Il film tunisino ottiene due premi nella seconda edizione del concorso internazionale per registi esordienti. Menzione speciale per Ama della spagnola Júlia de Paz Solvas.
Si è conclusa con un successo di pubblico Magma Debut 2023, la sezione di Magma – mostra di cinema breve dedicata ai lungometraggi d’esordio. Un'iniziativa organizzata dall'associazione culturale Scarti in collaborazione con l’Università di Catania e ospitata la settimana scorsa nei locali del Centro Universitario Teatrale dell'ateneo catanese.
Ad aggiudicarsi la seconda edizione del Premio Magma Debut 2023 è stato il film Un figlio di Mehdi Barsaoui per aver «messo in scena un dramma familiare così urgente e drammatico intrecciando complessi temi culturali e politici sullo sfondo del conflitto tunisino del 2011».
«Il film, sorretto dalla potente interpretazione del padre Sami Bouajila - si legge sulla motivazione della giuria - lascia trasparire uno sguardo feroce e allo stesso tempo pieno di amore sulla qualità della convivenza tra le persone e su cosa significhi crescere un essere umano».
La pellicola, girata nel 2019 e presentata alla 76ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, ha ottenuto anche il Premio del Pubblico.
Un frame del film "Un figlio"
Una rassegna che ha soddisfatto pienamente il direttore artistico Andrea Magnani che ha evidenziato come «i cinque film in lizza dicono tanto su dove stia andando il cinema, soprattutto quello d’esordio». «È stata una bella sorpresa veder coincidere il favore della giuria e il premio del pubblico sulla stessa opera, una produzione tunisina che pone una grande domanda dei nostri tempi: cosa significa essere un padre oggi? Sospesa tra relazione biologico e rapporto sociale, culturale, affettivo» ha osservato il regista e sceneggiatore.
«Questa dinamica è stata calata nella realtà islamica – continua Magnani – e ci dice quanto le nostre culture siano più vicine di quanto pensiamo. In realtà siamo accomunati dallo stesso sentire e dalle stesse emozioni». E già si guarda al futuro con una sinergia tra Magma e l'Università di Catania destinata a proseguire.
«Ringrazio l’Università di Catania che ci ha ospitato al Centro Universitario Teatrale e speriamo che possa farlo anche per le prossime edizioni» ha detto in chiusura Andrea Magnani.
Il giudizio della giuria e degli spettatori
Giurati e spettatori hanno apprezzato l’impegno politico dei cinque film in gara, tutti capaci di raccontare la complessità e le contraddizioni del nostro presente attraverso gli occhi dei protagonisti, che immersi in drammi personali e tragedie familiari si scontrano con una realtà crudele, riuscendo però a mantenere la propria umanità.
I titoli in gara, selezionati dal direttore artistico Andrea Magnani, sono stati valutati da una giuria composta da esperti e professionisti del mondo del cinema: Davide Del Degan, vincitore del Premio Lorenzo Vecchio nel 2010; Giovanni Calcagno, attore e regista teatrale; Bernadette Weber, regista e direttrice della fotografia.
Il film Un figlio di Mehdi Barsaoui ha fatto il pieno di premi: il Magma Debut 2023 e quello del pubblico. Anche il lungometraggio spagnolo Ama (2021), opera prima della talentuosa regista Julia de Paz Solva, ha ricevuto una menzione speciale della giuria per «la sua abilità nel raccontare il personaggio principale attraverso il non detto, in un racconto cinematografico che si dipana più attraverso le immagini che i dialoghi e che vede la macchina da presa insistere sulla protagonista riuscendo a rispecchiare i suoi stati d'animo».
Un frame del film "Ama"
Tra gli altri film in gara, anche La timidezza delle chiome (2022) di Valentina Bertani – presentato alle Giornate degli Autori della 79ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia – che racconta la storia di due gemelli diversamente abili alla ricerca del loro posto nel mondo; Nico (2021) della regista tedesca Eline Gehring, toccante storia di una ragazza iraniana emigrata a Berlino; Slightly open doors (2023) di Khachatur Vasilian e Oleksandr Bykov, racconto del coraggio di un giovane ucraino, che sceglie di arruolarsi per combattere in prima linea nel conflitto del Donbass.