Lo spettacolo di Graziana Lo Brutto e Marcello Montalto, una riflessione sul tema dell’Alzheimer, è andato in scena al Centro Universitario Teatrale
Quale sarà il tuo ultimo ricordo prima che la candela si spenga del tutto? Ne esisterà uno che riuscirò a tenermi stretto? Sono solo alcune riflessioni di chi vive dal di dentro la malattia neurodegenerativa come il morbo dell’Alzheimer e le altre forme di demenza.
Patologie che secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità colpiscono oltre 55 milioni di persone nel mondo con una proiezione di 75 milioni entro il 2030 e di 132 milioni entro il 2050. In Italia ne soffrono oltre un milione.
E proprio dalla lotta all'Alzheimer e alla sensibilizzazione sul vuoto della malattia che colpisce le famiglie nasce lo spettacolo Strappi. Un vuoto, quello delle famiglie colpite dalle malattie di un proprio familiare, che viene anche alleviato con la bellezza del teatro.
Andato in scena al Centro Universitario Teatrale dell'Università di Catania, lo spettacolo di e con Graziana Lo Brutto e Marcello Montalto è una riflessione sul tema dell’Alzheimer osservato con gli occhi di una coppia di anziani il cui marito contrae la sindrome. La moglie, rimastagli accanto, costruisce attorno a lui un mondo di ricordi fatto di giovinezza e spensieratezza.
Graziana Lo Brutto e Marcello Montalto in una scena di "Strappi"
Strappi, infatti, racconta l’irruzione della sindrome di Alzheimer nella vita di una coppia di anziani, colpendo lui.
La malattia si manifesta attraverso una visione infantile, limpida e a volte buffa, complice il contrasto con i ricordi evocati dalla donna, adesso indispensabili come “cura”.
Un cappotto ingombrante mostra la patologia, che si muove su un tappeto sonoro fatto di strappi (della mente, del corpo) e parole dall’alto valore scientifico, distorte dal caos dei sensi di chi le riceve. Il rimbalzo tra passato e presente risalta una storia d’amore che prova a esistere al di là del vuoto che li separa, dell’intensità che li ha uniti, oltre il tempo stesso.
La moglie, rimasta lucida, tenta di abbattere l’oscuro labirinto aggrappandosi ai ricordi, attraverso il richiamo ad una quotidianità e una giovinezza in cui tutto sembrava ancora in divenire e aveva il profumo del gioco.
Una scena dello spettacolo "Strappi"