Mille e una vignetta: panoramica sul fumetto arabo contemporaneo

Ultimo appuntamento dei seminari interdipartimentali “Conoscere il mondo islamico” promosso dal Dipartimento di Scienze umanistiche

Adriana Matarazzo

Il fumetto in passato veniva visto come un prodotto per bambini o era legato alla dimensione comica. Non se ne capivano le reali potenzialità per un pubblico adulto. Con questo stimolante sguardo si è concluso nell’Auditorium del Monastero dei Benedettini il nono ed ultimo incontro del ciclo Manifestazioni artistiche islamiche fra passato e presente 2024, presentato dalla professoressa di Storia dei Paesi islamici Laura Bottini (coordinatrice dell’iniziativa insieme a Cristina La Rosa e Mirella Cassarino, docenti di Lingua e letteratura araba).

L’appuntamento ha ospitato Cristina Dozio, professoressa di Lingua e letteratura araba dell’Università degli Studi di Milano, autrice della monografia Laugh like an Egyptian: Humor in the Contemporary Egyptian Novel (De Gruyter, 2021) e studiosa della nona arte a cui è stato dedicato l’evento per la sua centralità che riveste nel panorama storico e contemporaneo.

Gli albori

L’incontro si è aperto con una breve parentesi sul fumetto arabo-palestinese con il graphic novel "Palestina" di Joe Sacco, il personaggio di Naji al-Ali, Hanzala, un eterno bambino di spalle diventato ormai parte della cultura palestinese, e il novel litografico "Racconto Palestina" di Sabaneeh.

Durante il seminario Cristina Dozio ha offerto al pubblico di studenti e studentesse un approfondimento sul fumetto arabo dell’Egitto e del Libano partendo dalle origini e descrivendone le principali tematiche. L’avvento del fumetto nei due territori risale alla diffusione della stampa nel 1821 con un taglio principalmente satirico (come con le riviste Abu Naddara, Cairo Punch e le vignette di Sarojan). L’altro genere più diffuso era legato a fumetti per bambini con funzione didascalica: sono stati ricordati Sindibad, Samir, gli adattamenti di Mickey Mouse (soltanto Mickey in Egitto) e Tin Tin.

Racconto Palestina di Sabaneeh

Racconto Palestina di Sabaneeh

Gruppi organizzati e iniziative culturali

Ma l’apporto più importante nella storia dei fumetti dell’area è stato dato da alcuni collettivi, organizzazioni prevalentemente indipendenti, autofinanziate ed ispirate ai singoli artisti: Jad e Samandal in Libano; TukTuk in Egitto; Lab619 e SkefSkef in Tunisia.

I membri di queste produzioni si presentano in maniera così diversa tra loro da offrire un’ampia gamma di stili e tematiche. Il fumettista Magdy El Shafee, in Metro, per esempio ha affrontato l’insofferenza per la situazione politica egiziana. Le questioni di genere, con particolare attenzione alle molestie e alla relazione con il proprio corpo, sono state al centro della rivista femminista Shakmagiya e dei graphic novel Titties e Hshouma (non esenti dalla censura). 

Molte storie familiari, invece, sono diventate di interesse pubblico grazie alla fumettista Lena Merhej di Samandal in Marmellata con laban (come mia madre è diventata libanese). Nell’area islamica non sono mancate anche opere che esplorano realtà distopiche e fantastiche grazie ad artisti come Ganzeer in The Solar Grid e Deena Mohamed in Shubbek Lubbek, fumetto da poco edito in Italia in un volume unico, tradotto da Luce Lacquaniti.

La diffusione delle opere fumettistiche nelle regioni arabe ha portato non solo alla creazione di festival specializzati, come il Cairo Comix dal 2015, ma anche a corsiuniversitari e centri di ricerca. Fra questi è stato ricordato soprattutto l’AUL (Rada and Mutaz Sawaf Center for Arab Comics Studies) dell’American University of Beirut, che ha di recente pubblicato l’antologia The new generation: Arab comics today.

Vignette satiriche

Un momento dell'incontro

Nuovi sguardi

Le produzioni fumettistiche arabe sono delle opere vive: legate alla propria terra ma in cui qualsiasi lettore può immergersi per respirare la cultura e i disagi di una popolazione. Fra i casi esemplari, in tal senso, sono state ricordate le bande disegnate del signor Shihab in Metro, personaggio che in un sistema in cui non funziona nulla tenta di risolvere i propri problemi rapinando una banca. In Marmellata Merhej racconta le vicende della madre trasferita in Libano prima della guerra civile facendoci sentire partecipi di un pezzo di storia del Paese.

Chi decide di esplorare il mondo del fumetto arabo contemporaneo può anche trovarsi in situazioni fantastiche che risuonano con la propria sensibilità. I personaggi di Shubbek Lubbek, per esempio, acquistano, in un chiosco dei desideri in bottiglia che possono essere esauditi pronunciando la formula che dà il titolo alla trilogia (letteralmente Ogni tuo desiderio), un graphic novel molto attuale e adatto a un pubblico di young adult.

«Di solito quando si parla di fumetto arabo – ha sottolineato Cristina Dozio alla fine dell’incontro – si pensa sempre al graphic journalism di Joe Sacco o a Persepolis di Marjane Satrapi, ma se si allargano i propri orizzonti si scoprono tantissime sfaccettature di quest’arte». Eventi come Manifestazioni permettono in effetti di far conoscere nuove prospettive geografiche e culturali del fumetto che molto spesso rimane relegato ai luoghi di origine o allo stereotipo di un prodotto per un pubblico di bambini e adolescenti.