Manifestazioni artistiche islamiche tra passato e presente

Un viaggio da Unict nella cultura dei paesi arabi attraverso i fumetti

Chiara Schembra

Le arti si configurano come mondi straordinari attraverso i quali, nel corso dei secoli, gli uomini hanno manifestato emozioni e bisogni liberando la propria creatività e il proprio genio. Questa idea rappresenta uno dei cuori del progetto dei seminari didattici interdipartimentali dal titolo Conoscere il mondo islamico, promossi annualmente dal Dipartimento di Scienze umanistiche.  L’iniziativa è organizzata dalle docenti del Dipartimento di Scienze umanistiche Laura Bottini (Storia dei Paesi islamici), Mirella Cassarino (Lingua e letteratura araba) e Cristina La Rosa (Lingua e letteratura araba).

L’edizione 2024 ha presentato un ciclo di nove incontri dedicati al tema delle Manifestazioni artistiche islamiche fra passato e presente. All’interno del terzo modulo, Altre forme d’arte, si è tenuto l’incontro dal titolo Mille e una vignetta: panoramica sul fumetto arabo contemporaneo, dedicato a questa forma artistica considerata fra quelle meno mainstream nella cultura islamica e non solo. 

Cristina Dozio dell'Università di Milano Statale ha parlato al pubblico dei generi fumettistici più praticati nei paesi arabi, delle rispettive funzioni e dei peculiari stili. L’esperienza della studiosa, formatasi attraverso un master in traduzione editoriale letteraria, si è fondata anche sull’esperienza diretta di lavoro sui testi di Yusuff Fadel. Si è occupata di letteratura egiziana e di buddhismo. 

Fra le opere fumettistiche più conosciute del mondo arabo vi sono quelle di Joe Sacco con la celebre serie Palestina, tradotta in Italia da Mondadori con il titolo Palestina a fumetti per Mondadori. Si tratta di un graphic novelist fra i maggiori innovatori internazionali nel campo del reportage fumettistico. Uno dei personaggi più emblematici della cultura palestinese è Anzala

La sua storia ha colpito lettori e lettrici perché come profugo non si è mai potuto voltare indietro e non è mai potuto crescere oltre i dieci anni. L’opera ha toccato moltissimo per il tema legato all’impossibilità di essere liberi a causa della prigionia. Il successo è arrivato nonostante la semplicità della realizzazione: in bianco e nero e attraverso la tecnica della litografia. 

Joe-Sacco-Palestina.-Una-nazione-occupata-Mondadori-2002

Joe Sacco "Palestina. Una nazione occupata" (Mondadori 2002)

Il panorama del fumetto nell’area islamica, come nel resto del mondo, si è sin dalle origini rivolto a un pubblico adulto. Molte delle opere qui prodotte sono state realizzate però per superare i confini geografici in più lingue. I fumetti sono scritti in arabo standard ma fanno anche ampio uso del dialetto arabo fusah. Singoli artisti o collettivi poi si sono impegnati nella realizzazione di riviste specializzate o graphic novel. Il mercato è fiorito nel 2005 e ha avuto un boom dopo il 2011, soprattutto in Egitto e in Libano.  Si tratta di produzioni che sono ormai destinate tanto ai giornali quanto ai siti web.

I fumetti che conosciamo oggi, molto avanzati sul piano tecnico, trovano nel mondo arabo degli antecedenti storici fra le vignette satiriche e quelle illustrate per bambini fiorite negli anni Settanta e Ottanta dell’Ottocento che circolavano però nei caffè letterari. 

Fra le personalità più note è stato ricordato James Sannua, intellettuale che visse nel periodo della Nahda, vasto movimento di grande vivacità spirituale che occidentalizzò il pensiero arabo e le società arabe e islamiche. Il suo giornale è stato pubblicato in Egitto per soli due mesi prima del suo esilio. L’università di Heidelberg ha deciso di conservarne tutti i numeri per l’importanza politica sotto forma d’illustrazione. 

Alexander Saruhan – artista armeno trasferitosi ad Alessandria ed egiziano – è stato promotore della prima rivista settimanale per bambini nel 1946: Sindibad (Arabo standard), Samir (Arabo egiziano).

L’area islamica, che ha subito anche l’influenza dei fumetti occidentali importati nel mondo arabo con una funzione pedagogica, ha saputo sviluppare una cultura autoctona grazie al lavoro di una serie di collettivi. Fra questi, per esempio, vi sono quelli di Jad Samandal che si ispira all’omonimo graphic novelist il cui nome in arabo vuol dire “salamandra”. La diffusione delle loro opere è stata favorita dal web e dalla creazione di una rete con artisti europei. 

In Egitto un’opera simbolica è Metro di Magdy El Shafee (2005) del collettivo Tok Tok, ambientata in una Cairo molto caotica. Il protagonista è un programmatore che progetta di rapinare una banca. Il fumetto è stato colpito dalla censura per violazione della morale pubblica a causa della presenza di una ragazza seminuda. Il libro è stato pubblicato il 24 gennaio 2011, il giorno successivo all’inizio delle celebri manifestazioni di piazza al Cairo.

Metro di Magdy El Shafee

Metro di Magdy El Shafee

Fra gli altri collettivi sono stati ricordati il Lab619, Skef Skef e comic4Syria. Grandi manifestazioni fanno da cerniera a questo humus fra cui il Festival ad Abu Dhabi del Cairo Comics.

Durante l’incontro è stato dato ampio spazio alle questioni di genere e sessuali. Nell’ambito un fumetto di riferimento è Tuk Tuk. L’opera riflette un periodo di grandi manifestazioni a cui le ragazze arabe volevano partecipare. Conquistato questo diritto, durante alcuni cortei, si sono verificati degli episodi di violenza che portarono una ragazza a usare uno spray al peperoncino. 

Questo episodio fu denominato letteralmente, nella traduzione dall’arabo, La vergogna attraverso un olio piccante.  Rispetto all’immagine delle donne nello scenario libanese il fumetto Samandal assume un ruolo importante per il rilancio anche qui della partecipazione femminile in piazza. 

Fra le tante opere citate ricordiamo anche Titties di Nour Hifaoui che ha come tema centrale la relazione con il proprio corpo e Marmellata con Laban, ambientato a Beirut. 

Come dimostrano anche alcune opere legate alla distopia fantasy la creatività araba è stata in grado di esplorare anche un panorama immaginario fatto da mondi inabitabili. Le principali opere in tal senso sono Ganzeer dedicato al mondo post rivoluzioni del 2011. E infine, si può leggere anche Shubbek LubbekOgni tuo desiderio che racconta la liberazione rispetto ai propri sogni di una ragazza ventenne.

Il viaggio attraverso i secoli e le geografie culturali del fumetto arabo, offerto dal seminario Unict, ci mostra quanto il mondo arabo sia ancora tutto da scoprire e soprattutto con una predisposizione culturale profonda e senza pregiudizi.