I nuovi programmi per lo sviluppo territoriale, le transizioni e il mercato del lavoro al centro di un progetto Prin sviluppato da quattro atenei del Sud Italia
Formulare strategie regolative che sostengano la progettazione e l’impiego di strumenti di accompagnamento al lavoro, ma anche di formazione, di aggiornamento e di riqualificazione in particolar modo delle realtà socio-economiche e occupazionali delle regioni del Sud.
Sono solo alcuni obiettivi del progetto denominato Politiche attive del lavoro, divari Nord-Sud e aree di crisi. I nuovi programmi per lo sviluppo territoriale, le transizioni e il mercato del lavoro: ruolo degli attori pubblici e delle parti sociali che è stato selezionato come Progetto di Rilevante Interesse Nazionale (Prin) e ha ottenuto un finanziamento del Ministero dell’Università e della Ricerca.
Un progetto che guarda al Sud e in particolar modo alle aree delle quattro unità di ricerca che compongono il partenariato del progetto, ovvero l’Università di Catania con referente la prof.ssa Anna Alaimo, l’Università di Napoli Federico II con la docente Laura Tebano, l’Università "Gabriele D'Annunzio" di Chieti-Pescara con il prof. Valerio Speziale e l’Università del Molise con la prof.ssa Luisa Corazza.
A partire dalle più recenti novità in tema di servizi e politiche per l’occupazione - dal Pnrr ai più recenti programmi governativi (come quelli relativi alla Garanzia Occupabilità Lavoratori e al Piano strategico nazionale sulle nuove competenze) sino ai piani regionali per l’attuazione del Programma GOL – i ricercatori coinvolti nel progetto analizzeranno, fra l’altro, le novità legislative che affidano alla contrattazione collettiva decentrata funzioni proattive in materia di formazione, ricollocazione e transizioni dei lavoratori.
L’obiettivo sarà quello di sottoporre tali novità ad una verifica di coerenza con alcuni istituti chiave della riforma dei servizi per l’impiego e delle Politiche attive del lavoro del 2015.
I docenti Anna Alaimo, Laura Tebano, Valerio Speziale e Luisa Corazza
Migliorare l’accesso al mercato del lavoro
«A distanza di otto anni da quella riforma, sia il Pnrr, sia i fondi del programma Recovery Assistance for Cohesion and the Territories of Europe, generano grandi aspettative sulle possibilità di miglioramento dell’efficienza del sistema degli accessi al mercato del lavoro» spiega la prof.ssa Anna Alaimo dell’ateneo catanese, responsabile scientifico del progetto.
«Riprendere le fila della riforma del 2015, alla luce dei nuovi programmi e delle risorse finanziarie che oggi vengono immesse nel sistema, rappresenta una sfida per i soggetti pubblici (il Ministero, l’Anpal, le Regioni), per i soggetti privati (le agenzie, gli altri operatori privati, ma anche i sindacati) direttamente coinvolti, ma anche per l’osservatore giuridico esperto di diritto del mercato del lavoro che intenda mettere al servizio della prassi le proprie analisi, come quelle relative ai Piani regionali per l’attuazione del Programma GOL e dei contratti collettivi decentrati che collegano integrazioni salariali, formazione e PAL» aggiunge la docente dell'Università di Catania. «Partendo da queste analisi, l’osservatore giuridico esperto di diritto del mercato del lavoro può mettere a disposizione le proprie riflessioni e proposte di miglioramento della intelaiatura normativa che riguarda il mercato del lavoro delle transizioni» continua la docente.
Per questo, dopo avere individuato le principali criticità dell’attuale sistema di politiche attive del lavoro, la ricerca cercherà di «valorizzare il nesso tra politiche attive del lavoro e formazione, in un contesto in cui alle transizioni che riguardano gli accessi al mercato del lavoro, le ricollocazioni e la formazione dei lavoratori si aggiungono le transizioni che riguardano il sistema delle imprese come la transizione digitale e transizione verde», spiega la prof.ssa Anna Alaimo, ordinaria di Diritto del lavoro dell'Università di Catania.
In questo nuovo scenario, dunque, la formazione e l’espansione di nuove competenze costituiscono una leva fondamentale per favorire lo sviluppo dei territori e la ricomposizione dei divari territoriali (con particolare riferimento al Sud e alle aree interne).
Le linee di ricerca del progetto
Le linee della ricerca del progetto sono orientate su tre piani: strategie, soggetti e strumenti.
Nel quadro dell’asse strategico del Pnrr e dei nuovi strumenti offerti dal diritto dell’Unione europea, le strategie mirano ad incentivare la formazione nell’ambito di un piano di sviluppo che agisce sul lato della domanda (e non solo su quello dell’offerta) stimolando la nascita di un nuovo modello di sviluppo territoriale.
Al momento opportuno verranno considerate eventuali ipotesi di razionalizzazione delle disposizioni di legge sulla contrattazione collettiva deputata alla individuazione di percorsi di politica attiva e formazione e delle norme sul Fondo Nuove Competenze.
Quanto ai soggetti la ricerca mira a ridisegnare spazi e modi di operare dei servizi pubblici per l’impiego che restano essenziali per il buon funzionamento del sistema; a rilanciare il ruolo delle parti sociali, attraverso la valorizzazione di quella contrattazione collettiva – soprattutto decentrata - che riconnette la gestione della crisi aziendali alle politiche attive del lavoro ma anche a riconsiderare il ruolo degli operatori privati nel mercato del lavoro, dato che l’intelaiatura legislativa riguardante il rapporto fra operatori pubblici e operatori privati risale alla cd. “riforma Biagi” del 2003 (artt. 4 ss. d. lgs. 276/2003).
Gli strumenti sono, invece, incentrati, seguendo le linee del programma GOL, sulla programmazione negoziata territoriale, finalizzata a promuovere la riattivazione delle competenze mediante uno sviluppo dal basso, con il coinvolgimento dei diversi attori del territorio, ivi incluso il terzo settore.
Complessivamente l’obiettivo del progetto è quello di individuare rimedi istituzionali in grado di coadiuvare e stimolare il raggiungimento degli obiettivi posti dai più recenti programmi governativi; modelli organizzativi utili ad indicare, monitorare ed aggiornare il set di competenze trasversali richieste dal mercato alle persone in cerca di prima occupazione o in transizione da un’occupazione ad un’altra, anche al fine di migliorare l’attività dei centri per l’impiego pubblici; soluzioni di raccordo tra normativa nazionale e regionale; soluzioni idonee a colmare i gap fra le più virtuose regioni del Centro-Nord e quelle del Sud.
Tra gli obiettivi anche eventuali ipotesi di razionalizzazione delle disposizioni di legge sulla contrattazione collettiva deputata alla individuazione di percorsi di politica attiva e formazione e sul Fondo Nuove Competenze e, inoltre, soluzioni giuridicamente idonee a sostenere il sistema degli incentivi alle assunzioni in rapporto alla disciplina europea degli aiuti di Stato.
Nel quadro degli strumenti di gestione delle politiche attive, una parte della ricerca sarà, infine, dedicata all’utilizzo di strumenti specifici, mutuati dalla contrattazione collettiva, che consentono di promuovere un efficace contrasto alle mafie e alle infiltrazioni nel mercato del lavoro di soggetti legati alla criminalità organizzata.