Lo Schiaccianoci: un balletto senza tempo

Il 18 dicembre 1892, il Mariinskij Theater di San Pietroburgo mise in scena un‘opera destinata ad entrare nella storia del balletto: ancora oggi è lo spettacolo più atteso dell’anno nel periodo natalizio

Alice Magnano

Ha riscosso un grande successo di pubblico, rispettando ampiamente le attese, Lo Schiaccianoci andato in scena il 9 dicembre scoro al Teatro Metropolitan di Catania. Ad ispirare lo scenario un racconto di Ernst Theodor Amadeus Hoffman, Schiaccianoci e il re dei topi (1816), e adattato in forma di libretto da Marius Petipa.

Malgrado la prima rappresentazione non riscosse un gran favore di pubblico, ad oggi la combinazione d’incantevoli coreografie e trame fiabesche hanno reso Lo Schiaccianoci uno dei più amati balletti nella storia del teatro. Il debutto europeo è avvenuto a Londra nel 1934 al Sadler’s Wells, con la coreografia originale di Ivanov.

Protagonista al Teatro Metropolitan di Catania la storica compagnia del Teatro Nazionale dell’Opera della Romania che ha fatto tappa a Catania – per uno spettacolo organizzato dalla Fondazione Lirica Siciliana – e successivamente nei più importanti teatri italiani.

Durante la vigilia di Natale, agli inizi del XIX secolo, il signor Stahlbaum, in Germania, allestisce una festa per i suoi amici e per i loro piccoli figli.

Un momento dello spettacolo

Un momento dello spettacolo

Questi, in attesa dei regali e pieni di entusiasmo, stanno danzando quando arriva il signor Drosselmeyer, lo zio di Clara e Fritz, che porta regali a tutti i bambini, intrattenendoli con giochi di prestigio.

Alla sua nipote prediletta Clara regala uno schiaccianoci a forma di soldatino che Fritz, il fratello della bambina, rompe per dispetto. Ma Drosselmeyer lo ripara per la gioia della bambina. Clara, stanca per le danze della serata, dopo che gli invitati si ritirano, si addormenta sul letto e inizia a sognare. È mezzanotte e tutto intorno a lei inizia a crescere: la sala, l’albero di Natale, i giocattoli e soprattutto una miriade di topi che cercano di rubarle lo schiaccianoci.

Clara tenta di cacciarli, quando lo Schiaccianoci si anima e partecipa alla battaglia con i soldatini di Fritz: alla fine rimangono lui e il Re Topo, che lo mette in difficoltà.

Per salvare il suo Schiaccianoci, Clara prende la sua scarpetta e la lancia addosso al Re Topo, distraendolo; lo Schiaccianoci lo colpisce uccidendolo. Ed ecco che lo Schiaccianoci si trasforma in un Principe e Clara lo segue, entrando in una foresta innevata.

L’Atto si chiude con uno splendido Valzer dei fiocchi di neve.

Un momento dello spettacolo, il Valzer dei fiocchi di neve

Un momento dello spettacolo, il Valzer dei fiocchi di neve

Nel secondo atto, sotto le stelle scintillanti i topi inaspettatamente attaccano ancora una volta, lo Schiaccianoci, divenuto un principe, sconfigge il re dei topi definitivamente e comincia la festa con le bambole spagnole che eseguono una danza di fuoco, seguono delle bambole provenienti da India, Cina, Russia e Francia.

Subito dopo tutti si esibiscono in una serie di danze che compongono il Divertissement più conosciuto tra le musiche di Čajkovskij, tra cui la Danza della Fata Confetto (una delle melodie più riconoscibili del balletto). 

Alla fine, tutti si esibiscono nel celeberrimo Valzer dei fiori.

Il balletto si conclude con il risveglio di Clara accanto al suo schiaccianoci-soldatino e con una sua danza in ricordo del sogno che l’ha portata in un mondo ricco di avventure fantastiche. Dunque, una scenografia dove si intrecciano amore, sogno e fantasia.

Un momento del Valzer dei fiori

Un momento del Valzer dei fiori