Sostenibilità ambientale nella manifattura tra tecniche di selezione e riciclo dei materiali

È l’obiettivo del progetto Audi che si concentra sullo studio di imprese legate al Made in Italy. Ben sedici i docenti coinvolti appartenenti al Dicar, Dieei, Dei e Biometec 

Alfio Russo

Verificare l’applicabilità della manifattura additiva per promuovere la sostenibilità integrando tecniche di selezione e riciclo dei materiali.

Sono gli obiettivi del progetto Audi - towards an Abilitant-Ubique SME’s Designed productive Island, finanziato con 450mila euro sul bando a cascata dell’ecosistema “Mics Made in Italy circolare e sostenibile” coordinato dall’hub del Politecnico di Milano, che vede l’Università di Catania coinvolta con sedici docenti afferenti ai dipartimenti di Ingegneria civile e architettura, Ingegneria elettrica elettronica e informatica, Economia e Impresa e, inoltre, il Biometec.

A coordinare il progetto sul piano scientifico è il prof. Gianluca Cicala del Dicar e proprio nei giorni scorsi l’ateneo catanese ha ospitato la riunione quadrimestrale di Audi.

Il progetto si concentra sullo studio di imprese che fanno capo al Made in Italy approfondendo l’indagine su cluster omogenei di grandi imprese e PMI. Per quest’ultime il progetto mira a verificare l’applicabilità della manifattura additiva per promuovere la sostenibilità integrando tecniche di selezione e riciclo dei materiali. La manifattura additiva, infatti, accorcia le catene di fornitura e le rende più sostenibili specie se le tecniche di produzione sono ottimizzate mediante l’utilizzo del machine learning.

Per le seconde il progetto mira a promuovere un approccio olistico che codifichi un ambiente produttivo, dalla componente impiantistico-strutturale a quella degli impianti di servizio e degli stili organizzativo-gestionali in modo da inspirare le PMI secondo i principi dell’economia circolare e nel rispetto dei criteri ESG (Environmental Society and Governance) resi obbligatori dalla normativa europea secondo la Direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive).

Nel progetto sono previsti studi mirati sull’utilizzo di supply chains locali, sostenibili e circolari utili ad ampliare e rafforzare la cultura della produzione sostenibile. Durante la riunione i docenti etnei, oltre a verificare lo stato di avanzamento della rendicontazione del progetto avviato il primo giugno 2024, hanno avuto modo di confrontarsi sulle tematiche scientifiche oggetto di studio.

I rappresentanti dei partner del progetto Audi

I rappresentanti dei partner del progetto Audi

Gli architetti e gli ingegneri, affrontando la problematica sia l’utilizzo di elementi tipici delle strutture di contenimento dei magazzini per la creazione di un sistema costruttivo prefabbricabile e riutilizzabile infinite volte, hanno evidenziato la possibilità di riutilizzare alcuni sottoprodotti provenienti dalla filiera industriale quali, ad esempio, il gesso sintetico, un sottoprodotto della combustione del carbone proveniente dalle centrali termoelettriche.

Il progetto, in una prospettiva di economia circolare finalizzata a ridurre il consumo di risorse primarie non rinnovabili, mira, attraverso la collaborazione con un gruppo di aziende operanti nella Sicilia sud orientale, a promuovere lo sviluppo di nuovi prodotti ma, anche, a favorire la creazione di una rete territoriale di collaborazioni tra industrie per una suppy chain locale e sostenibile. Nello specifico la ricerca ha come obiettivo il recupero e riuso degli scarti, i quali, attraverso un processo di frantumazione e miscelazione con fibre d’origine naturale, saranno utilizzati nella produzione di pannelli per arredamento.

Lo studio delle tecniche di manifattura additiva sarà incentrato non solo sulla ricerca di materiali riciclati e sulla tecnica di produzione, ma anche sulla caratterizzazione del ciclo di vita del prodotto/processo. Riprendendo alcuni esempi di prodotti sviluppati da aziende del sud, come le scarpe FuSa della barese Crea3D, i ricercatori del progetto AUDI stanno modellando gli impatti ambientali connessi all’utilizzo delle tecniche di stampa 3D rispetto alle tecniche di manifattura tradizionali.

Questo approccio è stato applicato anche alla valutazione LCA della produzione in stampa 3D di raccorderia industriale. Lo studio sarà ampliato al settore automotive per lo sviluppo di nuove tecnologie per mandrini per la produzione di compositi con tecniche, peraltro, oggetto di brevetto di uno dei gruppi di ricerca del progetto AUDI. Infine, per garantire il rispetto dei dettami ESG i ricercatori del Biometec caratterizzeranno gli effetti delle emissioni in ambienti lavorativi tipici delle SME in relazione all’utilizzo massivo di tecniche di stampa 3D.

Il progetto, come risultato finale, mira a fornire know how in particolare alle PMI nei settori abbigliamento, arredamento e automazione-meccanica per l'implementazione di tecniche di produzione circolare, garantendo conformità ai principi dell'economia circolare e alle normative ESG europee.