A quei tempi

Al Centro universitario teatrale lo spettacolo conclusivo del laboratorio Scena Erasmus. In scena il “viaggio” multilinguistico e multiculturale dei 31 studenti ospiti dell’ateneo catanese

Alfio Russo
Una scena di "A quei tempi"
Una scena di "A quei tempi"
Una scena di "A quei tempi"
Una scena di "A quei tempi"
Una scena di "A quei tempi"
Una scena di "A quei tempi"
Una scena di "A quei tempi"
Una scena di "A quei tempi"
Una scena di "A quei tempi"
Una scena di "A quei tempi"
Una scena di "A quei tempi"
Una scena di "A quei tempi"

«Mi ricordo i sorrisi tra le lacrime, quanta vita in quel laboratorio teatrale dell’Università di Catania dedicato agli studenti Erasmus. Chissà se esiste anche oggi?»

Una riflessione e una domanda che si è ripetuta più volte nei dialoghi di quel numeroso gruppo di anziani che, a distanza di qualche decennio, tra capelli bianchi e difficoltà motorie, con la mente un po’ meno lucida, ma ancora carica di ricordi, hanno riportato alla luce quell’esperienza unica vissuta in gioventù grazie a quel periodo di soggiorno col progetto Erasmus vissuto al sole di Catania.

Quel laboratorio teatrale, intitolato Scena Erasmus, che gli ‘anziani studenti’ ricordano ancora bene e con desiderio vogliono raccontarlo. E tra chi questa esperienza la trasferisce ai propri figli e nipoti, tra ninne nanne e telefonate, ci sono anche i ‘vecchi Erasmus’ che si ritrovano davanti alle recinzioni di un cantiere oppure mentre sedute in un bar a bere un tè.

Non mancano i racconti dei ‘meno giovani’ discendenti di Erasmus in buona salute mentre sorseggiano un cocktail al mare e chi, invece, in precarie condizioni in una casa riposo hanno voglia di affascinare gli operatori della struttura rimembrando gli spritz al chiosco e le birre in qualche bar, qualche amore nato tra una scena e l’altra e poi anche quelle docenti a tratti temibili per quegli esercizi di respirazione e di recitazione.   

Il tutto rispolverando quelle emozioni pure di quei momenti vissuti in gioventù in allegria e spensieratezza, tra balli e progetti futuri, speranze e sogni per la propria vita, in quei locali del Centro universitario teatrale di Palazzo Sangiuliano che proprio ieri ha ospitato A quei tempi, lo spettacolo teatrale messo in scena per la quarta edizione del laboratorio Scena Erasmus. Ad organizzarlo il Centro Universitario Teatrale dell’ateneo catanese in collaborazione con Europe on Scene Network.

Una scena di "A quei tempi"

Una scena di "A quei tempi"

Protagonisti indiscussi i 31 studenti-attori dell’ateneo catanese, tutti nostalgici ‘diversamente giovani’ di quel tempo passato, ma con il sorriso ancora negli occhi, che per diverse settimane hanno calcato, condividendone esperienze e emozioni, il palcoscenico di quel teatro dalla storica sala incastonato nel ‘cuore’ della città dell’Elefante.

E propri da lì ha preso il via quell’amarcord che trasforma la piece in un viaggio attraverso i sogni, le vicende e i ricordi di ciò che quel periodo è significato per loro. “A quei tempi”, infatti, è l’emblematico titolo dello spettacolo, scritto e diretto da Graziana Lo Brutto e Chiara Seminara, con il videomapping di Andrea Merchán, che segue “Assurdoh!”, rappresentato nel 2022, “Moto per luogo” e “Z-Identity” andati in scena nel 2023. Tutti baciati da successo di critica e pubblico.

«Gli studenti, anche in questo spettacolo, hanno interagito tra loro recitando nella lingua ospitante. Ma Scena Erasmus è qualcosa che va ben oltre perché si instaurano rapporti di amicizia che durano nel tempo e ognuno di loro viene introdotto nella vita culturale della città», spiega Graziana Lo Brutto. 

A far da eco Chiara Seminara che si è soffermata sul «progetto arrivato a Catania nel 2022, ma che è in continua crescita». «Alla prima edizione erano 16 gli studenti partecipanti, oggi sono più di trenta e per la maggior parte sono stranieri – aggiunge la regista -. C’è un forte coinvolgimento di studenti stranieri e vogliamo crescere ancora. L’obiettivo è creare una compagnia che possa essere rappresentata per il 70% da studenti stranieri e il resto da italiani e che possa viaggiare sempre più in Europa tramite la rete di scambi europei che coinvolge altre università nell’ambito dei progetti Scena Erasmus e Eunice».

Una scena di "A quei tempi"

Una scena di "A quei tempi"

Una nuova produzione, dunque, inserita nelle attività del Centro universitario teatrale, e in particolar modo del progetto di una compagnia teatrale internazionale di studenti e studentesse ispirata da un’iniziativa ideata dall’Università di Valencia che, nel corso degli anni, ha aggregato anche le Università di Marburg (Germania), Padova, Cagliari e Catania in Italia, Pamplona (Spagna), Lodz (Polonia), Sofia (Bulgaria). Un canale efficace e creativo di garantire intense opportunità di scambio culturale tra gli universitari di varie nazionalità, aiutandoli inoltre ad apprendere le lingue dei vari Paesi.

E proprio da Valencia sono arrivati a Catania i fondatori del progetto internazionale: Josè Daniel Tormo Martinez, Marì Anna Rosa Aguilar e Valero Josep Vicente.

«Grazie a Scena Erasmus, in questi 15 anni, abbiamo trattato tantissimi temi: dal cambiamento climatico al populismo, dai migranti alle crisi economiche dei diversi paesi europei, dalle paure dei giovani e della salute mentale – hanno raccontato -. Dovete godervi appieno questo momento perché il progetto Scena Erasmus vi cambia la vita per sempre, vi darà una opportunità per essere più espressivi, più critici e saper conoscere le persone e soprattutto un’azione che non si ripete più nella vostra vita. Conoscerete persone di altri paesi diventando più belli. Benvenuti in Scena Erasmus».

Una scena di "A quei tempi"

Una scena di "A quei tempi"

Piena soddisfazione è stata espressa dal rettore Francesco Priolo che, nel consegnare gli attestati agli studenti-attori, ha rimarcato «l’importanza dell’esperienza Erasmus che consente di conoscere nuovi luoghi, di vivere nuove esperienze formative e soprattutto interagire e integrarsi con altri giovani in un contesto diverso». A seguire, proprio il sindaco Enrico Trantino, ha evidenziato come «lo spettacolo teatrale in sé rappresenti un momento fortemente aggregativo vissuto insieme realizzando un vostro sogno».

Al loro fianco anche la prorettrice Francesca Longo e il direttore generale d’ateneo Corrado Spinella insieme ai componenti del comitato scientifico del Centro universitario teatrale.

Protagonisti della performance – provenienti da diversi corsi di laurea dei dipartimenti dell’ateneo catanese - Kristine Badalyan (Armenia), Aleksandra Dudzińska, Tomasz Światłowski e Mária Váczi (Polonia), Rosanna Kurpiers (Germania), José Eduardo Luquín Rodríguez (Messico), Andrea Merchán Fernández (Spagna), Shadi Shahbazi (Iran), Pallavi Srivastava (India) Zofia Wieremiejczyk (Ungheria), Mohammad Munem Shahriar Hossain (Bangladesh) insieme con i colleghi Andrea Catalano, Giuseppe D’Amico, Federica D’Amico, Monica De Luca, Greta Agata Di Bartolo, Nunzio Emilio Di Francesco, Simone Di Mauro, Giada Fabiano, Chiara Galazzo, Chamar Gueye, Paolo Lanza, Chiara Leonardi, Federica Malpasso, Ludovica Partito, Giuseppe Pitruzzella, Giovanni Pio Raddusa, Antonio Rizza, Nadia Tomasi, Alice Vaccaro.

Gli studenti-attori insieme con i rappresentanti degli atenei di Catania e Valencia

Gli studenti-attori insieme con i rappresentanti degli atenei di Catania e Valencia