Fino al 31 ottobre al Museo delle Mirabilia la mostra gratuita nel venticinquennale dell’istituzione delle riserve
Riserva-to a tutti - Viaggio sensoriale nelle aree protette di Unict. Si intitola così la mostra inaugurata nei giorni scorsi negli spazi del Museo dei Saperi e delle Mirabilia siciliane al Palazzo centrale dell’Università di Catania.
Una mostra nata per valorizzare e promuovere le aree protette gestite da Unict: l’Isola Bella e l’Isola Lachea, la prima dichiarata riserva naturale orientata, mentre la seconda integrale, a partire dal 1998, per i loro elementi naturalistici esclusivi e gli ambienti marini di grande varietà e pregio. E poi le Rni Complesso Immacolatelle e Micio Conti a San Gregorio, Complesso speleologico Villasmundo – Sant’Alfio e Grotta Palombara in territorio di Melilli e Grotta Monello in Contrada Perciata a Siracusa, e il Vallone di Piano della Corte ad Agira. Aree protette che conservano un patrimonio naturalistico inestimabile: botanico, faunistico, geologico, paesaggistico.
E la mostra - progettata dalla docente Fernanda Cantone (Sds Architettura e Patrimonio culturale) e realizzata dall'Università di Catania in collaborazione con l’Assessorato Territorio e Ambiente della Regione Siciliana – nasce proprio per far conoscere le zone emerse e quelle sotterranee, dalle isole agli ipogei, offrendo a tutti l’opportunità di esplorare la straordinaria biodiversità delle riserve naturali gestite dall’Area Terza Missione di Unict, che ha assorbito alcune delle competenze del vecchio Cutgana, il centro di ricerca che ne curava la tutela e la valorizzazione fino a qualche anno fa.
Una installazione della mostra
Attraverso pannelli informativi e installazioni, i visitatori potranno vivere un’esperienza coinvolgente e multisensoriale, che propone percezioni visive, tattili ed acustiche.
L’esposizione, ospitata nelle sale del Palazzo Centrale dell’Università, è stata presentata nell’aula magna dell’edificio, dove, ad accogliere le numerose persone presenti all’inaugurazione, sono stati il rettore Francesco Priolo dell’Università di Catania, insieme con Alessia Tricomi (delegata al Coordinamento della Terza Missione e al Public Engagement e a Città della Scienza), Germana Barone (delegata al Sistema Museale d’Ateneo e direttrice del Museo dei Saperi e delle Mirabilia Siciliane), Francesco Picciotto (Dirigente Servizio 3 - Aree naturali protette del Dipartimento Ambiente) e Paolo La Greca (vice sindaco di Catania).
Un momento dell'intervento del rettore Francesco Priolo (foto di Mary Bua)
Ad aprire la presentazione è stato proprio il rettore Francesco Priolo: «Siamo davvero orgogliosi di essere l’unica istituzione accademica a cui la Regione siciliana, da 25 anni, ha affidato la gestione delle riserve naturali» e «vedere la sala così piena per un’inaugurazione così importante è davvero piacevole e premia il lavoro di tutti coloro che hanno organizzato questa giornata e questa mostra, a partire dall’Area della Terza Missione».
«Da molto tempo – ha proseguito il rettore - l’Università di Catania guarda con attenzione alla conservazione della natura, e colgo l’occasione per ringraziare tutti i colleghi e le colleghe che lavorano in queste riserve e le rendono fruibili. Un grazie va anche alla collega Fernanda Cantone, che ha curato con grande attenzione questa mostra, in un periodo in cui i cambiamenti climatici, il riscaldamento delle acque e il cambiamento della fauna che a tutto ciò consegue è importante, così come la difesa dei luoghi naturali e della biodiversità».
In foto da sinistra Fernanda Cantone, Francesco Petretti, Francesco Priolo e Rossana Branciforte (foto di Sandro Privitera)
Ad accogliere i presenti anche il vice sindaco Paolo La Greca, docente del Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura, che ha portato i saluti del sindaco Enrico Trantino. La Greca ha sottolineato l’importanza per l’istituzione universitaria di gestire questi luoghi naturali, consentendo «ad un vasto numero di nostri giovani talentuosi di occuparsi delle riserve, traendo da questa esperienza conoscenze e competenze pratiche».
A sottolineare, invece, come quello dell’Università di Catania sia un «unicum a livello nazionale», nella gestione di riserve naturali, è stata Alessia Tricomi, delegata al Coordinamento della Terza Missione, che ha evidenziato come questi venticinque anni di partnership vengono festeggiati «in uno dei musei che per noi sta diventando il più importante dell’Ateneo di Catania, che è il Museo dei Saperi e della Mirabilia Siciliane che, insieme a Città della Scienza, fa parte del Sistema Museale Nazionale del Ministero della Cultura. Lo scorso anno i musei universitari catanesi hanno registrato 146 mila visitatori».
Un risultato veramente importante per l’istituzione universitaria, che si impegna ad «essere veramente presente nel territorio per la società e con la società».
Una installazione della mostra
«Questa mostra si sposa bene con la parte permanente del Museo delle Mirabilia», ha affermato Germana Barone, delegata al Sistema Museale d’Ateneo. «L’architetto Fernanda Cantone ha saputo ideare bene questo viaggio sensoriale, perché per noi nella visita è importante non solo guardare, osservare e attenzionare le cose, ma riuscire anche a stimolare la parte emotiva, la parte sensoriale, che è ormai uno dei nuovi obiettivi della nuova definizione di museo approvata due anni fa a livello internazionale, in cui si parla di accessibilità e del superamento di barriere fisiche, cognitive e sensoriali», ha aggiunto. «È un museo per tutti e una mostra per tutti», ha concluso Germana Barone.
A proseguire i saluti Francesco Picciotto, dirigente delle aree naturali protette della Regione Sicilia, che ha ricordato una data importante: il 1981, anno in cui «la Sicilia istituisce una legge quadro sulla tutela dell’ambiente, la legge 98/81, addirittura dieci anni prima della legge quadro dello Stato», prevedendo successivamente anche la possibilità di una gestione partecipata con le associazioni ambientaliste e con l’Università di Catania.
Il video mapping sulla facciata del Palazzo centrale dell'Università di Catania
Nel corso della cerimonia sono intervenuti Francesco Petretti, grande esperto in materia di biodiversità, e Fernanda Cantone, docente della Struttura Didattica Speciale di Architettura di Siracusa, che hanno parlato rispettivamente del futuro della biodiversità in Italia, e del progetto della mostra, dedicata alla tutela e alla valorizzazione delle riserve naturali gestite dall'Ateneo.
Spiegando il progetto della mostra e del percorso espositivo, Fernanda Cantone, curatrice dell’allestimento, ha raccontato che il titolo della mostra, Riserva-to a tutti, è un gioco di parole «che dà l’idea di chiusura ma anche di apertura, perché il nostro intento è quello di divulgare nel miglior modo possibile le attività che vengono svolte da oltre venticinque anni all’interno dell’ateneo».
La mostra nasce come un percorso che chiunque potrebbe fare nel territorio, dall’andare a farsi un bagno al mare ammirando «le coste e le loro profondità, quindi la zona esterna dell’isola – continua la Cantone - al proseguire verso l’interno, verso le grotte che si trovano all’interno delle riserve. Questo è il filo conduttore della mostra».
Il pubblico presente nell'aula magna del Palazzo centrale (foto di Mary Bua)
Una parte dell’esposizione è, invece, legata ai sensi, si tratta di «un piccolo percorso sensoriale che si sviluppa attraverso la vista, il tatto e l’udito, così da potersi immedesimare in queste belle realtà che abbiamo». Ad essere esposti gli oggetti più disparati, da quelli realizzati «dai mastri d’ascia che hanno costruito le barche narrate da Verga» a tutto ciò che caratterizza l’isola, come pesci, molluschi, uccelli, stalattiti e stalagmiti.
A concludere la conferenza è stato Francesco Petretti, che con la sua lectio magistralis ha parlato del futuro della biodiversità in Italia, affrontando il tema della conservazione della fauna e della flora. «Abbiamo tante informazioni sul passato, sappiamo cosa è successo. La paleontologia ci ha aiutato a ricostruire la storia di animali ormai scomparsi da tempo, e cercare di capire cosa accadrà in questa fase della storia che si chiama antropocene, perché dominata dall’azione dell’uomo, è una sperimentazione interessante, importante e necessaria».
Un momento della cerimonia al museo, i Suonatori di brogne (foto di Sandro Privitera)
«Ci sono alcuni segnali di specie che stanno incrementando la loro presenza, spesso creando dei problemi con altre specie e addirittura con l’uomo, così come ci sono moltissime altre specie che scompaiono in silenzio e di cui neanche ci accorgiamo».
Lo studioso ha illustrato il quadro attuale della biodiversità, partendo dalla Sicilia «perché è una terra estremamente particolare per la sua conformazione, per la sua ricchezza e per la sua varietà di forme di vita. È un territorio che incanta per la sua bellezza per quanto in alcuni casi l’uomo abbia inferto dei colpi non indifferenti al paesaggio e alle risorse, ma è una terra splendida che vale la pena di essere studiata, conosciuta e raccontata».
La mostra - impreziosita anche dal video mapping sulla facciata del Palazzo centrale dell’ateneo - sarà visitabile fino al 31 ottobre nelle sale del Museo dei Saperi e delle Mirabilia Siciliane, in piazza Università. L’ingresso è gratuito.