Un viaggio sensoriale attraverso i compositori del periodo romantico

All’Atelier Mendola continua il successo della rassegna musicale all’insegna del dialogo fra le arti 

Irene Isajia

Un viaggio sensoriale attraverso compositori del periodo romantico: da Späth a Kreutzer, da Schubert a Kalliwoda e Schumann. È la proposta artistica che il Trio Unisono - composto da Annamaria Pennisi (soprano), Angelo Litrico (clarinetto) e Giulia Gangi (pianoforte) – ha eseguito in occasione del secondo appuntamento della rassegna musicale “Atelier in Musica 2023. L’arte incontra l’arte” nei locali della Casa Museo Mendola. 

Un programma artistico che ha lasciato il pubblico estasiato. Il Trio Unisono, infatti, ha incantato il pubblico con un viaggio sensoriale attraverso compositori del periodo romantico (da Späth a Kreutzer, da Schubert a Kalliwoda e Schumann) che, nei Lieder, raccontano l’Amore anelante di desiderio, ma impossibile nella realizzazione ma anche un amore di patria, desideroso di unità, che esalta le meraviglie del proprio paese “campi fioriti, venti che soffiano, il profumo che sale dalla montagna, le sorgenti” (Alpenlied, Op. 167 di Andreas Späth). 

Momento culmine e molto emozionante del concerto è stato il solo di pianoforte, Kinderszenen op. 15 di Robert Schumannsuonato da Giulia Gangi. Nell’introduzione al brano, la Gangi ha spiegato come nel clima della Hausmusik ottocentesca, perfettamente riproposto nel “salotto” dell’Atelier Mendola, Schumann racconta scene che hanno a che fare col fanciullo, con un linguaggio musicale profondamente poetico che lascia trasparire poesia e narrazione in ogni gesto sonoro. 

Nelle Kinderszenen fa emergere il sentimento puro del bambino sublimato dalla musica, una condizione privilegiata del tempo dell’uomo che si perde con l’età matura ma che dovrebbe restare luminoso dentro ciascuno di noi. Quadri di scene di vita del fanciullo fanno echeggiare sentimenti di stupore, ironia, vivacità, intimità, gioia piena e spensierata, euforia e frenesia, sospensioni e attese, timori tutti culminanti in una malinconia finale che determina il sonno del bambino e la perdita della condizione di fanciullezza. La meraviglia di queste scene si fonde nella musica attorno alle opere d’arte dei Mendola, cornice perfetta per l’ascolto che conduce i sensi oltre il reale.

Casa Mendola, Trio Unisono

Il Trio Unisono

Una tappa, la seconda dell’itinerario de “L’Arte incontra l’Arte”, in cui abbiamo dialogato con la presidente dell’associazione culturale Carmelo e Ileana Mendola, Renata Zappalà.

Cos’è l’Atelier Mendola? Come nasce?

«La Casa-Museo Mendola, di cui fa parte anche l’atelier come zona studio-laboratorio, è stata progettata e realizzata da nostro nonno, Carmelo Mendola, con la volontà di riunire la sua famiglia, dopo le vicende disastrose della seconda guerra, in un’unità abitativa attorno ad uno spazio comune ove si coltivava l’arte e la cultura, come fondamento vitale per l’esistenza civile e di pace – racconta Renata Zappalà -. Noi nipoti siamo cresciuti e ci siamo formati lì dove l’arte e la creatività era normale nutrimento, non intellettuale, ma al contrario semplicemente usuale, giornaliero, familiare dal momento che, anche nostra madre, Ileana Mendola, sin da piccola, dimostrò di possedere un talento artistico che sviluppò senza interruzione nell’arco di tutta la sua vita».

«A volte nostro nonno organizzava feste per condividere la sua infaticabile opera; le porte dello studio e del giardino si spalancavano per accogliere tutti, senza distinzione, né discriminazione alcuna, e non sono mancate visite illustri – continua la presidente -. Nel 1976, alla scomparsa improvvisa del nonno, lo studio – laboratorio, ove egli scolpiva, modellava, fotografava ed esponeva, divenne sede del C.I.A.C. (centro informazione arte contemporanea) che dal 1980 al 1990 fu diretto da nostra madre. Nei 10 anni di attività il luogo fu goduto e visitato da centinaia di persone dando un forte impulso culturale alla città di Catania. Negli anni successivi lo spazio è stato riallestito, esponendo per intero l’opera di Carmelo Mendola e in minima parte quella di nostra madre. L'atelier continua, così, la sua vocazione di spazio accogliente, stimolante, ospitale e propositivo».

“L’Arte incontra l’Arte”, cosa significa per voi?

«Questo è il progetto che intendiamo sviluppare – aggiunge Renata Zappalà -. Prevede di fare interagire all’interno dello spazio dell’atelier, diverse discipline artistiche in un dialogo senza fine con la forte presenza delle opere già collocate. Già fonte di ispirazione per Carmelo Mendola fu la letteratura come le sculture di “Paolo e Francesca” frutto di una lettura artistica del testo; la “Fontana dei Malavoglia” che estrapola e mette in scena il naufragio della Provvidenza dal decimo capitolo del romanzo verghiano; la scelta geniale nel riprendere senza alcun timore la rappresentazione della Nike di Samotracia per creare la sua Nike di Naxos per celebrare l’arrivo dei coloni Greci in Sicilia». 

«L’arte crea arte – ci tiene a sottolineare -. Anche la presenza dell’opera di Ileana Mendola, a confronto con quella del padre, rappresenta la volontà di dialogo fra due linguaggi che hanno la stessa radice ma che si esprimono in maniera totalmente diversa, oserei dire opposta».

Giulia Gangi del Trio Unisono

Giulia Gangi del Trio Unisono

Da dove nasce l’idea di una rassegna musicale dentro una casa-museo?

«Non potevamo iniziare se non con la musica – spiega la nipote di Carmelo Mendola -. La prima disciplina con cui Carmelo Mendola si confrontò ancora bambino fu proprio lo studio del pianoforte e del canto, e anche del mandolino. Nella sua autobiografia inedita, egli stesso scrive che, ancora adolescente, pensava di affidare alla musica le sue migliori energie, cosa che poi non fu ma lo studio della musica non lo abbandonò mai. Per lui la musica era fonte di ispirazione e lo accompagnava sempre quando modellava le sue opere. Quindi pensiamo di avergli fatto davvero un bellissimo regalo portando in atelier, come prima iniziativa, questa rassegna musicale con la quale speriamo di coinvolgere i soci in un'esperienza non solo visiva ma anche di ascolto. Si sa che la musica riesce a toccare le corde più profonde dell’animo umano».

Progetti futuri?

« “L’Arte incontra l’Arte” è un progetto che farà da filo conduttore tra le attività che porteremo avanti sia dentro che fuori l’Atelier – evidenzia in chiusura Renata Zappalà -. Attualmente la nostra associazione sta collaborando con il Comune di Aci Castello. Già negli anni ’90 avevamo donato al Comune due riproduzioni bronzee delle teste di ‘Ntoni e Padron ‘Ntoni, particolari della Fontana dei Malavoglia. Finalmente troveranno sede definitiva nel Castello Normanno e celebreranno nel migliore dei modi l’opera verghiana. Inoltre, a breve pubblicheremo il catalogo ragionato dell'opera artistica di Ileana Mendola.  E poi tante idee bollono in pentola….»

Casa Mendola

Un particolare della Casa Mendola

Una rassegna che prosegue con nuovi appuntamenti: il prossimo 13 maggio in Atelier “La voce del Clarinetto” con il M° Giuseppe Ventura e alcuni giovani clarinettisti, il 10 giugno “Einsame Blumen” con la pianista Adalgisa Badano e, in chiusura, il 16 giugno “Piano recitals” con Andrea Sciré al pianoforte.

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