Tra gli obiettivi del progetto Italia-Malta l’eradicazione di specie aliene invasive e il rafforzamento di Anthemis aeolica ed Helichrysum melitense
Duemila metri quadrati di habitat liberati dalle specie aliene invasive ed oltre 500 piante di camomilla delle Eolie (Anthemis aeolica) e di elicriso maltese (Helichrysum melitense) traslocate nel loro ambiente naturale.
Ma anche miglioramento delle attrezzature delle tre Banche del germoplasma di Catania, Malta e Gozo con strumenti a tecnologia avanzata e, al tempo stesso, potenziamento delle collezioni di semi.
Sono solo alcuni risultati del progetto “SimaSeed Plus - Salvaguardia dell’ambiente e protezione del patrimonio naturale in Sicilia e Malta attraverso la conservazione dei Semi e ripristino di specie/habitat della Rete Natura 2000” che è stato sviluppato, nell’ambito della programmazione Interreg Italia-Malta, da un partenariato costituito dall’Università di Catania, tramite il Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali, l’University of Malta (Department of Biology, Faculty of Science) e Ministry for Gozo.
Ad illustrarli, nei giorni scorsi, nei locali dell’ex Conservatorio delle Vergini al Borgo del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche ed Ambientali, la prof.ssa Antonia Cristaudo (responsabile scientifico del progetto coordinato dall’Università di Catania) in occasione di un meeting moderato dalla prof.ssa Giuseppina Alongi.
Esemplari di Anthemis aeolica presenti alle Isole Eolie
«In dieci mesi di attività, il progetto ha realizzato il rafforzamento e reintroduzione di popolazioni di Anthemis aeolica ed Helichrysum melitense, due specie in pericolo critico di estinzione, nelle aree protette Isola di Panarea e scogli viciniori (Lisca Bianca, Bottaro e Basiluzzo) in Sicilia e di Weid Babu a Malta – ha spiegato la prof.ssa Antonia Cristaudo -. Le popolazioni di queste specie sono state rafforzate mettendo a dimora oltre 500 piante propagate da semi raccolti dalle popolazioni naturali e, nel caso di Anthemis aeolica, anche con la semina diretta».
«È intervenuto nell’eradicazione di diverse specie aliene invasive quali il fico degli Ottentotti (Carpobrotus acinaciformis) e il fico d’India (Opuntia ficus-indica) a Lisca Bianca in Sicilia, e alcune specie del genere Agave, nell’area belvedere di Weid Babu a Malta, riqualificando gli habitat liberati per una superficie di circa duemila metri quadrati», ha precisato la prof.ssa Cristaudo, associato di Botanica sistematica.
«Le tre Banche del germoplasma dei partner hanno provveduto a potenziare le collezioni di semi, aumentandone il numero e la provenienza dei lotti in termini di diversità specifica e territoriale come il Dianthus rupicola subsp. aeolicus (Lojac.) Brullo & Miniss., il Helichrysum litoreum Guss., Hyoseris taurina (Pamp.) Martinoli, il Limonium minutiflorum (Guss.) Kuntze, Lotus cytisoides L», ha aggiunto la coordinatrice del progetto insieme con i docenti Joseph Buhagiar e Anthony Zammitt dell’Università di Malta.
Azioni di rafforzamento di Anthemis aeolica nella zona Lisca Bianca
«Al tempo stesso le tre Banche del germoplasma di Catania, Malta e Gozo hanno integrato e ottimizzato le attrezzature con strumenti a tecnologia avanzata, quali camere fitologiche con parametri ambientali programmabili e una serra di propagazione con controllo automatico di irrigazione, luce e temperatura; un drone che combina una fotocamera RGB con una multispettrale, per facilitare la localizzazione e la mappatura delle specie che crescono in ambienti impervi e difficili da raggiungere per gli operatori. E, inoltre, varie tipologie di sensori ambientali e un microscopio elettronico a scansione», ha detto in chiusura di intervento la prof.ssa Antonia Cristaudo.
La Banca del germoplasma di Catania si è dotata anche di una serra di propagazione, dotata di un controllo quasi totale delle condizioni climatiche, per un maggior controllo dei processi di crescita delle piante che è stata inaugurata proprio in occasione del meeting.
La serra di propagazione realizzata all'interno della struttura dell'ex Conservatorio delle Vergini al Borgo, oggi sede di aule e laboratori del Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali
Ad aprire i lavori i docenti Salvatore Baglio e Germana Barone, rispettivamente delegati alla Ricerca e al Sistema museale d’ateneo, il prof. Gianpiero Giusso del Galdo, direttore del Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali, il prof. Paolo La Greca, vicesindaco di Catania con delega ai Rapporti con l’Università.
«Il tema della biodiversità oggi più che mai è di particolare interesse a livello mondiale e un progetto come questo, di respiro internazionale, rappresenta un elemento fondamentale per il sistema ricerca dell’Università di Catania», ha spiegato il prof. Salvatore Baglio.
SimaSeed Plus, come ha evidenziato il prof. Gianpietro Giusso del Galdo, «è la prosecuzione di un primo progetto concluso nel 2021 a testimonianza della sua valenza e della rilevanza del lavoro che hanno svolto i partner su un ambito di ricerca importante come la tutela della biodiversità e delle specie vegetali minacciate di estinzione».
«Il coinvolgimento di studenti, ricercatori e rappresentanti degli enti territoriali rappresenta un valore aggiunto al progetto e testimonia l’osmosi tra mondo accademico e il territorio con un continuo scambio di conoscenze», ha aggiunto il direttore del dipartimento dell'ateneo catanese.
Da sinistra Antonia Cristaudo, Gianpietro Giusso del Galdo e Salvo Baglio
A seguire sono intervenuti anche la dott.ssa Daniela Bica (dirigente all’Area 7 della Regione siciliana “Gestione Programmi per la Cooperazione Territoriale Europea e la Cooperazione Sovranazionale”), Marco Sambataro, Ilva Parlato e Chiara Di Bella del Segretariato congiunto dei progetti di Cooperazione Interreg Italia-Malta.
«La salvaguardia del germoplasma è un ambito della ricerca importante per la Sicilia e anche per Malta – ha spiegato Daniela Bica -. Non a caso anche nella programmazione 2021-2027 dell’Interreg Italia-Malta, sulla scia della precedente, questa tematica riveste un ruolo fondamentale».
«I progetti Italia-Malta rappresentano una importante occasione per lo sviluppo e la condivisione delle ricerche, oltre al trasferimento sui territori interessati, in particolar modo agli studenti e ai cittadini, delle conoscenze scientifiche. E la presenza degli studenti oggi è fondamentale per migliorare i nostri territori. Sono questi alcuni aspetti importanti che stanno alla base del successo dei progetti della programmazione Interreg Italia-Malta», hanno spiegato all’unisono Marco Sambataro, Ilva Parlato e Chiara Di Bella.
Da sinistra Ilva Parlato, Chiara Di Bella e Marco Sambataro
Nel corso dei lavori spazio anche a Davide Coco e Giuseppina Messina di Unict che hanno riassunto gli aspetti amministrativo-finanziari del progetto e ai giovani ricercatori Agata Di Paola, Diana Sapuppo, Paola Frazzetto e Davide Vitale che hanno lavorato per il progetto approfondendo i risultati chiave conseguiti in Sicilia, mentre Joseph Buhagiar e Antony Zammit hanno descritto le azioni concretizzate a Malta e a Gozo.
I responsabili delle aree protette Giovanni Dell’Acqua, Valentina Tamburino e Gaetano Torrisi insieme con Giorgio Sabella (coordinatore del progetto FAST) e Sergio Pasquini del Centro Nazionale Carabinieri Biodiversità "Peri" di Verona sono intervenuti descrivendo le sinergie e le collaborazioni consolidate con la Banca del germoplasma dell’Università di Catania nell’ambito del progetto SiMaSeed PLUS, nonché le azioni e gli impegni futuri consolidati per garantire la ripresa della biodiversità attraverso interventi di restauro ecologico.
A corredo del meeting anche la mostra Semi: una vita in…attesa, curata da Lucia Scuderi. L’illustratrice, attraverso quindici acquerelli, ha interpretato le sofisticate architetture di semi di specie della flora siciliana, esaltando i tratti legati alla loro dispersione nello spazio che permettono alle piante di poter viaggiare (vai all'articolo di Allegra Francesca Hardt).
I semi, protagonisti della mostra, hanno rappresentato un intreccio e permeabilità tra arte e natura favorendo il dialogo con tutti i visitatori (oltre 250 i presenti alla due giorni di esposizione) che hanno goduto delle tinte forti, dei contorni e delle varie forme.
Una parte della mostra "Semi: una vita in…attesa"
Durante la mostra i giovani ricercatori hanno allestito un piccolo laboratorio visivo per l’osservazione diretta al microscopio dei semi rappresentati negli acquerelli di Lucia Scuderi.
A dispiegare a fisarmonica dieci degli acquerelli dell’artista, un catalogo, dal titolo Semi. La vita in attesa e, inoltre, un libretto di sala che ha accompagnato il visitatore in un breve viaggio tra le piante i cui semi sono protagonisti della mostra.
Nell’ambito del meeting, infine, è stato posto l’accento anche sulle attività di comunicazione che hanno puntato a dare visibilità al progetto SiMaSeed PLUS e al trasferimento delle conoscenze e competenze nel campo del ripristino ecologico sostenibile nelle aree della rete Natura 2000. I primi risultati scientifici sono stati riferiti a diversi convegni internazionali, dando l’opportunità di raggiungere un’ampia platea di specialisti.
Sono stati organizzati diversi seminari teorico-pratici e incontri dedicati a studenti universitari e di scuola secondaria di secondo grado, anche in occasione della recente Sharper Night 2023 – La Notte. Un’occasione in cui i giovani ricercatori coinvolti nel progetto hanno illustrato tutte le fasi della conservazione ex situ dei semi, dalla raccolta allo stoccaggio a lungo termine, fino al loro uso negli interventi di restauro ambientale, portando come esempio gli interventi di rafforzamento e di reintroduzione di Anthemis aeolica a Lisca Bianca e Bottaro nell'Arcipelago delle Eolie.
Il laboratorio visivo per l’osservazione diretta al microscopio dei semi