Prolungamento della stagionalità turistica tra sogno e realtà

Al Dipartimento di Scienze politiche e sociali sono intervenuti Toti Piscopo (Travelnostop), Sandro Billi (Centro studi turistici di Firenze), Giuseppe Minniti Traina (Federalberghi Sicilia)

Allegra Francesca Hardt

La destagionalizzazione dei flussi turistici ha ormai lasciato il posto ad un nuovo concetto chiave per governare il settore. A più livelli, infatti, si parla ormai più propriamente di allungamento delle stagionalità turistiche, come da tempo proposto dal quotidiano nazionale di turismo on line Travelnostop.com.

Una sfida che pone importanti implicazioni per il mercato turistico in termini imprenditoriali e di gestione delle destinazioni e su cui si incentrata il convegno Prolungamento delle stagionalità turistiche: tra sogno è realtà che si è tenuto nei giorni scorsi nell’aula magna di Palazzo Pedagaggi del Dipartimento di Scienze politiche e sociali.

Ad aprire Vincenzo Asero, docente del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali di Unict ed esperto di turismo, organizzatore e moderatore dell’incontro ha presentato gli ospiti.

A prendere la parola per primo è stato Toti Piscopo, Ceo della Logos srl Comunicazione e Immagine e direttore editoriale di Travelnostop.com. «Si tratta della newsletter più importante in ambito turistico che abbiamo in Sicilia», ha sottolineato il prof. Asero.

«È stato proprio Travelnostop a preferire il termine prolungamento della stagione turistica, a quello di destagionalizzazione: il turismo stagionale rimane ma viene affiancato da una finestra temporale più ampia, che permette ai visitatori di conoscere il mare e il sole della nostra isola ma anche borghi, città, gioielli artistici e culturali», ha aggiunto il prof. Asero.

«Punto di svolta per un nuovo modo di vedere al turismo, in Sicilia, è stata la pandemia del 2020 - ha spiegato Toti Piscopo -, e possiamo distinguere un turismo pre-pandemia ed uno post-covid». È proprio grazie allo stop forzato dei viaggi che è stato possibile accorgersi di quanto il turismo, considerato fino ad allora «la Cenerentola dei settori produttivi», giocasse un ruolo fondamentale per l’economia del Paese, facendo emergere «il desiderio di recuperare il senso della libertà, del piacere, della vacanza».

Un momento dell'incontro

In foto da sinistra Vincenzo Asero, Toti Piscopo e Giuseppe Minniti Traina

Il convegno ha permesso di porre la domanda su «quali siano le motivazioni che spingono le persone a viaggiare». Ai primi posti gli aspetti economici e climatici che invogliano a viaggiare, ma il turista cerca soprattutto un motivo per muoversi, portando gli operatori del settore a ripensare agli itinerari turistici in chiavi nuove.

«Manca ancora una visione strategica del turismo, ed è proprio su questo che dobbiamo puntare, perché siamo convinti che le nuove generazioni hanno a disposizione tutti gli strumenti per aprire i propri orizzonti e crearsi le basi per il proprio futuro», ha concluso il direttore di Travelnostop.

Partendo da queste riflessioni, il professor Vincenzo Asero ha messo in luce come «la destinazione turistica proietti sul mercato una propria immagine che è necessario curare, affinché la domanda possa rivolgersi proprio verso quella destinazione; è in questa prospettiva che il rapporto tra soggetto pubblico e privato diventa fondamentale, come fondamentale è anche il concetto di Destination management da cui dipende il successo o l’insuccesso dei prodotti turistici».

Su questo argomento è intervenuto, in video-collegamento, Sandro Billi, CEO Side note Scc PMO per il Centro Studi Turistici di Firenze che ha messo in evidenza come «il prolungamento della stagionalità turistica sia un ottimo strumento per evitare l’affollamento delle città nei periodi cosiddetti di alta stagione, senza però dimenticarsi della sostenibilità ambientale, economica e sociale e dai prodotti messi a disposizione per il turista».

«È necessario diversificare l’offerta», come ha spiegato Billi portando l’esempio della regione Toscana che propone tre offerte: i cammini, lo sport e gli eventi.

«I cammini rappresentano una potenzialità trasversale tra passeggiata e pellegrinaggio, legati molto al benessere mentale, che affascina tutte le generazioni, spinte in primo luogo dalla curiosità di riscoprire borghi e territori», ha detto.

«Anche lo sport può rappresentare un’ottima motivazione per viaggiare, generando flussi nell’immediato e una coda nel futuro di appassionati e amatori interessati a praticare sport anche in vacanza», ha aggiunto il relatore che ha portato l’esempio de l’Eroica, una gara ciclistica tenutasi nel 2024 che ha registrato la presenza di 9000 ciclisti in un piccolo comune del Chianti.

«Per coloro che sono più interessati al mondo degli eventi, l’esempio per eccellenza è il Lucca comics, che richiama ogni anno migliaia di curiosi e appassionati – ha aggiunto -. La presenza sul territorio di questi eventi porta risvolti turistici ed economici positivi, non solo nelle città protagoniste ma su tutto il territorio circostante, rendendo evidente l’importanza della collaborazione tra pubblico, privato ed istituzioni».

Concludendo il suo intervento, Sandro Billi ha puntato l’attenzione anche sul ruolo giocato dal «cambiamento climatico che porta con sé non solo l’allungamento della stagione turistica ma anche la nascita di nuove destinazioni sull’Atlantico o sul mare del Nord, concorrenti alle tipiche mete mediterranee».

Un momento dell'incontro

L'intervento della prof.ssa Pinella Di Gregorio, direttrice del Dipartimento di Scienze politiche e sociali

Ricollegandosi al discorso sui cammini, il professor Asero ha ricordato i tanti percorsi presenti in Sicilia e il nuovo cammino di cui lui stesso si è occupato nel libro di recente pubblicazione Il cammino dei briganti in Sicilia, portando in prima persona la testimonianza del fatto che «l’indole individualista sia controproducente: è fondamentale fare networking con i comuni vicini e con le istituzioni per fare conoscere queste opportunità ai turisti».

L’ultimo intervento ha messo al centro del dibattito il punto di vista delle aziende del settore turistico con l’intervento di Giuseppe Minniti Traina, presidente Federalberghi Messina e responsabile Formazione Federalberghi Sicilia.

Minniti ha puntato l’attenzione sull’importanza della qualità del personale delle strutture ricettive, perché «la prima cosa che un ospite nota è l’accoglienza che gli viene riservata». «Alle cordialità si deve affiancare però la conoscenza approfondita del territorio in cui si lavora, del suo patrimonio artistico, culturale, enogastronomico, per offrire al turista motivazioni forti per scegliere la Sicilia e per ritornare», ha aggiunto.

Tutti i relatori hanno sottolineato più volte anche le criticità su cui è importante lavorare: i voli per la Sicilia costosi e non sempre disponibili, i contratti per i lavoratori del settore, il decoro e la pulizia delle città.

Prima di concludere l’incontro, il professor Asero ha invitato tutti a riflettere su quali siano i prossimi passi da compiere per soddisfare le esigenze del settore e quali strumenti è necessario sviluppare. «Purtroppo ho dimenticato la palla di vetro per guardare al futuro – ha scherzato Piscopo –, ma bisogna continuare a lavorare per non restare impreparati di fronte alle richieste del mercato turistico, collaborando con gli operatori che sono impegnati sul campo ma soprattutto curando il territorio e rispettando gli standard di qualità che il turista, sempre più esigente, si aspetta».

A tirare le fila dell’incontro Pinella Di Gregorio, direttrice del Dipartimento di Scienze politiche e sociali, che ha evidenziato come «il tema del turismo sia fondamentale nel nostro dipartimento, e noi stessi lavoriamo per instaurare rapporti con il territorio e con coloro che vi lavorano, portando avanti un progetto culturale e formativo che ha delle ricadute socio-economiche su ogni cittadino».