Tumore del sistema nervoso, una ricerca interdisciplinare apre nuovi scenari terapeutici

Lo studio, pubblicato sulla rivista Communications Biology di Nature, prevede una innovativa radioterapia

Alfio Russo

Una innovativa modalità di trattamento radioterapico per sconfiggere il glioblastoma, uno tra i più maligni tumori del sistema nervoso. Alla base del nuovo trattamento le reazioni nucleari innescate dai fasci di protoni, impiegati nella protonterapia clinica.

È quanto emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Communications Biology di Nature, svolto nell’ambito delle attività della “Filiera del farmaco radioattivo e adroterapia”, una realtà siciliana di spicco costituita nel 2019 dall’Università di Catania (referente la prof.ssa Rosalba Parenti) insieme con i Laboratori Nazionali del Sud dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (referente il prof. Giacomo Cuttone), l’Istituto di Bioimmagini e Fisiologia Molecolare del Cnr (referente il dott. Giorgio Russo) e l’Uoc di Medicina Nucleare del Centro Pet-Ciclotrone dell’Azienda ospedaliera “Cannizzaro” (referente il dott. Massimo Ippolito).

Lo studio – dal titolo Proton boron capture therapy (PBCT) induces cell death and mitophagy in a heterotopic glioblastoma model - è stato pubblicato nei giorni scorsi sull’autorevole rivista Communications Biology del gruppo Nature ed è mirato sugli effetti terapeutici di una nuova strategia radioterapica in un modello preclinico di glioblastoma, un tumore con una sopravvivenza media, dalla diagnosi, di circa 15 mesi. 

«L’implementazione clinica della nuova tecnica, che comporta l’integrazione in un trattamento di protonterapia con la somministrazione di una molecola radiosensibilizzante – spiega la prof.ssa Rosalba Parenti – richiede lo studio degli effetti sia sul tumore che sulle cellule sane al fine di ottimizzare le strategie terapeutiche». 

Ciò ha animato il team di ricercatori siciliani ad investigare l’efficacia della nuova strategia Proton Boron Capture Therapy

ecografia e tomografia ad emissione di positroni

Immagini relativi ad attività di ecografia e tomografia ad emissione di positroni

Uno studio che «richiede l’impiego di differenti tecniche di analisi, come quelle realizzabili con le apparecchiature di imaging, quali l’ecografia e la tomografia ad emissione di positroni (Pet), presenti al Center for Advanced Preclinical in vivo Research - CAPiR dell’Università di Catania» continua la docente di Fisiologia al Dipartimento di Scienze Biomediche e Biotecnologiche – Biometec dell’Università di Catania. 

«La sinergia di competenze – aggiunge la prof.ssa Rosalba Parenti - risulta quindi la chiave vincente per contrastare efficacemente questo temibile tumore cerebrale».

La ricerca è stata realizzata grazie ad importanti finanziamenti dell’Università di Catania, della Fondazione Umberto Veronesi e del Ministero dell’Università e della Ricerca” e sarà ulteriormente ampliata nell’ambito del Pnrr. 

«Le attività di ricerca in cui è coinvolta la “Filiera del farmaco radioattivo e adroterapia” stanno riguardando anche la messa a punto di una molecola per il trattamento di altre lesioni tumorali impiegando radionuclidi innovativi, non di attuale uso clinico – ci tiene a precisare la prof.ssa Parenti -. Questi nuovi composti consentirebbero, grazie alla doppia emissione di particelle cariche e di radiazione gamma, di effettuare il trattamento terapeutico monitorando, contemporaneamente, la distribuzione del radiofarmaco così permettendo di realizzare un esame Teranostico».

La prof.ssa Rosalba Parenti

La prof.ssa Rosalba Parenti

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