Conversazione con Sarah I. Belmonte, autrice de "La musa scarlatta"
L’Etnabook festival ci ha regalato tante storie di donne e uomini, di tanti autori e autrici che hanno mostrato al pubblico il “potere delle parole”. Ed è con la presentazione del nuovo libro di Sarah I. Belmonte, La musa scarlatta (Rizzoli 2023), che si è conclusa la quinta edizione del festival.
La protagonista del romanzo è Olympe, «una donna intelligente – come ha affermato l’autrice – che ha saputo guardare nel suo tempo perfettamente e in maniera pratica», e che ha fatto del potere delle parole la sua arma pacifica durante la Rivoluzione francese, con la consapevolezza che il suo messaggio avrebbe risuonato nel tempo.
Prima della presentazione del libro al pubblico, che si è svolta con la partecipazione di Lucio Di Mauro, abbiamo avuto modo di dialogare con l’autrice sulle idee che stanno alla base del romanzo e sulla particolare figura di Olympe.
Olympe de Gouges ebbe un ruolo importante nella storia europea, prima e durante la Rivoluzione francese, eppure oggi la sua figura è poco ricordata. Da dove nasce la scelta di parlare di questa donna?
«Nasce proprio da questo: Olympe de Gouges ha avuto un ruolo importante nella nostra Europa ma è rimasta sconosciuta. Quando ho capito che lei si era un po’ persa nelle maglie della storia, ho iniziato a studiare e a capire il perché fosse stata abbandonata; una volta capito il motivo, mi è venuta proprio voglia di parlare di lei», racconta l'autrice.
Olympe è stata una donna che ha lottato per le donne, per gli emarginati, per chi è considerato “diverso”, cercando di sensibilizzare la società del suo tempo. Come il suo lavoro e la sua lotta possono diventare un esempio da seguire ai giorni nostri?
«A volte quando ci si approccia a una figura come quella di Olympe, ci si può chiedere cosa possa interessare di una donna vissuta 200 anni fa: si possono trovare delle risposte grazie alla sua visione universale del mondo, tanto che, se noi leggessimo un pezzettino di Olympe al giorno, probabilmente riusciremmo a imparare molte cose. Il tempo ci porta a dimenticare determinati personaggi storici e credo che la nostra contemporaneità sia un momento importante per rivalutare donne come lei».
E quindi qual è la visione della società, della vita e dell’amore di Olympe in un momento in cui era difficile affermarsi come donna?
«Io credo che lei avesse una visione della vita molto particolare; è stata costretta a sposarsi, quindi aveva una visione dell’amore – che poi ha influenzato anche la sua visione della vita – che non era ‘canonica’, rispetto a quella di una ragazza francese ricca dello stesso periodo. Quindi la sua concezione della vita è un po’ triste e malinconica. Lei si è resa conto che, come essere umani e come donne, abbiamo gli strumenti per fare certi cambiamenti; cambiamenti che non implicano l’uso delle armi ma altri mezzi: le parole. È sicuramente una visione molto all’avanguardia, universale, ma Olympe riteneva che non si era ancora pronti e forse non lo siamo nemmeno adesso», continua Sarah I. Belmonte.
Ci sono aspetti della storia di Olympe in cui Lei si rivede e che le hanno lasciato un segno?
«Io sono un tipo molto malinconico e questa donna mi ha colpito perché ha dentro molta forza. Oltre a questa idea romantica dell’essere malinconiche entrambe, è nella volontà che lei mette e nella convinzione che le parole abbiano una forza intrinseca; è quello che credo io quando scrivo i romanzi. Penso che probabilmente qualcuno, uno su un milione, può anche essere cambiato da ciò che si scrive e Olympe lo dice apertamente: le parole cambiano le persone», spiega.
Le andrebbe di dirci qualcosa riguardo al titolo?
«Lei si definiva “la musa barbara”, però non mi piaceva richiamare gli scritti politici di Olympe già nel titolo. In quel momento stavo leggendo La lettera scarlatta e ho trovato nelle due protagoniste notevoli somiglianze, come se fossero due specchi. Olympe ha vissuto in un mondo di “scarlatto”, quello del sangue e della bandiera francese; è quindi un colore presente in quel periodo. Così mi è venuta l’idea de La musa scarlatta e Rizzoli ha approvato», sottolinea l'autrice.
L'autrice Sarah I. Belmonte a Etnabook 2023
Come ha proceduto per la scelta della copertina?
«Quando si arriva ad un certo livello, quindi si è in case editrici come Rizzoli, c’è chi si occupa delle cover e le sottopone all’autore, e quest’ultimo se ne innamora. Io sono stata molto fortunata sia per questo che per il romanzo precedente [La pittrice di Tokyo, 2022]; Rizzoli, secondo me, ha realizzato delle copertine che rispecchiavano proprio le mie due donne», racconta Sarah I. Belmonte.
Le farebbe piacere se venisse realizzata una trasposizione cinematografica o televisiva del suo romanzo?
«Sì – continua –. C’è un ritorno fortissimo alla Rivoluzione francese e a Maria Antonietta e, perché no, anche per Olympe mi piacerebbe moltissimo. Lei è un personaggio bellissimo, molto travagliato e affascinante. Però vi posso dire che il libro è stato d’ispirazione per una piccola compagnia teatrale che sta realizzando una pièce su Olympe, che penso verrà messa in scena nel 2024. È già un piccolo mattoncino».
Secondo Lei, oggi è difficile affermarsi nel mercato librario? Cosa direbbe a una giovane scrittrice o a un giovane scrittore che intende percorrere questa strada?
«Scrivi. Prima scrivi, perché scrivere e il mondo dell’editoria sono due cose completamente differenti. Scrivere è una pulsione, che si avverte quando hai un’idea e la butti giù. Quello che mi sento di dire è inizialmente scrivi e poi studia, studia il mondo editoriale perché una volta che hai capito tutti i meccanismi certi errori non li fai», aggiunge.
Cosa pensa del mondo del booktok?
«Lo adoro! Inizialmente è stato sottovalutato, secondo me, perché è stato visto come una sorta di rivincita dei piccoli lettori di romance e di fantasy. Adesso, invece, anche nelle librerie si vedono scaffali dedicati ai libri di TikTok, quindi dico Avanti tutta! – dice sorridendo –. È anche vero che ci sono fenomeni brevissimi, però c’è molto di buono ed è una cosa bellissima che i ragazzi arrivino alla lettura tramite i social».