă ha affrontato con grande espressività le diverse sezioni della Suite, dall'estrema vivacità, al lirismo, fino al virtuosismo senza mai perdere il perfetto equilibrio sonoro; è riuscito a coglierne al massimo l'essenza della musica spagnola, con suono caldo, vellutato e vibrante, dimostrando versatilità e talento interpretativo; superando brillantemente le sfide poste da questa composizione.
Il pubblico catanese con straordinario calore ha tributato ad Andrei Ioniţă una standing ovation al termine del concerto, richiedendo ulteriori bis di brevi composizioni di carattere spagnoleggiante e virtuosistici, in segno di grande apprezzamento per l'esibizione, per aver dimostrato notevole presenza scenica, caratterizzata da un carisma naturale ed estrema sensibilità.