Le storie degli atleti del Cus Catania Roberta Caruso, Eugenio Cuccia e Giulio Di Mauro
Studiare (o lavorare) e fare sport. Un abbinamento perfetto a sentire gli atleti del Cus Catania che riescono, o sono riusciti, a coniugare la carriera universitaria con quella sportiva, dimostrando che si può fare. Anzi, secondo il loro giudizio, l’attività sportiva aiuta a regolare anche quella sui libri. Sacrifici, senza dubbio; il sogno del college americano che riconosce valore (borse di studio) a chi pratica sport a livello agonistico è ancora lontano in Italia, e poi i tempi ristretti che, assicurano gli atleti, servono però per darsi disciplina e metodo.
Roberta Caruso, tra pallavolo e ingegneria
Opposto della squadra femminile del Cus Catania che milita in B2, Roberta Caruso è una studentessa del corso di laurea in Ingegneria elettronica.
«Il Cus è la mia famiglia. Da quando avevo dieci anni – racconta - frequento la palestra del Centro universitario sportivo catanese, adesso ne ho ventidue e sono prossima alla laurea. Più di metà della mia vita l’ho trascorsa qui e mi sento a casa. Come sono riuscita ad arrivare fino alla serie B e contemporaneamente a studiare? Lo faccio da dodici anni e dunque sono abituata. Il tempo è sempre stato poco e dunque ho dovuto cadenzare i ritmi. L’ho fatto da bambina, lo sto facendo adesso. Paradossalmente è più facile all’università visto che permette di organizzare il proprio tempo sulla base di lezioni e appelli».
«Qualche momento difficile c’è stato, ma non certo derivato dallo sport che mi ha dato la spinta giusta per continuare – spiega -. Col lavoro sarà più dura? Non credo, tante mie compagne riescono a coniugare i due impegni. All’università abbiamo qualche agevolazione quando raggiungiamo tornei a livello nazionale, come nel nostro caso: parlo di prolungamenti e appelli straordinari. Le borse di studio sarebbero utili, ma le realtà americane sono ancora distanti da noi».
Roberta condivide il suo percorso con altre studentesse che giocano nella squadra e parteciperanno ai prossimi campionati nazionali universitari: Giada Musumeci (Psicologia), Giorgia Nicolosi (Farmacia) Vera Davì (Scienze motorie). Nel team ci sono poi altre 8 giocatrici già laureate.

Roberta Caruso
Eugenio Cuccia, capitano della squadra di basket e futuro medico
Capitano del Cus Catania basket, la squadra maschile impegnata nel campionato di serie C Gold, Eugenio Cuccia studia Medicina e Chirurgia all’Università di Catania oltre a ricoprire il ruolo di consigliere del Centro Universitario Sportivo.
«Tanti impegni (ride, ndr). La mia storia al Cus è quasi ventennale – prosegue Eugenio Cuccia -. Ho cominciato col minibasket nel 2004 all’età di otto anni, quasi nove. Sono cresciuto, diventando successivamente capitano della squadra e, quattro anni fa, consigliere del Cus. La mia esperienza fra libri e palestra? Devo essere un po’ polemico, considerando che io non vengo nemmeno riconosciuto come studente-atleta, nonostante faccia un campionato di livello interregionale. So cosa dicono i regolamenti, ma è indubbio che in Italia figure come la mia, che coniugano studio e sport, non sono sempre adeguatamente supportate. Il percorso dunque diventa certamente più difficile”.
Anche nella squadra di basket sono tanti i ragazzi che si impegnano all’università: oltre Cuccia, ci sono Gabriele Vasta (Ingeneria), Antonio Marletta (Scienze motorie) e Aronne Alescio (Biologia).

Eugenio Cuccia
Giulio Di Mauro, l’economista della squadra di rugby
Laureato nel 2020 in Economia, mentre era capitano della squadra di rugby del CUS Catania che milita in serie B. Adesso è allenatore dell’under 17 e lavora come consulente finanziario. Anche in questo caso, lo sport è stato (ed è) un aiuto.
«Serve a scaricare – racconta Giulio Di Mauro -. Dopo ore di studio, andare ad allenarsi o pensare alla partita della domenica è uno stimolo ulteriore. Certo, il tempo è poco, ma lo sport insegna la disciplina e il rispetto delle scadenze».
«Ai ragazzi dell’under 17 e ai loro genitori dico la stessa cosa: organizzandosi bene, è possibile coniugare attività fisica e studio, anzi diventa un vantaggio – aggiunge -. Le borse di studio? Le ho sempre viste come una possibilità di attrarre studenti-giocatori che arrivano da fuori, più che come uno stimolo per chi ha la fortuna di fare sport e studiare nella città dove vive».
Nella squadra di rugby del Cus gli studenti universitari sono Antonio Cacopardo e Antonio Virgillito (Giurisprudenza), Graziano Murabito (Fisica), Riccardo Murabito (Chimica), Luca Giustolisi (Farmacia), Antonio Motta (Odontoiatria), Tommaso Catalano (Economia aziendale), Francesco Inzirillo (Ingegneria informatica), Carlo Mammana (Ingegneria dell’automazione), Fulvio Santangelo (Dietistica, medicina clinica e sperimentale), Paolo Colombrita (Scienze motorie), Stefano Motta e Gianluca Privitera (Professioni sanitarie).
Insomma, non sarà facile, ma abituarsi a svolgere nello stesso tempo due attività impegnative, così diverse fra di loro, aiuta nel momento specifico e lo dicono le esperienze che abbiamo raccontato. Aiutano e formano per la vita.

Giulio Di Mauro