Lo sconcertante fascino di "Muddica", la rassegna di danza e musica dal vivo proposta da Scenario Pubblico in collaborazione con l’Associazione Musicale Etnea, con l'esecuzione live del neonato Ensemble Etna Contemporanea
Figure sensuali e spettrali, di nero vestite, che furtivamente invadono il palco e vi si dimenano a suon di musica contemporanea: si tratta di Muddica, una visionariarassegna di danza e musica dal vivo nel segno della modernità.
Nell’atmosfera essenziale di Scenario Pubblico, lo spettacolo, che ha beneficiato della collaborazione dell’Associazione Musicale Etnea, ha mostrato al pubblico i frutti della ricerca artistica di MoDem PRO, progetto formativo indirizzato allo studio e allo sviluppo del linguaggio di Roberto Zappalà, celebre coreografo catanese.
Per la componente musicale, Muddica, giunto quest’anno alla sua sesta edizione, ha optato per l’esecuzione dal vivo, affidandosi alla neonata Ensemble Etna Contemporanea, nuovissimo progetto dell’AME che punta tutto sulle composizioni del Novecento e del nuovo millennio.
L’elemento cardine in Muddica è senza dubbio il linguaggio corporeo, utilizzato come guida in quello che sembra essere un viaggio nei meandri di un animo in subbuglio: i ballerini, con le loro movenze conturbanti e animalesche, danno vita a un’arte che senza pietà guarda in faccia lo spettatore, al punto di spiazzarlo e generare in lui grandi domande.
Ad accompagnare questo processo troviamo l’ensemble che, in un quadratino di palco, esegue un repertorio particolarmente adatto a turbare. Molto suggestiva soprattutto la parte del pianoforte, che si è ritagliato uno spazio tutto suo con alcune composizioni di Emanuele Casale della serie “Piano Music”.
La serata è stata anche impreziosita dalla prima esecuzione assoluta di Stop! del compositore Matteo Minzitti, presente sul palco con il suo violino. Ma il momento più entusiasmante è giunto con l’esecuzione di Coming Together di Frederic Rzewski, vera e propria pietra angolare del repertorio contemporaneo: con la voce recitante di Teo Russo, la reiterazione ossessiva delle parole si è fusa con il turbinio delle figure danzanti, costruendo un climax esasperato e angosciante, culminato in una piramide umana.
La forza motrice di questa operazione è certamente la volontà di fondere danza e musica, per creare un’arte dall’altissimo potenziale comunicativo. Dal punto di vista dello spettatore, il risultato è una sensazione di sano turbamento, di emozioni alla rinfusa. Insomma, uno spettacolo ammaliante e sconcertante al tempo stesso, la cui materia prima è un’arte che deliziosamente si sbriciola nel palato, come la muddica atturrata.