Oliveri: primo giorno da presidente

Intervista ‘a caldo’ del docente Unict ed ex presidente Cinap, con un trascorso da schermidore, neoeletto alla guida del Cus Catania 

Mariano Campo

«En garde!...Allez». Massimo Oliveri sorride e promette di usare il fioretto e non la sciabola, in questa sua prima intervista da nuovo presidente del Cus Catania, ripescando per l’occasione il suo lontano passato da schermidore agonista: «Avevo 9 anni: fui accompagnato dall’olimpionico Francesco Mannino in una palestra polverosa in via Vittorio Emanuele, dove ci si allenava a infilzare i topi, almeno così si raccontava. La prima tuta me la consegnò Giovanni Arcidiacono, responsabile della scherma e futuro presidente del Cus. Per me fu una grandissima emozione. Mi distinsi in diverse gare regionali e nazionali, ma a 19 anni purtroppo dovetti smettere per problemi fisici».

L’altro suo grande amore, come si intuisce sin dalla foto del profilo Whatsapp, è la moto. «In realtà tutti i motori – precisa -. Da ingegnere meccanico me ne sono occupato praticamente in maniera costante. Negli anni siamo riusciti a fare tanti studi scientifici con la Ducati, a Unict abbiamo sviluppato per primi un codice di calcolo inedito e che adesso utilizzano tutte le case, e questo per me è un motivo di orgoglio. E sono altrettanto fiero di avere tanti ex allievi che oggi lavorano come progettisti alla Ducati, alla Lamborghini, alla Ferrari e a Stellantis, a cui sono riuscito a trasmettere la mia stessa passione». «La moto per me – conclude - è un sinonimo di libertà. Significa percorrere strade, stare a contatto con la natura: l’ho sempre fatto e spero di continuare a farlo ancora per tanti anni, fin quando il fisico mi sosterrà».

Ci riceve nella sua nuova stanza stracolma di trofei, i ‘gioielli’ del glorioso sodalizio catanese, interrompendo per un attimo il briefing con il segretario Marco Fichera, l’uomo dei numeri e dei ‘conti’. Adesso appare visibilmente più rilassato. Ha fatto il pieno di messaggi di congratulazioni e, dopo aver presieduto la prima seduta del nuovo consiglio direttivo, prende la rincorsa per affrontare l’appuntamento del 13 maggio, la prima assemblea ordinaria dei soci del nuovo corso, e soprattutto per lasciare la sua impronta in questo scorcio di mandato iniziato nel 2024 con la riconferma di Luigi Mazzone, eletto poi alla guida di Federscherma nazionale.

«Pur trattandosi di un lasso di tempo limitato – meno di due anni, come sottolinea – confido comunque di poter realizzare la maggior parte delle iniziative che abbiamo presentato in sede di candidatura». Al suo fianco avrà i consiglieri Lorenzo D’Arrigo (riconfermato vicepresidente vicario), Alberto Cigalini, Giuseppe Cirelli, Stella Di Stefano, Carlo Mammana, Simona Pandolfo e Alberto Toscano, freschi anch’essi d’investitura, con il compito di governare un sodalizio sportivo con un bilancio di circa 3 milioni di euro all’anno (390 mila euro sotto forma di contributo dall’Ateneo), per sostenere le 18 sezioni agonistiche e le attività degli oltre 5 mila iscritti.

Volti tesi, sorrisi appena accennati, nervosismo palpabile, sala strapiena e frenetici conciliaboli tra i soci votanti e i semplici osservatori. La ‘fotografia’ dell’assemblea straordinaria del Cus Catania del pomeriggio del 15 aprile, che aveva all’ordine del giorno l’elezione del presidente e del nuovo consiglio direttivo, rifletteva la tensione dell’attesa per questa votazione, giunta al culmine di una campagna elettorale indiscutibilmente animata. «Bastano dieci voti che si spostano da qui a lì, e cambia il presidente», suggeriva un navigato conoscitore delle vicende cusine, offrendo un’accreditata chiave di lettura dell’atmosfera pre voto.

Il prof. Massimo Oliveri

Il prof. Massimo Oliveri nella sala dei trofei del Cus Catania

Alla disfida delle urne sono arrivati da una parte Oliveri, già ordinario di Disegno e Metodi dell’Ingegneria industriale, un decennio trascorso alla guida del Centro per l’inclusione attiva e partecipata per tutti gli studenti con disabilità e/o DSA, diversi ruoli all’interno del Cus come consigliere e vicepresidente dal novembre 2019 al 2024. Dall’altra Ezio Barbagallo, associato di Biochimica degli alimenti e della nutrizione al Biometec e attuale delegato del rettore in seno al Cus, che «ha calcato il prato dell’hockey sin da bambino».

«Teniamo bene a mente che tutti indossiamo la stessa maglia – ha esortato il ‘traghettatore’ D’Arrigo, aprendo i lavori dell’assemblea -. Vi invito alla serenità e alla lealtà, al confronto pacato e non allo scontro. L’obiettivo comune dev’essere di lavorare per garantire efficienza e funzionalità al nostro Cus, a tutela dello sport». Il risultato finale, proclamato dall’olimpionico Mino Ferro, designato per acclamazione presidente della commissione elettorale, è stato: 70 preferenze per Oliveri, 41 per Barbagallo, una scheda bianca.

Allez, professore Oliveri. Che campagna elettorale è stata, secondo lei?

«Senza dubbio intensa, anche stancante. E’ un bene che ci siano stati due candidati, la dialettica interna è sempre un buon segnale. Io ho voluto fare leva su un accordo preventivo con sette candidati al consiglio e ho condiviso con loro tutte le proposte. Insieme abbiamo buone possibilità di realizzare quelle idee che abbiamo messo nero su bianco. I toni del confronto, in alcuni momenti, sono stati un po’ cruenti, è vero. Mi sono state attribuite alcune affermazioni che non ho mai fatto, nel tentativo di colpirmi o di sminuirmi. Ma alla fine sono contento di com’è andata».

Durante l’assemblea è rimasto tutto il tempo seduto accanto al suo predecessore Luigi Mazzone, escrimeur come lei. L’attuale ‘numero uno’ della scherma italiana era visibilmente fra i più tesi, e nel corso della serata ha incassato senza batter ciglio alcune delle critiche che gli sono state rivolte da candidati o soci che hanno preso il microfono. La sua vicinanza in aula denota anche una vicinanza programmatica? E quale giudizio ritiene di esprimere sul lungo mandato del prof. Mazzone?

«Ho lavorato a fianco di Luigi quand’era commissario e anche durante la prima presidenza. Il mio è un giudizio assolutamente positivo sul suo operato. Tanti anni fa ha preso il Cus in una condizione veramente precaria e lo ha rilanciato anche dal punto di vista agonistico. Ricordo che sono stato tra quelli che ha preteso il commissariamento a causa della situazione economica disastrosa precedente. Oggi abbiamo risultati prestigiosi nella scherma e in altre discipline. Poi è evidente che chi lavora può anche sbagliare, quindi non escludo che Mazzone possa anche aver fatto qualche errore, ma questo può starci. Però mi sono sembrati ingiusti tutti quegli attacchi. Perché ero seduto accanto a lui? Perché se mi fossi seduto dalla parte opposta sarebbe apparso come un voler prendere le distanze, e sarebbe stato vigliacco da parte mia. Non prendo le distanze da Luigi Mazzone, ma è evidente che io non sono lui».

«Cercherò di guidare il Cus raccogliendo le sue indicazioni ma affrontando i problemi con la mia sensibilità e con il pieno avallo dell’intero consiglio direttivo, confrontandomi con i soci, con il personale e con gli atleti e raccordandomi con la governance dell’Università – aggiunge -. Qualsiasi scelta, anche strategica, dev’essere infatti presa in comune accordo con il rettore, il direttore generale e il Comitato per lo sport. Aggiungo, come ho detto in assemblea, che mi ispirerò a una massima del padre della psicologia analitica, Carl Gustav Jung: “Sei ciò che fai, non ciò che dici di fare”. Per questo il mio programma elettorale era soprattutto un insieme di idee, non di promesse. E tutti avranno l’opportunità di poter giudicare ciò che riuscirò a fare insieme al mio consiglio, cercando di mettere in atto nel migliore dei modi quanto sarà utile e fattibile».

Un momento dell'intervento

Il prof. Massimo Oliveri mentre illustra il suo programma il giorno delle elezioni

Dopo che Mino Ferro ha ufficializzato l’esito dello scrutinio, lei ha subito dichiarato “Sarò il presidente di tutti”. È ciò che si dice in questi casi, oppure ha davvero intenzione di far proprie anche alcune delle istanze di cui si è fatto portabandiera il prof. Barbagallo, come ad esempio la richiesta di maggiore trasparenza?

«E' vero, sembra una frase di circostanza, ma nel mio caso non è assolutamente così – spiega -. Scegliere di votare per la persona che più si ritiene vicina al proprio modo di pensare è il sale della democrazia, ed è un dato di fatto che molti dei soci abbiano sostenuto il professor Barbagallo. Ma chi viene eletto alla fine deve ‘governare’ anche a beneficio di coloro che non l’hanno designato. E in questo senso, io ho chiesto la partecipazione e la collaborazione di tutti, innanzitutto dello stesso prof. Barbagallo. Siamo amici e colleghi, sarei molto lieto che Ezio continuasse a dare il proprio apporto, in qualunque ruolo. Sulla trasparenza siamo perfettamente d’accordo, troveremo un sistema per garantire ai soci l’accesso telematico ‘protetto’ ai documenti riguardanti il bilancio. Al momento, comunque, ciò è già possibile tramite una richiesta in segreteria».

«L’altra idea che condividiamo riguarda un maggiore coinvolgimento dei soci, non soltanto in occasione dei momenti previsti dallo statuto, ma organizzando degli incontri periodici nei quali sia possibile affrontare vari argomenti – aggiunge -. Infine, entrambi aspiriamo ad incrementare il numero di studenti e delle studentesse che frequentano gli impianti sportivi, andando per esempio incontro all’esigenza degli iscritti nei dipartimenti umanistici con degli appositi impianti nelle aree centrali della città. Ne parleremo con il rettore e il direttore generale. E poi dobbiamo riuscire a fornire un’informazione dettagliata sul ventaglio delle nostre opportunità raggiungendo tutte le matricole: i nostri sono tra gli impianti più belli in Italia e il clima ci favorisce, è indispensabile che tutti li conoscano in maniera da essere invogliati a frequentarli».

Dieci anni alla guida del Cinap sono senza dubbio un’esperienza importante. Cosa si porterà dietro di questa attività nel suo nuovo incarico alla guida del Cus?

«Colgo l’occasione per ringraziare i rettori Pignataro, Basile e Priolo che mi hanno affidato e poi riconfermato questa delega – ci tiene a sottolineare -. L'esperienza del CINAP mi ha fatto crescere, soprattutto dal punto di vista umano. E poi ricordo che sono anche il dirigente della squadra di basket in carrozzina. La mia idea è quella di sviluppare ancora di più il settore paraolimpico con il rugby, il sitting volleyball e l'atletica, in modo da aprire sempre più le nostre strutture alle persone con disabilità. Intendo ufficializzare la convenzione, già operativa, che consente agli studenti e alle studentesse iscritti ai servizi del Cinap di usufruire gratuitamente delle palestre del Cus, estendendo questa possibilità anche ad altri studenti e al personale dell’Università. Penso che dal punto di vista sociale questo sia molto importante, così come altre iniziative avviate in passato che vanno proseguite e possibilmente incrementate».

Il prof. Massimo Oliveri

Il prof. Massimo Oliveri

Fra i compiti del presidente c’è anche la rappresentanza legale e istituzionale del Cus, il che le permette di dialogare a tu per tu con le istituzioni cittadine e regionali, oltre che con la governance dell’Ateneo. Cosa chiederà al sindaco Trantino e al presidente Schifani?

«La richiesta ricorrente sarà quella di collaborare e sostenere tutte le attività sportive del Cus – precisa -. Ma al tempo stesso siamo disponibili a partecipare alle attività promosse dal Comune. Penso ad esempio alla bellissima immagine del corteo studentesco che sfila in via Etnea in occasione del Palio d’Ateneo, uno dei frutti di questa collaborazione. Non possiamo fermarci a questo, magari chiederò al sindaco e all’assessore allo sport un sostegno per colmare il gap legato alla disponibilità di una piscina. La condivisione con gli altri enti locali potrebbe essere utile per colmare quelle piccole lacune che tuttora abbiamo e, naturalmente, il Comune e la Città metropolitana potrebbero appoggiarsi sui nostri impianti, tramite delle convenzioni. Ferma restando la precedenza che dobbiamo agli studenti e ai soci, possiamo aprirci maggiormente a tutta la città, secondo me».

Quale ‘tweet’ vuole lanciare agli studenti e alle studentesse dell’Università di Catania, soprattutto a quelli che non conoscono ancora il Cus?

«Ho studiato al liceo classico, quindi banalmente rispolvererei “Mens sana in corpore sano”, una massima che vale sempre. Ma vorrei anche declinarla in questo modo: qui al Cus abbiamo avuto atleti eccellenti che sono stati anche studenti eccellenti, come Angelo Arcidiacono, medaglia d’oro nella sciabola all’Olimpiade di Los Angeles 1986, che per me era come un fratello. Il consiglio è quindi di abbinare allo studio una disciplina sportiva: grazie ai nostri bellissimi impianti - dico ai ragazzi e alle ragazze - possiamo offrirvi delle ottime opportunità, a partire dalle palestre per finire con la chance di far parte delle squadre agonistiche che in questi anni ci hanno dato numerosi risultati di cui essere orgogliosi».

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