Al Piccolo Teatro della Città è andata in scena la pièce Storia di un oblio scritta da Laurent Mauvigner e diretta da Roberto Andò, con protagonista Vincenzo Pirrotta
Al Piccolo Teatro della Città è andata in scena nei giorni scorsi la pièce Storia di un oblio scritta da Laurent Mauvigner e diretta da Roberto Andò, con protagonista Vincenzo Pirrotta.
L’attore palermitano, classe 1971, che vanta un’esperienza teatrale ormai più che trentennale, si muove con maestria tra spettacolo dal vivo e cinema, ponendovi sempre al centro il tema della lotta e della resistenza.
Reduce dal successo del film Spaccaossa (che gli è valso una candidatura ai Nastri D’argento e una ai David di Donatello), Pirrotta ritorna al suo habitat primigenio, interagendo con un pubblico coinvolto, collocato sullo stesso palcoscenico su cui egli si esibisce.
La scenografia è scarna: una salma fredda e qualche lattina di birra sparsa qua e là sono gli unici elementi attraverso cui risuona un’eco di oppressione e morte.
In questo spazio fisico e mentale ristretto, un Vincenzo Pirrotta dinamico, potente, fa da contraltare a una vicenda di violenza e abuso che trova nell’indifferenza il suo più pericoloso veicolo.
«Quello di Storia di un oblio è un progetto che rientra in ciò che viene definito Teatro dello scotimento», racconta l’attore durante l’incontro preliminare di presentazione dello spettacolo, tenutosi (venerdì 16 febbraio) al Piccolo Teatro e moderato dalla professoressa Stefania Rimini, docente di Cinema, Fotografia e Televisione all’Università di Catania.
Grazie alle sollecitazioni dell’interlocutrice, Pirrotta descrive il proprio modo di concepire il teatro, unico luogo in cui l’artista può ricorrere a corpo e voce come strumenti di denuncia, senza censure.

Vincenzo Pirrotta in "Storia di un oblio" (foto di Antonio Parrinello)
Centrale in Storia di un oblio, come sottolineato dalla professoressa Stefania Rimini, è l’incontro tra cronaca, verità e notizia.
«Partendo da un fatto realmente accaduto, quello che io e Roberto Andò abbiamo cercato di fare è condurre un esperimento sociale in rappresentanza degli ultimi, dei dimenticati, capace di sfidare il pubblico in sala, smuovendone le coscienze», ha dichiarato a chiare lettere l’attore.
L’obiettivo del teatro di Andò-Pirrotta è principalmente quello di imporre una riflessione sul rapporto con l’altro da sé, sulla capacità dell’individuo di osservare e accorgersi di chi e cosa lo circonda, propensione umana in cui è racchiuso il senso del venire al mondo e dell’esistere.
Precedentemente rappresentata nel 2018 nella Chiesa di San Nicolò l’Arena di Catania che ne esalta straordinariamente la dimensione martirologica e liturgica, la pièce Storia di un oblio viene stavolta riproposta in uno spazio meno convenzionalmente sacrale, ma ugualmente intimo e risonante.
L’esperienza immersiva che lo spettacolo consente costituisce un tassello importante per il teatro contemporaneo, di cui si auspica una sempre maggiore vicinanza ai protagonisti di realtà dure e non adeguatamente rappresentate.