Tutelare, gestire e valorizzare i beni culturali

Sul tema, dal recupero al facility management, si sono confrontati al Monastero dei Benedettini numerosi esperti del settore

Riccardo Finocchiaro

L’Italia è uno dei paesi principali depositari del più straordinario patrimonio al mondo di beni culturali edificati tra palazzi storici, edifici di culto, siti archeologici, complessi monumentali, musei, gallerie, arredo urbano.

Strutture concentrate nei centri urbani o diffusi su tutto il territorio nazionale.

Un tema che ancora oggi non ha trovato molta diffusione a vent’anni dall’emanazione del Codice dei beni culturali così come si evince dal fatto che i principi ed i contenuti innovativi in esso presenti, specie in tema di gestione dei servizi, non abbiano ancora trovato adeguato e diffuso recepimento.

Ad una limitatezza delle risorse economiche disponibili nella gestione dei beni culturali si lega anche un deficit in termini di approcci e competenze di tipo tecnico-manageriale.

A tali condizioni si sono associate frequenti cronache di degrado e inadeguata fruibilità dei beni, determinando nel complesso un quadro di criticità che in quest'ultimo decennio ha spinto ad intervenire a livello centrale con una serie di importanti provvedimenti ed iniziative settoriali (dalla riforma del MiC, al mecenatismo culturale, fino alla semplificazione di procedure amministrativo-burocratiche e all'innovazione in senso manageriale di taluni ambiti di competenze).

A fronte di queste criticità settoriali, emerge sempre più il ruolo fondamentale che possono rivestire le attività di recupero e la filiera dei servizi integrati di facility management a supporto del funzionamento, della fruizione e della valorizzazione dei beni culturali.

Nello specifico, tutti quei servizi espressamente rivolti al pubblico dei visitatori/utenti (informazione e accoglienza, call & contact center, biglietteria e prenotazioni, guida e assistenza didattica, new media digitali, organizzazione eventi e mostre, promozione e comunicazione, editoria, bookshop, caffetteria e ristorazione, logistica) e ai beni culturali edificati (manutenzione, energy management, pulizie e igiene ambientale, gestione degli spazi, security).

Su questo tema, nei giorni scorsi, al Monastero dei Benedettini, sede del Dipartimento di Scienze umanistiche, si è tenuto il convegno dal titolo Tutelare, gestire e valorizzare i beni culturali. Dal recupero al facility management che ha registrato gli interventi di numerosi esperti e specialisti del settore che hanno importanti contributi per la conoscenza dell’argomento.

monastero dei Benedettini

Il Monastero dei Benedettini

Ad aprire i lavori la prof.ssa Marina Paino, direttrice del Disum, insieme con il prof. Paolo La Greca, vice sindaco di Catania e docente universitario, il prof. Daniele Malfitana, direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici e presidente della Scuola Superiore dell’Università di Catania, il dott. Vittorio Serafini, presidente Fondazione Scuola Nazionale Servizi, e il dott. Carmine Esposito, presidente Federazione Nazionale Imprese di Pulizia e Servizi per l’ambiente Multiservizi di Confcommercio.

In particolar modo il vice sindaco Paolo La Greca che ha evidenziato «come sia fondamentale il processo che porta un bene culturale a diventare bene collettivo prendendo in esempio il Monastero dei Benedettini, trasformato in un luogo universitario di prestigio dopo un lungo periodo di abbandono».

A seguire il prof. Daniele Malfitana ha preso la parola sottolineando che «per formare i giovani archeologici è fondamentale una forte integrazione tra le discipline: archeologia, architettura, ingegneria; solo così si attiverà una fase istruttoria per gestire i beni culturali».

«Il miglior spazio formativo per un giovane archeologo è il contesto dell’archeologia urbana», ha aggiunto. In chiusura di intervento ha posto l’attenzione «sull’importanza dei parchi archeologici che lavorano per la prevenzione e la gestione dei dati per una grande condivisione di informazioni».

A chiusura della prima parte del convegno sono intervenuti Vittorio Serafini, presidente della Fondazione Scuola Nazionale Servizi, e Carmine Esposito, presidente della Fnip.

«Per il raggiungimento di determinati obiettivi c’è bisogno dell’integrazione di determinati servizi – ha spiegato Carmine Esposito -. Il Consorzio Primo Nomine è tra le prime associazioni che ha come obiettivo quello di offrire servizi integrati in grado di modernizzare e valorizzare i patrimoni immobiliari aiutando economicamente e progettualmente per la transizione ecologica».

Il tavolo dei relatori

Il tavolo dei relatori

Altri servizi che mettono in campo sono le audio-guide, sistemi di comunicazione audiovisivi (smartphone, tablet, lettori multimediali), bookshop, che aiutano alla diffusione della conoscenza del patrimonio museale, la gestione del personale, la sicurezza.

Il convegno ha fornito, grazie ai numerosi ospiti, molti spunti di riflessione nell’ambito del recupero e della gestione integrata dei beni culturali, attività che, grazie al lavoro condiviso tra figure lavorative diverse, porta miglioramento per quanto riguarda il funzionamento, la fruizione e la valorizzazione del patrimonio di cui il nostro Paese può vantarsi.

A seguire, infatti, sono intervenuti i docenti Silvano Curcio della Sapienza Università Roma e Rosa Caponetto dell’Università di Catania insieme con gli ingegneri Alessandro Lo Faro e Agatino Pappalardo dell’Apsema di Unict sul tema Servizi di facility management per i beni culturali: il quadro di riferimento.

Il convegno è proseguito con la sessione dedicata a Esperienze innovative di studi, progetti e servizi per i beni culturali con gli interventi di Borja Blas Mendez de Vigo (Consigliere Primo Nomine, A. D. Palacios y Museos - Audioguiarte Servicios Culturales Madrid), le docenti Fernanda Cantone ei Federica Santagati di Unict, Giuseppe Cinquanta (vice presidente Assistal e direttore generale IFM), l’ing. Roberto Sannasardo (Energy Manager Regione Siciliana).

A seguire la tavola rotonda dal titolo Politiche, strumenti, appalti e servizi per tutelare, gestire e valorizzare i beni culturali coordinata da Domenico Gentile, cofondatore Studio Legale Malinconico & Gentil. Ad intervenire Carmelo Bennardo (direttore Parco Archeologico e Paesaggistico di Siracusa, Eloro, Valle del Tellaro e Akrai), Giuseppe Caruso (presidente Tar Liguria), Giuseppe D’Urso (direttore Parco Archeologico e Paesaggistico di Catania e della Valle dell'Aci), Giuseppe Saccone (docente Università Mercatorum Roma) e Roberto Sciarratta (direttore Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento).