Il maestro Alberto Alibrandi si è esibito in un solo piano recital nell’ambito del cartellone del Catania Summer Fest
Il suggestivo scenario del corte “Mariella Lo Giudice” di Palazzo Platamone ha ospitato il pianoforte del maestro Alberto Alibrandi che ha incantato gli ascoltatori con un programma variegato: accanto a composizioni originali, sono stati eseguiti brani di Petrucciani, Swallow, Corea e Coltrane.
Il concerto, che è stato organizzato dal Conservatorio Vincenzo Bellini e promosso dall’assessorato alla cultura del comune di Catania, ha visto una intensa partecipazione del pubblico.
Un microfono è stato posizionato al margine sinistro del palco, strumento del quale l’artista si è servito varie volte, durante la serata, per annunciare i brani e dare qualche informazione sul contesto entro cui hanno avuto origine.
Il maestro ha aperto la serata con una sua originale composizione: Waltz senza nome; come egli stesso ha dichiarato al pubblico alla fine di questa prima esecuzione, spesso egli impiega molto più tempo nel trovare un titolo evocativo di quanto in effetti ne spenda per portare a termine la composizione stessa, motivo per il quale ha scelto di mantenere il brano senza titolo.
Altri tre brani originali, I remember Burth, Ombre Cinesi e Reasons, sono stati eseguiti successivamente: il “tocco” dell’artista e la sua impeccabile gestione delle dinamiche, attraverso cui ha reso il suono a tratti “leggero e delicato” a tratti “impetuoso, energico e travolgente”, sono stati fondamentali al fine di riuscire a condurre l’ascoltatore in una dimensione altra.
Sul finale del quarto brano, il maestro ha ironicamente e sapientemente “giocato con i rintocchi” alternando le note del pianoforte al suono delle campane che proprio in quel momento rintoccavano l’ora.
Il maestro Alberto Alibrandi
A conclusione della prima parte del concerto, sono state regalate al pubblico le interpretazioni di: It’s a dance di Michel Petrucciani, una ballad che ha lasciato meno spazio, rispetto alle precedenti esecuzioni, a tensioni armoniche, nonostante il maestro nel solo del brano non abbia rinunciato all’uso di scale e patterns dinamici; e Ladies in Mercedes di Steve Swallow, una bossa nova energica e brillante.
Nella seconda parte del programma, sono state eseguite altre composizioni originali: Campane di Neve brano la cui melodia evoca, appunto, il timbro squillante delle campane; un’ora, una notte, una ballad romantica; e La voce, che ricorda quasi un vocalizzo.
Qui, il compositore si è soffermato al microfono, per ribadire la necessità della voce, nella storia e nella vita, dell’importanza di dare voce ai nostri ideali: “Non dovremmo mai stare zitti, dovremmo sempre far sentire la nostra voce, oggi più che mai, di fronte alle vicende intollerabili che accadono nel mondo”, ha affermato.
Il concerto è proseguito con Spain, un omaggio che il maestro ha voluto fare ad un pilastro del jazz, a Chick Corea, seguita dall’interpretazione di Giant Steps di John Coltrane, esecuzione caratterizzata da un solo ricco di dissonanze. In chiusura, e dopo aver calorosamente ringraziato il pubblico presente, il pianista ha nuovamente attinto al suo repertorio compositivo con Deep heights, anche questo brano si è contraddistinto per la dissonanza e la tensione armonica.
Il maestro Alberto Alibrandi
Alberto Alibrandi nasce a Catania nel 1959, si diploma in Pianoforte, sotto la guida della Maestra Gabriella Cosentino, all’Istituto Musicale “Vincenzo Bellini” di Catania, ove successivamente comincia ad esercitare il ruolo di Maestro accompagnatore, mansione che svolge tutt’oggi.
Nel corso degli anni, svolge attività musicali di vario tipo: in qualità di pianista classico riceve premi e riconoscimenti in numerosi concorsi ed realizza registrazioni per l’emittente radiotelevisiva Rai; matura, inoltre, esperienze nel campo della musica rock ed in quello della composizione per balletti e spettacoli teatrali.
Successivamente si avvicina al jazz, esperienza segnata dalla partecipazione a numerosi festival, rassegne musicali e seminari.
Importanti anche le sue frequenti collaborazioni e registrazioni con artisti del calibro di Paul McCandles, Enrico Rava, Gian Paolo Ascolese, Massimo Morriconi, Tullio De Piscopo, Rosalba Bentivoglio, Nello Toscano, Mauro Negri, Claudio Fasoli, Paolo Fresu, Gioconda Cilio e Stefano Maltese.