Musica delle corti di Francia e harmoniemusik al quinto appuntamento del festival internazionale del Val di Noto Magie Barocche, nella perfetta cornice di Palazzo Biscari, luogo rappresentativo del barocco siciliano
Il Palazzo Biscari di Catania, nei giorni scorsi, ha ospitato un nuovo appuntamento del festival internazionale Magie Barocche che supporta la diffusione e la conoscenza della musica del periodo barocco, tra la fine del XVI e la seconda metà del XVIII secolo. Un’occasione interessante che permette a chi partecipa di ascoltare musica che altrimenti difficilmente ascolterebbe dal vivo e che dà anche la possibilità allo spettatore di conoscere e ammirare strumenti d’epoca.
Un momento del concerto al Palazzo Biscari
La prima parte della serata è stata dedicata al Harmoniemusik. Gli strumenti ad ancia nell’Europa Galante.
Il termine harmoniemusik è una parola tedesca che sta a indicare un certo tipo di ensemble di fiati e ottoni che, come spiega il direttore e musicista Angelo Litrico, era una formazione molto in voga nel ‘700 barocco.
I musicisti commissionavano ai compositori delle musiche per questa formazione e anche compositori come Mozart scrivevano per questo tipo di ensemble.
Si trattava per lo più di musiche d’occasione, musica leggera che serviva per allietare banchetti e da sottofondo al chiacchiericcio degli invitati durante cerimonie e spesso esecuzioni che avvenivano all’aperto del giardino di una villa.
Un momento del concerto al Palazzo Biscari
Rientra tra queste composizioni il Divertimento in sib maggiore Hob II:43 firmato dal famoso compositore Joseph Haydn ma probabilmente non autentico: non era raro, infatti, che gli editori stampassero il nome di un compositore in voga del tempo su composizioni di autori sconosciuti, per essere sicuri di ottenere un buon successo nelle vendite.
Questo Divertimento è stato eseguito al palazzo Biscari dal Collegium Musicum Catania, con una formazione che ha visto due oboi (Christophe Mazeaud e Susann Grutzmacher), due clarinetti (Angelo Litrico e Barbara Diaz), due corni (Angelo Caruso e Michele Spadaro) e due fagotti (Oscar Meana e Raffaele Benedetto). Interessante sottolineare come gli strumenti utilizzati durante il concerto siano o strumenti originali o precise copie di strumenti dell’epoca.
Un momento del concerto al Palazzo Biscari
Nella seconda parte lo spettatore ha potuto credere di essere un ospite di una corte di Francia del pieno ‘700. Ai fiati della prima parte dell’evento si è aggiunto il suono dei violini, viole, violoncelli, viola da gamba, contrabbasso, flauti e clavicembalo della SìBarÓ Òrchestra, ensemble che punta, sin dalle sue origini, alla diffusione della musica antica, in particolare tra il periodo del tardo barocco e lo stile galante, proponendo sia autori noti sia la riscoperta di autori meno conosciuti frutto di attente ricerche.
Nel dettaglio, il programma della seconda parte della serata ha previsto musiche dall’Orpheé et Eurdice di Christoph Willibald Gluck (1714-1787), l’ouverture da Zémire et Azor di André Ernest Modeste Grétry (1741-1801 ), il concerto numero n. 4 per clarinetto, violino e orchestra di Karl Philipp Stamitz (1745-1801) che ha visto come solisti la violinista Joséphe Cottet e il clarinettista Angelo Litrico, e, infine, la Sinfonia in Mib op12 n. 5 RH 39 di François-Joseph Gossec (1734-1829).
Un momento del concerto al Palazzo Biscari