Il sogno di un attivista ambientale, Christopher Clark, al Catania Film Fest per salvare l’Amazzonia con un concerto dei Pink Floyd
A chiusura del 15 novembre, in cui gli spazi di Zō Centro Culture Contemporanee hanno ospitato ben nove eventi della prima giornata del Catania Film Fest 2023, è stato proiettato il secondo film di Edoardo Morabito, regista catanese che ha deciso di portare sullo schermo una storia tutt’altro che scontata sul tema ambientale e che mantiene, come ha precisato lui stesso, un «pizzico di spirito» della città etnea dato dalla sua voce narrante che ci accompagna durante tutto il film.
Il regista catanese Edoardo Morabito (a destra nella foto) con il direttore del Catania Film Festival Cateno Piazza
Il titolo del film documentario, L’avamposto (The outpost), si riferisce al villaggio costruito dal protagonista Christopher Clark, uno scozzese che per sostenere la nascita di una riserva si trasferisce nella foresta amazzonica per aiutare la gente del luogo a costruire da sé uno spazio di opportunità educative, economiche, sanitarie ed ecosostenibili.
Per lo spirito e l’energia spesa durante tutta la sua vita Edoardo Morabito, presente durante la serata, lo ha definito come un eco-guerriero, ovvero sia un uomo che combatte con tutte le sue forze per salvare in questo caso la foresta amazzonica.
Assieme al regista era presente anche Vincenzo Gangi, autore assieme a Masmas della colonna sonora del film, elemento chiave della pellicola e dell’incontro. Prima che il critico cinematografico Emanuele Rauco introducesse i due autori agli spettatori, infatti, sono state riprodotte due delle tracce musicali del film che si sposano perfettamente con l’indole elettrica e piena di riverberi del protagonista: iperattivo e sempre alla ricerca di un modo per far girare progetti e idee.
In foto da sinistra Vincenzo Gangi e Edoardo Morabito durante l’incontro con il pubblico
Chris è una persona-personaggio d’altri tempi con la sua idea utopica di portare i Pink Floyd per un concerto in Amazzonia, inviando continuamente videomessaggi d’invito al chitarrista e cantante della band David Gilmour, e spronare così la politica.
L’attivista ha parlato di questo evento come l’ultimo lampo di felicità che gli abitanti della foresta meritavano tanto che la sua riuscita si è trasformata nella sua massima battaglia (anche per via dell’emergere di un male fisico), per cui pensava anche di poter morire felicemente dopo l’eventuale riuscita di questa ennesima avventura.
Christopher Clark, protagonista del film “L’avamposto” (Edoardo Morabito, 2023)
La musica è diventata quindi come emerge dal film un motivo di salvezza in una parte di mondo che è destinata a non esistere più e con lei tutte le tradizioni e usanze del luogo. D’altronde la prima frase che leggiamo sullo schermo recita proprio: «Siamo obbligati alla civiltà, o ci integriamo o scompariamo».
Questo motivo di resistenza si avverte lungo tutta la colonna sonora che fa da sottofondo ai lunghissimi viaggi in barca del protagonista all’interno del suo «inferno verde». Il ritmo e i suoni, uniti alle immagini, raccontano grazie allo stile rock progressive il tentativo di andare sempre avanti tra momenti di grande quiete e necessari sforzi.