Intervista al sassofonista e compositore che si esibirà al Teatro Sangiorgi con la sua orchestra jazz. In programma brani originali tratti dal disco “Overlaps”, inciso l’anno scorso dalla sua orchestra
Tutto pronto per il secondo appuntamento di Intersezioni, il primo festival catanese dedicato alla musica contemporanea. Questa sera la rassegna proseguirà al Teatro Sangiorgi con una serata all’insegna delle sperimentazioni jazzistiche. Ad esibirsi sarà l’orchestra jazz del siciliano Carlo Cattano, nella tripla veste di sassofonista, direttore e compositore. L’ensemble, costituito da quindici elementi, eseguirà infatti brani originali composti da Cattano e contenuti nel disco Overlaps del 2023.
Il disco arriva a distanza di ben dieci anni da Hiccup, il primo album inciso dalla Carlo Cattano Orchestra, e certamente mostra una certa evoluzione in termini di sound, forse anche per via delle attività in cui Cattano è stato impegnato in questo decennio, come le musiche per trio o quartetto.
«La mia scrittura orchestrale in questi dieci anni è cambiata, perché a distanza di dieci anni si pensa e si agisce in modo diverso. Sono cambiate le mie considerazioni della vita e così anche le mie esigenze espressive», racconta il musicista.
Carlo Cattaneo
Parlando di jazz, non si può non parlare di improvvisazione. E dunque, nel concerto di stasera, non mancheranno certo gli spazi improvvisativi. Ma a dare un sapore speciale a queste sezioni di improvvisazione sarà la ricerca di influenze nuove, provenienti dal vissuto musicale dei musicisti stessi: «In questi spazi – spiega Cattano – ogni musicista ha la possibilità di mettere la propria identità, in base al proprio background musicale. Lascio al musicista la libertà di esprimere le cose come le sentono in quel momento. Ognuno di noi ha un’esperienza diversa e gestisce la performance a suo modo».
Questa scelta permette alla Carlo Cattano Orchestra di aprirsi a influenze nuove: «Possono esserci delle influenze insolite, ma è difficile spiegarle perché sono sempre all’interno del jazz – precisa il sassofonista –. Ad esempio ci sono sonorità che provengono dal rock, come una chitarra distorta». Un’operazione che richiede una certa attitudine alla sperimentazione sonora, che è infatti uno dei requisiti richiesti da Cattano per i suoi musicisti: «Quello che mi interessa quando chiamo un musicista è, ovviamente, la sua preparazione. Ma deve anche essere una persona che ama suonare e che non lo vede come un lavoro, una persona che suona per gioia senza alcun pregiudizio».
L’estemporaneità è una caratteristica intrinseca nella musica ideata da Cattano, sin dal momento della scrittura, ma con la prospettiva della performance in concerto: «Mi piace molto mischiare parti estemporanee con la scrittura codificata – illustra il compositore –. Ciò mi permette di avere sempre soluzioni nuove in ogni concerto. Il titolo “Overlaps” si riferisce proprio a questa sovrapposizione di strati».
Carlo Cattaneo orchestra