Al Dipartimento di Economia e Impresa sono stati presentati due volumi nell’ambito del convegno “Diritto Pubblico, economia e società: il caso dei piani di rientro sanitari”
Diritto Pubblico, economia e società: il caso dei piani di rientro sanitari. È il titolo del convegno che si è tenuta nei giorni scorsi nell’aula magna del Palazzo delle Scienze del Dipartimento di Economia e Impresa.
Un’iniziativa mirata a presentare due volumi che sono stati introdotti dal prof. Roberto Cellini, direttore del Dipartimento di Economia e Impresa.
«La presentazione dei due volumi di diritto pubblico rientra nell’ambito di iniziative seminariali organizzate dal professore Antonio Barone che ringrazio perché queste attività, oltre che ad interesse dei nostri studenti, lo sono anche per gli stakeholder – ha spiegato il prof. Roberto Cellini -. Nello specifico oggi vengono presentati due volumi: uno, dal taglio prettamente didattico, di diritto pubblico e oggi questa disciplina ha a che fare con sfide emergenti ed è importante che i nostri studenti abbiano consapevolezza di questo. Il secondo volume è sui piani di rientro del servizio sanitario, più specifico, dunque tanto importante per gli studenti quanto per i professionisti».
A tal proposito, in occasione della settima edizione del ciclo di seminari di diritto amministrativo e di diritto pubblico sono stati presentati due volumi: il primo, dal titolo Diritto pubblico per l’economia e gli studi sociali (Giappichelli, 2024), scritto dal prof. Antonio Barone, ordinario di diritto amministrativo al Dipartimento di Economia e Impresa dell’Università di Catania, insieme con il prof. Giovanni Serges, già direttore del dipartimento di Giurisprudenza e ordinario di Diritto costituzionale all’ateneo di Roma Tre, ed al prof. Carlo Colapietro, ordinario di Diritto costituzionale a Roma Tre; il secondo, I piani di rientro sanitari (Pacini Giuridica edizioni) del dott. Andrea Patanè, ricercatore all’Università di Bergamo.
E proprio il prof. Antonio Barone ha spiegato l’idea di fondo del suo manuale: «Accanto alla preparazione sui temi classici del diritto costituzionale, abbiamo costruito una parte “speciale” di diritto amministrativo al fine di consentire agli studenti di studiare nel dettaglio i contratti pubblici e la trasparenza amministrativa, ma anche tematiche nuove come l’amministrazione del rischio, l’amministrazione per algoritmi e sistemi di IA, il ruolo della Banca centrale europea, il ruolo dei sistemi antiriciclaggio».

Un momento dell'intervento del prof. Antonio Barone
«Si tratta di tematiche di diritto amministrativo dell’economia che tradizionalmente non rientravano nella trattazione manualistica tradizionale e che da tempo sono ormai fondamentali per cogliere le nuove opportunità del mercato del lavoro così come per superare i concorsi nella PA – ha spiegato -. Questo è quindi un manuale, già adottato in diversi atenei italiani, destinato prioritariamente agli studenti dei corsi di laurea di economia, scienze politiche, scienze della formazione della comunicazione e, più in generale, per i percorsi formativi diversi da quello in giurisprudenza. Sono felice di aver condiviso un così ambizioso progetto formativo con autorevoli colleghi come i professori Serges e Colapietro dell’Università di Roma Tre».
«La Regione Siciliana — ha continuato il prof. Barone in merito all’argomento sanitario — è da quasi vent’anni sottoposta ad un piano di rientro in materia sanitaria che sottopone le principali scelte in materia del governo regionale al costante monitoraggio e controllo da parte di un tavolo permanente costituito da rappresentanti sia del Ministero della Salute che del Ministero dell’Economia e Finanze. Questo approccio riduce l’autonomia regionale? Si è registrato negli ultimi vent’anni un miglioramento nella sanità siciliana o il divario nord-sud in materia sanitaria è aumentato anziché essere diminuito?. Proveremo a riflettere su questi interrogativi con gli autori dei volumi già richiamati e con la prof.ssa Maria Cristina Cavallaro, ordinaria di Diritto amministrativo a Palermo, ed il prof. Emilio S. Castorina, ordinario di diritto costituzionale al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Catania».
Proprio sugli interrogativi posti dal prof. Antonio Barone, è intervenuto il dott. Andrea Patanè: «La Sicilia è ormai prossima all’uscita dal piano di rientro, è una di quelle regioni che è riuscita a fare dei passi in avanti; non è una questione di ricchezza e povertà, anche perché il fondo sanitario nazionale eroga sia alle regioni più ricche che a quelle meno abbienti, ma di organizzazione cioè le regioni devono riuscire a dimostrare di garantire i livelli essenziali di assistenza e di riuscire a spendere quello che devono senza sprechi».
«Ci sono delle questioni strutturali, è vero, pensiamo alle regioni meridionali dove molti cittadini non hanno la possibilità di accedere a delle cure a pagamento, dunque c’è un ricorso alla sanità pubblica maggiore, ma il problema è organizzativo, il meridione deve riuscire a dimostrare di saper organizzare bene la propria sanità», ha aggiunto.

Il tavolo dei relatori
Andando nello specifico, riguardo a ciò che significa piano di rientro, il dott. Patanè ha sottolineato come «il piano di rientro è uno strumento che è stato introdotto a partire dal 2004 per riuscire ad aiutare quelle regioni che si trovano in una condizione di deficit economico nell’organizzazione sanitaria, ma anche di non garanzia dei livelli essenziali di assistenza: ogni regione deve, infatti, assicurare dei livelli essenziali nell’erogazione delle cure e delle prestazioni che dev’essere adeguata ad ogni servizio».
«In alcune regioni non soltanto questi livelli non sono garantiti, ma da un punto di vista economico vi è anche un deficit cioè spendono più di quello che il fondo nazionale per la sanità trasferisce dallo stato alle regioni – ha aggiunto -. Nel momento in cui lo Stato decide di sottoscrivere un accordo con una regione ne limita l’autonomia organizzativa; addirittura quando la regione non riesce a rispettare questo piano di rientro lo stato si sostituisce nominando un commissario ad acta, come ad esempio nella regione Calabria».
«Questo dal punto di vista costituzionale pone dei problemi, sia nel rapporto tra lo Stato e le Regioni, quindi all’interno del rapporto di autonomia che hanno le regioni nella propria organizzazione, sia perché in quelle regioni sottoposte ai piani di rientro, il piano comporta che la regione possa fare determinate spese e non altre e questo da un punto di vista dei cittadini viene percepito come una differenza ulteriore all’interno del paese. Il volume è uno studio al momento unico del panorama nazionale e rappresenta un’analisi completa di quello che è successo sui piani di rientro in questi dieci anni», ha detto in chiusura di intervento il dott. Patanè.
All’incontro sono intervenuti anche due importanti rappresentanti del mondo della sanità siciliana, il direttore amministrativo dell’Asp di Catania, la dott.ssa Tamara Civello, e la dott.ssa Monica Castro, direttrice amministrativa dell’azienda “Cannizzaro” di Catania, entrambe laureate al Dipartimento di economia dell’Università di Catania.