Assegnato il Premio Michele Stanca 2024 ai dottori di ricerca Provvidenza Rita D'Urso e Antonio Gugliuzzo del Dipartimento di Agricoltura Alimentazione e Ambiente di Unict
È stato assegnato dall'Associazione Italiana Società Scientifiche Agrarie ai dottori di ricerca Provvidenza Rita D'Urso e Antonio Gugliuzzo il Premio Michele Stanca 2024 di miglior tesi di dottorato.
Entrambi hanno conseguito il titolo di dottore di ricerca nell’ambito del corso in Agricultural, Food and Environmental Science del Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania.
A premiare i vincitori - in occasione del XXI convegno Le Scienze Agrarie nelle sfide globali dell'Associazione Italiana Società Scientifiche Agrarie organizzato, nei giorni scorsi, a Firenze, nell'auditorium di Santa Apollonia - è stato il presidente dell’Aissa Nicolò Pietro Paolo Macciotta.
All’ing. Provvidenza Rita D'Urso il premio è stato conferito per la miglior tesi di dottorato di ricerca - dal titolo “Measuring ammonia and GHG concentrations for emissions evaluation in open dairy houses” - nel settore scientifico disciplinare Costruzioni rurali e territorio agroforestale.
Al dott. Antonio Gugliuzzo, invece, il premio è stato assegnato per la miglior tesi di dottorato - dal titolo “Development of new tools for sustainable management of non-native ambrosia beetles” - per il settore scientifico disciplinare AGR/11 - Entomologia generale ed applicata.
Il premio, alla sua quattordicesima edizione, è intitolato allo studioso Michele Stanca, punto di riferimento per tutti gli studiosi delle Scienze agrarie e past presidente dell’Associazione Italiana delle Società Scientifiche Agrarie. La selezione dei vincitori è stata svolta tra i giovani dottori di ricerca che hanno svolto il dottorato di ricerca, tra il 2022 e il 2023, con tematiche riguardanti i settori scientifico disciplinari Agronomia e coltivazioni erbacee, Orticoltura, Assestamento forestale e selvicoltura, Costruzioni Rurali e Territorio Agroforestale, Entomologia generale ed applicata, Patologia vegetale, Chimica Agraria, Pedologia e Produzioni Animali.
Provvidenza Rita D’Urso e Antonio Gugliuzzo
«Sono molto onorata di aver ricevuto il prestigioso premio Michele Stanca poiché rappresenta un riconoscimento per il lavoro svolto durante il dottorato di ricerca, anche grazie alla costante guida dei miei tutor, prof.ssa Claudia Arcidiacono e prof. Giovanni Cascone. Il premio rappresenta anche uno stimolo per il futuro a proseguire la strada intrapresa sinora con passione e dedizione», ha spiegato Provvidenza Rita D'Urso.
«È per me motivo di immenso piacere, oltre che di stimolo a continuare a credere nell’importanza della ricerca scientifica, ricevere questo prestigioso riconoscimento che ripaga sia il lavoro svolto in questi anni, con la supervisione del prof. Antonio Biondi e della prof.ssa Giovanna Tropea Garzia, che gli sforzi di tutto il gruppo di ricerca della sezione di Entomologia Applicata nel fornire soluzioni sostenibili e innovative per il controllo degli insetti fitofagi invasivi», ha detto Antonio Gugliuzzo.
Le tesi di dottorato
La tesi dell’Ing. Provvidenza Rita D'Urso, ricercatrice nella sezione “Costruzioni e Territorio” del Di3A in un’attività svolta nell'ambito del progetto Samothrace - pone l'attenzione sull'impatto ambientale delle costruzioni zootecniche e, in dettaglio, riguarda il monitoraggio delle concentrazioni e la stima delle emissioni di ammoniaca e gas serra prodotti nell'ambiente di una stalla aperta a stabulazione libera per bovine da latte.
«Mediante l'utilizzo di analisi statistiche e la definizione di protocolli di misura basati su metodi di acquisizione dei dati, i risultati hanno messo in evidenza la variabilità spaziale e temporale delle concentrazioni e delle emissioni in clima mediterraneo - spiega la ricercatrice -. Sono stati identificati i fattori di influenza di tali gas, come per esempio le condizioni climatiche e le modalità di gestione della stalla; ed infine sono state definite delle procedure di misura di tali gas mediante l'ausilio di strumenti sia accurati che low-cost.
«Tali risultati pongono le basi per implementare il monitoraggio ambientale per condizioni stabulative tipiche dei climi caldi, evidenziando la necessità di adeguare l’inventario delle emissioni anche ai contesti mediterranei e definire strumenti e strategie per il controllo delle emissioni, garantendo al tempo stesso l'efficienza delle produzioni e il benessere animale», ha aggiunto.
Provvidenza Rita D'Urso
La tesi del dott. Antonio Gugliuzzo, attualmente impegnato in un post-Doc nell’ambito del progetto Horizon-Europe EU-China joint action to increase development and adoption of IPM tools - ADOPT IPM, è organizzata in nove capitoli di cui sette articoli scientifici, già pubblicati in riviste scientifiche di prestigio e offre nuovi spunti e approcci innovativi per il controllo sostenibile di alcuni insetti esotici invasivi noti come ambrosia beetles in grado di arrecare ingenti danni a piante arboree e arbustive in ambito forestale, agricolo, vivaistico e urbano.
«Nello specifico, nel contesto di una rete scientifica internazionale, viene prima presentata una revisione delle conoscenze attuali sulla bio-ecologia di questi fitofagi nonché di quelle relative alle strategie di controllo già disponibili - spiega il ricercatore -. Vengono successivamente presentati i diversi capitoli di ricerca applicata. Questi ultimi sono frutto di un approccio multidisciplinare, grazie al quale è stato possibile combinare competenze in entomologia, patologia vegetale, ecologia, microbiologia, biologia molecolare e chimica».
«In questo contesto, le attività di ricerca basate sullo sviluppo di strategie di controllo sostenibile di questi coleotteri hanno riguardato sia lo sviluppo di soluzioni di controllo biologico come l’impiego di funghi micoparassiti o il ruolo di alcune formiche native europee come nemici naturali della specie esotica Xylosandrus compactus», continua il ricercatore.
«È stata, inoltre, valutata la tossicità di base di alcuni bioinsetticidi a confronto con quelli di sintesi di più comune impiego. Infine, è stata individuata per la prima volta la presenza di composti organici volatili rilasciati da specifici funghi mutualisti e che possono agire da fattori di aggregazione di questi coleotteri, fornendo lo spunto per lo sviluppo di innovativi attrattivi specifici», spiega.
«Nel complesso, i risultati ottenuti forniscono rilevanti basi per lo sviluppo di strategie di controllo innovative e sostenibili rivolte ai coleotteri xilomecetofagi non autoctoni del genere Xylosandrus», conclude.
Antonio Gugliuzzo