Una fuga in Egitto. Rotta virtuale per l’esilio

Un ambiente vuoto e animato soltanto da due attori ai quali si sovrappongono una serie di proiezioni in realtà aumentata. Il progetto drammaturgico di Turi Zinna

Gaetano Gigante
Una fuga in Egitto (foto di Anthea Ipsale)
Una fuga in Egitto (foto di Anthea Ipsale)
Una fuga in Egitto (foto di Antonio Parrinello)
Una fuga in Egitto (foto di Antonio Parrinello)

Cosa significa davvero essere rivoluzionari? Una fuga in Egitto. Rotta virtuale per l’esilio provoca gli spettatori a riflettere su questa domanda e lo fa attraverso la riscrittura di una delle storie più antiche e note di sempre: la fuga in Egitto di Maria e Giuseppe. È possibile assistere allo spettacolo, il cui progetto drammaturgico, il montaggio e la regia sono di Turi Zinna, e il testo è scritto dallo stesso regista insieme con Tino Caspanello e Lina Prosa, dall’1 al 7 aprile nello Spazio artistico di via del Principe a Catania.

Gli spettatori sono collocati circolarmente intorno a un ambiente vuoto e animato soltanto da due attori ai quali si sovrappongono una serie di proiezioni in realtà aumentata, fruibili attraverso visori Oculus. In diversi passaggi della narrazione questi visori oscurano del tutto lo spazio reale e proiettano delle scene completamente in realtà virtuale. 

Quest’ultima rappresenta uno degli aspetti più originali dello spettacolo, che lo rende un’esperienza a tutti gli effetti multisensoriale ed immersiva. La scelta della realtà virtuale è distintiva del progetto: conferisce a ogni spettatore la possibilità di costruire il proprio punto di vista con una relativa autonomia, soffermandosi sui dettagli che ritiene più interessanti. Teatro, cinema, musica elettronica e arti visive digitali si uniscono in un tutt’uno multidisciplinare estremamente provocatorio che, a tratti, rischia di sopraffare lo spettatore.

La storia ha inizio in medias res con una figura sconosciuta che chiede direttamente al pubblico notizie di Maria, la cui barca è stata ritrovata in pezzi ma il suo corpo non è stato ancora rintracciato. Poco dopo il personaggio sconosciuto viene raggiunto da Elisabetta, una donna presentata come mentalmente instabile che dichiara di essere la cugina di Maria. Attraverso la proiezione virtuale di alcune pubblicità di cui Elisabetta è protagonista, nelle quali viene proposto l’acquisto di prodotti che millantano slogan rivoluzionari come «Aria di cambiamento» e «Bella ciao», emerge una precisa critica politica nei confronti di una certa sinistra compromessa, bloccata tra l’ansia di rinnovamento e la mancanza di volontà nell’attuarlo.

Una fuga in Egitto (foto di Anthea Ipsale)

Una fuga in Egitto (foto di Anthea Ipsale)

Il passaggio dalla realtà aumentata a quella completamente virtuale proietta lo spettatore nel passato e, tramite una successione di flashback, vengono rappresentati gli avvenimenti che hanno portato alla sparizione di Maria. 

Nella riscrittura di Zinna, Prosa e Caspanello, infatti, Maria non è incinta di Gesù, bensì concepisce in sé stessa un ‘pensiero rivoluzionario’, che porta in grembo e che ha intenzione di partorire per diffondere nel mondo. Nel fare questo la donna è ostacolata dal Tempio, un’entità ultratecnologica e iper-capitalistica, resa visivamente attraverso un occhio di orwelliana memoria. 

Il Tempio-occhio è anche metafora dei visori indossati dagli spettatori, i quali vengono attivamente coinvolti nella narrazione ma quasi nelle vesti di antagonisti, come testimoni passivi di una rivoluzione soffocata violentemente. Se, da una parte, è infatti possibile immergersi nella realtà virtuale dal punto di vista che si preferisce, dall’altra gli scenari che si osservano sono pur sempre predisposti e predeterminati da qualcun altro.

Una fuga in Egitto provoca audacemente lo spettatore a pensare criticamente al sistema economico e politico alienante e opprimente nel quale vive. L’originalità, la forza espressiva e la passione politica dello spettacolo lo rendono un interessante esempio di teatro impegnato e anche, fattore non meno importante, esteticamente accattivante per il pubblico.

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