Una mostra di fumetti per celebrare i 70 anni della televisione italiana

Presentata a Etna Comics, è dedicata al compleanno della Tv attraverso le vignette del fumetto Disney per eccellenza 

Enrico Maria Riccobene

Alle 11 del mattino del 3 gennaio 1954 Fulvia Colombo annunciava l’inizio delle trasmissioni della televisione italiana. Sono passati 70 anni da quell’evento iconico, e tra momenti indelebili ed evoluzioni tecnologiche che hanno stravolto le abitudini e la cultura di un intero popolo, la televisione italiana è stata a sua volta testimone di queste trasformazioni. Ma non l’unica.

La rivista Topolino ha sempre seguito con occhio attento e divertito la contemporaneità, e a questo sguardo non è certo sfuggita la televisione stessa, che si è spesso ritrovata protagonista di parodie, citazioni e re-interpretazioni, ovviamente con l'inconfondibile stile che ha reso mitico il settimanale Disney. Da queste premesse è ispirata la mostra 70 anni di TV visti da Topolino, targata Etna Comics.

Una sala della mostra 70 anni di TV visti da Topolino, targata Etna Comics

Una sala della mostra 70 anni di TV visti da Topolino, targata Etna Comics

La mostra

Curata da Marco Grasso, responsabile dell’Area Mostre dell’Etna Comics, è la prima mostra organizzata dal festival fuori dalla cornice del Centro Fieristico Le Ciminiere. Inaugurata il 26 maggio 2024, Una mostra di fumetti per celebrare i 70 anni delle televisione italiana è stata ospitata al Palazzo della Cultura. Il percorso si sviluppa in tre sale, tappezzate di tavole originali di alcuni tra i migliori disegnatori della rivista, alcune inedite. Gran parte di queste opere sono di Giorgio Cavazzano, nume tutelare dell’attuale generazione di disegnatori del topo.

Oltre alle tavole, troviamo esposti alcuni numeri storici della rivista, in prestito dalla collezione de Il Tempio della Nona Arte. Il percorso è scandito da schede che seguono, decennio per decennio, la storia della televisione italiana, dal 1954 ai giorni nostri, ricordando le tappe principali e focalizzandosi sulle incursioni di quel mondo tra le pagine del fumetto Disney.

L’omaggio di Fabio Celoni allo sceneggiato del 1971 “Il Segno del Comando”

L’omaggio di Fabio Celoni allo sceneggiato del 1971 “Il Segno del Comando”

È qui che Fulvia Colombo diventa, “paperizzata” in Fulvia Colomba, e annuncia l’inizio delle trasmissioni della RTT - Radio Televisione Topolinese; il leggendario quiz Lascia o Raddoppia si trasforma in Lascia o Rattoppa, lo Zecchino d’Oro nel Soldino D’Oro; Pippo Baudo diventa Pippo Bau; Bruno Vespa è Vesponi, Jovanotti si trasforma in Paperotti, e così via, passando dal commissario Montalbano che diventa Topalbano, Vincenzo Mollica che col becco è Paperica, fino ai giorni nostri in cui Fiorello e Amadeus si trovano a vestire i “becchi” di Paperello e Amaduck alla conduzione del festival di Sanromolo.

Ne emerge un viaggio affascinante alla scoperta di due universi – quello Disney e quello della TV Italiana – che si raccontano a vicenda. Oltre alle opere di Cavazzano, come anticipato, sono esposti omaggi inediti realizzati da alcuni dei più talentuosi disegnatori dell’attuale generazione che hanno lavorato a Topolino, come i siciliani Emanuele Virzì e Massimo Asaro, e Alessandro Pastrovicchio, Fabio Celoni e Marco Gervasio.

Proprio questi ultimi sono stati protagonisti di un incontro di presentazione della mostra tenutosi durante Etna Comics, il 6 giugno, nella Sala Galatea.

L’incontro

Come evidenziato da Marco Grasso, presente in veste di moderatore, la vocazione Pop della rivista Topolino si trova in perfetta sintonia con l’anima del festival. Non solo in quanto rivista a fumetti, ma anche per la sua propensione al citazionismo e al confronto con la contemporaneità e la cultura nel senso più ampio, elemento da cui sono partiti i disegnatori per realizzare i propri omaggi.

Alessandro Pastrovicchio ha presentato la sua parodia di Nick Carter, serie creata da Bonvi e trasmessa dentro SuperGulp, storico e indimenticabile programma interamente dedicato ai fumetti. Nell’omaggio i tre protagonisti della serie Nick Carter, Patsy e Ten vengono muniti di becco, acquisendo le fattezze – rispettivamente – di Paperino, Ciccio e Paperoga. Fabio Celoni ha invece omaggiato lo sceneggiato del 1971 Il Segno del Comando, che si distingue ancora per le atmosfere gotiche e i temi insoliti e audaci quali esoterismo, occultismo e massoneria, che hanno colpito molto il disegnatore.

In foto da sinistra Marco Gervasio, Marco Grasso, Fabio Celoni e Alessandro Pastrovicchio

In foto da sinistra Marco Gervasio, Marco Grasso, Fabio Celoni e Alessandro Pastrovicchio

Nella sua tavola, i due protagonisti Edward Foster e Lucia sono interpretati da Paperino e Paperina. Infine, Marco Gervasio ha presentato una parodia del famoso quiz Rischiatutto – qui trasformato in Raschiatutto, con un fortunatissimo e rilassatissimo Gastone e uno sfortunato e disperato Paperino come improbabili concorrenti.

Presente tra il pubblico anche Emanuele Virzì, giovane disegnatore siciliano che ha realizzato per la mostra un ritratto di famiglia con protagonisti e antagonisti di Paperopoli riuniti davanti alla vecchia TV di Paperon de’ Paperoni. Oltre che ai personaggi, il disegno è un tributo al ruolo di aggregatore sociale che la televisione ricopriva in passato.

Un incontro ricco di spunti, riflessioni e aneddoti. Uno di questi in particolare vale la pena riportarlo. Durante la puntata del 14 dicembre 1968 del celebre programma Canzonissima, il presentatore Walter Chiari si collegò con la tipografia veronese di Mondadori, dove i due mostri sacri del fumetto Romano Scarpa e Giovan Battista Carpi iniziarono a disegnare Paperino e Topolino in diretta.

Il grande pubblico italiano scoprì per la prima volta che non tutta la produzione Disney veniva importata dall'America, ma che in Italia vi erano vere e proprie eccellenze, tanto da rendere il Bel Paese uno dei centri di produzione maggiore a livello mondiale di fumetti Disney. Primato ancora oggi mantenuto. Anche questo episodio è ricordato all’interno della mostra, con un disegno a colori di Francesco Guerrini.

Un momento dell’incontro

Un momento dell’incontro