Dalla parte di chi sta ai margini: alla scoperta delle "Parole d’altro genere", l'ultima fatica della socio-linguista Vera Gheno
Molto attiva sui social e non solo, Vera Gheno ha collaborato per vent’anni con l’Accademia della Crusca e oggi si batte per la promozione dell’inclusività nella lingua italiana, dentro e fuori le piattaforme social.
Oltre a dedicarsi alla scrittura saggistica e divulgativa, è anche ideatrice e conduttrice del podcast Amare Parole.
Nei giorni scorsi, nella sala conferenze della libreria Mondadori MA, la sociolinguista e attivista Vera Gheno ha presentato la sua ultima opera, Parole d’altro genere. Come le scrittrici hanno cambiato il mondo (edita da Rizzoli).
A metà tra un dizionario e una curatela rigorosamente femminista, il libro traccia un percorso ideale che trova il suo punto di partenza nell’antica Grecia e nella poetessa Saffo per giungere fino alla Sicilia di oggi, attraverso l’opera di un’altra poetessa, la siracusana Giovanna Cristina Vivinetto, giovane insegnante transgender discriminata e ingiustamente licenziata dalla scuola in cui insegnava.
Si tratta di un progetto di grande respiro che, nelle intenzioni della curatrice, vorrebbe provare a colmare l’inaccettabile sottorappresentazione o, nei casi estremi, l’assenza delle donne nei testi scolastici e nei saggi o nei manuali accademici di qualsiasi disciplina.
Non solo scrittrici, dunque, ma anche sante, scienziate, filosofe, artiste: Gheno ha ridato lustro a quarantadue donne, diverse tra loro, che la storia aveva relegato ai margini o il cui ricordo iniziava a sbiadire, creando un interessante dialogo tra passato e presente tramite l’accostamento, per ognuna delle protagoniste, di altrettante autrici contemporanee.
Si è così invitati ad ampliare le proprie conoscenze su temi che, nel corso del tempo, non hanno mai perso la loro centralità nel dibattito pubblico, come ad esempio il divorzio, l’aborto, l’ingiustizia discorsiva e la disobbedienza, per citarne alcuni.
Un momento della presentazione del libro, da sinistra Martina Asero e Vera Gheno
In dialogo con la scrittrice catanese Martina Asero, che ha moderato l’incontro, la sociolinguista ha spiegato le ragioni che l’hanno portata ad accettare l’incarico proposto da Caterina Campanini, la sua editor, con le relative difficoltà economiche legate alla produzione di un’antologia e alla successiva promozione del volume.
«Se tu chiami un libro antologia non vende» ha dichiarato scherzando l’autrice, alludendo ai ricordi degli anni di scuola che il termine suscita nella maggior parte delle persone.
Ma scoprire o, in certi casi, riscoprire queste figure femminili si è rivelato un viaggio capace di svelarle – secondo le sue stesse parole – «le cose della vita». Quelle ricordate nel volume sono donne provenienti dalle più svariate parti del mondo, di diversa estrazione sociale e culturale, che hanno contribuito, ciascuna a proprio modo, all’emancipazione femminile.
Anche per questo motivo Gheno non ha mancato di porre attenzione alla loro identità di genere e all’orientamento sessuale; dettagli, questi, spesso eliminati dalle biografie delle autrici al fine di creare una narrazione rassicurante per studiosi e lettori.
Nel corso del suo intervento, inoltre, la curatrice non ha esitato ad affrontare il tabù della disabilità e la lotta contro l’abilismo (il pregiudizio secondo cui un corpo abile sia la norma, al contrario di uno disabile) richiamando gli argomenti del ventunesimo capitolo del volume, dedicato alla scrittrice sordocieca Helen Keller, vissuta tra la fine dell’Ottocento e la metà del Novecento.
Tra le grandi assenti del suo testo, ha ammesso Vera Gheno, si trova anche la scrittrice Goliarda Sapienza. La verità è che sono ancora molte le autrici meritevoli di uno spazio tutto per loro – per riprendere il titolo del celebre saggio di Virginia Woolf del 1929 – e che potrebbero ispirare non soltanto le nuove generazioni ma anche quelle precedenti. La strada è ancora lunga, ma certamente ricca di tesori da scovare.
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