Le motivazioni, i sogni e gli interessi del pubblico della Notte dei Ricercatori
Interesse, approfondimento, semplice curiosità: i profili e le motivazioni del pubblico della Notte dei Ricercatori sono molteplici, ma uniti da un unico filo conduttore: la voglia di imparare qualcosa di nuovo, di capire “come funziona”, di conoscere davvero qualcosa che tutti sanno, ma che pochi comprendono.
Siamo ancora quei bambini che smontavano i giocattoli per vedere cosa c’era dentro, in fondo; lo spirito di conoscenza è un dono prezioso di cui la natura ci ha dotati per coinvolgerci nel gioco dell’esistenza, che va alimentato sempre, a qualsiasi età. Non assecondarlo è come rinunciare a una parte di noi stessi, rimanendo comprimari di un mondo che invece vorrebbe parlarci, spiegarci, stupirci, renderci protagonisti.
«L’educazione non è preparazione alla vita, l’educazione è la vita stessa», teorizzava John Dewey, rinforzando l’idea che l’apprendimento non è un processo limitato a un periodo specifico (come la scuola), ma una parte integrante di tutta l’esistenza umana.
L’esperienza del pubblico di Sharper Night va oltre la semplice osservazione: è un viaggio nella curiosità, dove ogni visitatore diventa, per una notte, parte attiva del progresso scientifico. Abbiamo incontrato alcuni partecipanti, che ci hanno raccontato le motivazioni che li hanno spinti ad aggirarsi tra gli stand della ricerca di piazza Università e del Cortile Platamone.
Visitatori negli stand di piazza Università
«Io lo seguo tutti gli anni ma non sono mai riuscita a venire con le bambine – ci racconta Agata -, quindi quest’anno ci tenevo a portarle, perché ritengo interessante avvicinare i ragazzi alla ricerca e in particolare al mondo della scienza». Con lei c’è Giulia, una ragazzina con un sogno “stellare”: «Giulia abita vicino casa mia e vuole fare l’astronauta, quindi le ho detto “ti porterò alla notte dei ricercatori”. Andremo a parlare con i ricercatori di Astronomia, così potrà raccogliere più informazioni su come realizzare il suo sogno. Ritengo che sia una bella occasione per i più giovani, così possono conoscere le opportunità e magari provare interesse per qualcosa che prima non conoscevano».
"Mi ha spinto la voglia di scoprire e imparare qualcosa di nuovo in modo diverso dal solito, spiega Alessia, interessata allo stand “Dalla ricerca alla salute: strategie cliniche” del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale. «Ho sempre avuto una curiosità per la scienza, in particolare per la medicina, ma non ho mai avuto l’opportunità di parlare con i ricercatori e capire il loro lavor o quotidiano. La Notte dei Ricercatori è un’occasione unica per avvicinarmi a questo mondo e sentirmi parte di qualcosa di importante. È una serata che rende la scienza accessibile, divertente e soprattutto, vicina a tutti noi».
Allo stand sul benessere psicologico troviamo Giuseppe, che ci conferma l’importanza del benessere psicologico per la società e, in particolare, per gli studenti. «Sicuramente un’attenzione particolare al benessere psicologico può fare aiutare noi giovani a capire se c’è qualche problema, come l’ansia o la depressione, e consentire di intraprendere un percorso di cura. Questa iniziativa è molto utile per confrontarsi con chi si occupa di salute mentale, per conoscere iniziative e sapere cosa si può fare in concreto».
Giuseppe, catanese, trova che l’Università, anche grazie a iniziative come questa, possa posa fare da traino per il progresso cittadino: «ho riscontrato in questa pizza, stasera, una città in fermento, che vuole progredire e vuole anche coinvolgere il pubblico. L’iniziativa è sicuramente soddisfacente».
Visitatori negli stand del Cortile di Palazzo Platamone
Gianluca, studente di scuola superiore, interessato allo stand della Polizia scientifica, ci racconta: «io studio meccanica e l’ho visto per cinque anni di seguito, ma è sempre interessante. Ho coinvolto anche ragazzi di altre classi. Capire come funzionano le cose sotto un altro punto di vista è affascinante. Nello stand della Polizia scientifica ci hanno mostrato i test sugli esplosivi, spiegando a livello scientifico delle cose che pochi conoscono. Sapere incuriosisce e può dare uno stimolo alla gente, soprattutto ai bambini. Manifestazioni del genere possono gettare un seme nelle future generazioni, che può dare dei frutti importanti».
Lo stand “Innovazione tecnologica in medicina” ha attirato la curiosità di Sergio: «sono medico e quindi questo ha influenzato la mia scelta di visitare questo stand, dove ho trovato delle cose molto interessanti, una su tutte l’innovazione del 3D, la possibilità di sperimentare in realtà virtuale alcune delle procedure che eseguiamo ogni giorno, con l’eventualità di ripeterle più e più volte. Questi eventi sono importanti perché sono un anello di congiunzione tra l’utenza e l’università, due mondi che non sempre trovano un punto di incontro».
Infine, in uno stand dedicato alla fisica, il piccolo Raimondo sfida il ricercatore Giuseppe a Qtris, un gioco da tavolo sui concetti fondamentali della meccanica quantistica.
«È un gioco molto interessante – ci racconta Raimondo - all’inizio mi sembrava complicatissimo e invece è molto semplice e parla di cose che mi interessano. A me piace studiare qualsiasi materia, soprattutto le materie scientifiche, anche per il lavoro che voglio fare, cioè, il pilota di aerei». Il giovanissimo futuro pilota è entusiasta: «Questa manifestazione è bellissima e ci sono tante cose interessanti. Mi sto divertendo».
È questo il senso di Sharper Night: imparare divertendosi, partecipare al gioco della scienza e della conoscenza, che è poi il gioco stesso dell’esistenza.
Il piccolo Raimondo mentre sfida Giuseppe a Otris