Presentata ai Benedettini l’edizione nazionale degli scritti dell’autore agrigentino: “Un genio che ha innovato il modo di vivere la letteratura”
«Dante, Shakespeare e Pirandello sono i tre autori più letti al mondo. E oggi noi consegniamo una versione delle opere dello scrittore e drammaturgo siciliano più vicina al volere autoriale, ripulita di tutti gli ‘inquinamenti’ e le interferenze delle revisioni successive, fruibile, grazie all’edizione digitale, al mondo intero».
Romanzi, novelle, opere teatrali, saggi, persino un corposissimo epistolario da 12 mila cartelle che, attraverso le missive scritte a numerosi corrispondenti, restituisce un’importante testimonianza della storia culturale mondiale, ma permette anche di sfatare molti luoghi comuni e di ripescare preziosi aneddoti: questo il patrimonio dell’Opera Omnia dell’autore agrigentino, premio Nobel per la letteratura nel 1934, frutto del lavoro pluriennale di una Commissione nazionale composta da alcuni dei suoi più grandi studiosi, presentato giovedì pomeriggio al Coro di notte del Monastero dei Benedettini.
Angelo Pupino e Aldo Morace, rispettivamente presidente e segretario della Commissione, introdotti e moderati dalla direttrice del Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania, Marina Paino, hanno descritto minuziosamente il valore dell’Edizione nazionale, realizzata su iniziativa del Ministero della Cultura con il fondamentale apporto della casa editrice Mondadori. E’ stata anche data alla luce un’edizione digitale, fruibile tramite il sito internet, curata interamente dal Centro di Informatica Umanistica dell’Università di Catania, sotto la direzione dei professori Antonio Sichera e Antonio Di Silvestro, a conferma del rilievo centrale che il Disum ha assunto nell’evoluzione del progetto.
Un momento dell'incontro sull'Opera Omnia di Pirandello, tavolo relatori
Motivo per il quale il rettore Francesco Priolo ha espresso grande soddisfazione: “E’ il riconoscimento a quanto la scuola umanistica del nostro ateneo – ha detto in apertura dell’incontro – ha fatto e continua a fare per la valorizzazione dell’opera di un siciliano immenso. E ciò ci permette inoltre di apprezzare i frutti della ‘contaminazione’ dei saperi, per questo, grazie al lavoro sinergico di ingegneri, informatici e filologi, oggi potremo apprezzare le pagine di Pirandello, viaggiare tra le sue parole, con l’ausilio simultaneo di immagini e tracce sonore. In questo modo, ci accorgiamo ancora meglio quanto lo scrittore agrigentino sia assolutamente contemporaneo, anche nell’era dell’Intelligenza artificiale».
Intervallati dalle gradevoli performance realizzate da studenti e dottorandi del Disum, ispirate alle opere di Pirandello, Elisabetta Risari (“Mondadori e Pirandello”), Annamaria Andreoli (“Lo scrittoio di Pirandello”), Clelia Martignoni (“La filologia d’autore del ‘900 e Pirandello”), Antonio Sichera (“Pirandello digital”), Beatrice Alfonzetti (“Pirandello social”) si sono poi soffermati sui vari aspetti dell’impresa, avviata nel 2016 con l’avallo del Ministero, e che intende rappresentare una “pietra miliare” per la fruizione e la conoscenza dell’autore.
Per legge, infatti, l’espressione Edizione nazionale sta a indicare la pubblicazione dell’opera omnia di un autore che abbia particolarmente onorato la patria, e quindi, sulla base di questa esigenza scientifica va sostenuta con il concorso di risorse pubbliche, dev’essere condotta secondo i più rigorosi criteri filologici, attraverso la ricognizione e la trascrizione critica dei manoscritti, relativamente a tutti i testi, editi e inediti, di quell’autore.
Un momento dell'incontro sull'Opera Omnia di Pirandello, il pubblico presente al Coro di Notte
«Contiamo di concluderla entro 15 anni – assicura Morace, che ha ripercorso tutti i passaggi dell’iniziativa e le scelte compiute dalla commissione -, nonostante le difficoltà che tradizionalmente si incontrano nel reperimento di documenti in archivi privati, cogliendo l’opportunità dovuta alla scadenza dei diritti letterari. Abbiamo voluto incentrare l’opera sull’editio princeps di ciascuno dei vari scritti, che testimonia della conclusione del processo elaborativo, depurandola da quegli interventi di modifica e rivisitazione che poi fanno un po’ cambiare pelle all’opera, e aggiungendo i testi critici dei curatori e le note filologiche».
Infine l'edizione digitale che, per Morace, è «all'avanguardia in Europa per ricchezza rigore e ampiezza, cattura e solletica tutti i generi di lettori portandoci quasi fisicamente nello scrittoio di Pirandello, “scrittore di cose prima ancora che di parole”, come lui si definiva, e rendendo facilmente consultabile gran parte della documentazione».
Nasce, di fatto, uno spazio digitale che diviene spazio di irradiazione e di approfondimento (filologico, linguistico, critico, didattico e culturale) dell’opera di Pirandello, a livello globale. Un progetto reso possibile grazie all’esperienza nelle Digital Humanities del Cinum dell’Università di Catania, che realizza così un’inedita contaminazione tra ciò che si consuma e ciò che dura, tra scienza ed emozione. «Pirandello, che aveva un senso quasi religioso del mestiere dello scrittore – ha concluso Morace -, è stato un autentico genio che ha innovato il modo di vivere la letteratura, l’edizione nazionale delle sue opere ha quindi l’ambizione di consegnarlo alla storia».