Un argomento affascinante su cui sono intervenuti gli esperti Sandro Torrisi e Maria Teresa Di Blasi nei due incontri al Muzoo dedicati al mondo degli animali nella mitologia antica
La fantasia spesso incontra la realtà e da questo connubio, nel corso dei secoli, il più delle volte sono ‘nate’ strane creature il cui mito continua attraverso i secoli. E se da un lato gli animali mitologici arricchivano le narrazioni, dall’altro testimoniavano il rapporto profondo instaurato dall’uomo con il mondo animale.
Tutti gli animali mitologici, infatti, da un lato simboleggiano caratteristiche dell’uomo come il male, il bene, la purezza o la fortuna, dall’altro sono diventati simboli riconosciuti da diverse popolazioni. Senza andare molto lontano basti pensare al Leocorno (o unicorno) che nel Palio di Siena rappresenta una contrada, mentre in Scozia è uno degli emblemi.
Temi che hanno affascinato numerosi appassionati, o anche semplici curiosi, che hanno abbinato alle proprie conoscenze scientifiche e ambientali quelle della mitologia e della simbologia grazie al doppio appuntamento dell’iniziativa “Il mondo degli animali nella mitologia antica” organizzato al Museo di Zoologia e Casa delle Farfalle dell’Università di Catania nell’ambito del ciclo "Un tè al museo” per approfondire i miti maschili e femminili.
Agli incontri – coordinati da Fabio Massimo Viglianisi, responsabile delle attività didattiche del Muzoo, e dal prof. Giorgio Sabella, responsabile scientifico del Muzoo - sono intervenuti i docenti Sandro Torrisi, esperto di storia catanese, e Maria Teresa Di Blasi, storica dell’arte.
Il Concilio degli Dei di Raffaello Sanzio (Affresco di Villa Farnesina)
I miti maschili
«Dalla lettura dei racconti mitici – ha spiegato Sandro Torrisi, docente di Lettere in alcuni istituti comprensivi dell’hinterland ed esperto di storia catanese, – apprendiamo che gli animali non avevano la sola valenza di arricchire la narrazione, ma questi testi ci svelano in maniera sorprendente il rapporto che gli antichi avevano instaurato con gli animali domestici e selvatici. Esempi splendidi di legami profondi e duraturi, come i purosangue di Achille, Xanto e Balio, capaci di piangere per la morte di Patroclo, di attrazioni e passioni, ma anche di ribellioni, come i cani di Atteone che divorano il proprio padrone trasformato in cervo da una dea dispettosa. Un modo nuovo, quindi, per leggere i miti e per accostarsi al mondo degli animali. Sono narrazioni che possiedono la forza di affascinarci e di farci riscoprire valori e simboli che la “polvere” della razionalità ha offuscato».
Nel corso della presentazione il docente etneo ha evidenziato alcuni esempi: l’idra di Lerna, il leone di Nemea, la cerva di Cerinea e il cinghiale di Erimanto, i mostruosi e antropofagi uccelli del lago Stinfalo e il toro di Creta, le cavalle di Diomede e i buoi di Gerione, presenti anche nel mito di Caco, fino a Cerbero, il cane a tre teste, terribile guardiano degli Inferi.
Sono alcuni dei mitologici animali protagonisti delle ‘fatiche di Eracle’, il leggendario eroe chiamato a riscattarsi dall’aver cagionato la morte della sua famiglia, tramandate da numerose fonti letterarie. Ma gli animali che compaiono nei miti degli antichi, nell’epoca greca e in quella romana, sono anche altri: il fedele Argo, che attese il padrone Ulisse per vent’anni, i cani Lelapo e Mera, la civetta di Atena, adottata poi come uno dei simboli del Paese ellenico, la capra Amaltea, i cavalli imbizzarriti di Ippolito, l’ippocampo e il granchio Carcino, il serpente bicefalo Anfesibena e le attente oche del Campidoglio.
Fontana di Diana e Atteone (Reggia di Caserta)
E dopo aver tracciato le caratteristiche del mito come genere letterario, il docente ha accompagnato il folto pubblico alla scoperta del rapporto che gli antichi hanno instaurato con gli animali domestici e selvatici.
Ripercorrendo la narrazione del mito del prodigioso ariete volante (il montone dal Vello d’oro), il prof. Torrisi ha evidenziato un altro livello di relazione tra uomini e animali: quello di aiutante dell’eroe.
«Gli antichi greci sempre agli animali hanno assegnato un ruolo vicariale nella guardiania degli spazi ultramondani basti pensare al cane Cerbero» ha aggiunto prima di sottolineare la figura carica dai tratti asociali e di oltranza del Minotauro, figlio di Pasifae, la moglie del re Minosse che partorisce dopo essersi accoppiata con un toro.
«Minosse si è posto, come fosse una bestia, al di fuori del consorzio umano e quindi, per una forma di contrappasso, la sua stirpe deve portare su di sé i segni di tale bestialità» ha spiegato. In chiusura spazio anche ai miti del mondo latino come Ciparisso, per evidenziare gli stretti legami tra essere umani e animali; le provvidenziali oche del Campidoglio per gli animali guardiani; il Mito di Caco e le divinità Fano e Silvano per descrivere gli animali marginali asociali.
Un momento dell'incontro con Sandro Torrisi
I miti femminili
«Tutte le Dee dell’Olimpo avevano un animale di riferimento – ha spiegato in premessa la docente Maria Teresa Di Blasi -: Atena la civetta, Era il pavone, Afrodite la colomba, Artemide il cervo. Il nostro viaggio ci permette di conoscere le leggende che, a partire dalla figura maestosa della Dea Madre Mediterranea, hanno visto la presenza di molti animali. Ci sorprendiamo nell’apprendere che Elena nacque da un uovo, che Venere navigava su una conchiglia e si lasciava guidare dalle colombe, che il pavone era, in realtà, un mostro dai cento occhi. È tutto un mondo di immagini, di storie, di trasformazioni che ci sorprende e affascina anche grazie alle bellissime riproduzioni artistiche realizzate nel corso dei secoli».
La mitologia, quindi, ha creato personaggi femminili immaginari capaci di imprimersi nella memoria di tutta l’umanità.
E proprio la storica dell’arte ha tracciato l’importanza e il valore che gli animali rappresentano nei miti femminili della mitologia greca e romana dove spesso simboleggiano aspetti come il potere, la fertilità e la natura selvaggia. «Spesso questi animali si trovano associati a dee specifiche che incarnano diverse qualità femminili, come la fertilità, la saggezza, la seduzione, la bellezza e la forza». ha aggiunto.
Il mito di Ciparisso
Nel suo intervento la relatrice ha illustrato, accompagnata da iconografie tratte da quadri celebri, storie di dee e animali. Tra i numerosi miti greci si è soffermata su alcune dee come Artemide, la dea della caccia, spesso associata alla luna e ai cervi, che rappresentano la sua natura selvaggia e libera e raffigurata a caccia di animali con un arco e delle frecce, simboli della sua abilità di cacciatrice. E ancora la dea della fertilità Demetra, il più delle volte rappresentata con serpenti o cavalli, simboli di potere e di fertilità. E anche la dea della guerra Atena, spesso associata ad animali, in particolare al gufo, simbolo di saggezza.
«Altre divinità greche citate sono state Afrodite e Hera che sono spesso rappresentate con animali come il cigno e il pavone, rispettivamente, simboli di bellezza e di eleganza – ha aggiunto -. Un'altra figura importante nella mitologia greca trattata è Medusa, la gorgone con la testa di serpente. Nel mito, Medusa viene uccisa dal semidio Perseo, che poi utilizza la testa di Medusa come arma. La testa di Medusa è spesso vista come un simbolo di potere e di protezione, e viene spesso utilizzata come amuleto per proteggere contro il male e la negatività».
La docente non ha mancato di legare questi miti anche alla tradizione siciliana e anche a Sant’Agata.
In foto da sinistra Maria Teresa Di Blasi e Sandro Torrisi
Protagonisti degli incontri anche gli studenti
‘Ciceroni’ di eccezione a conclusione del primo incontro gli allievi Paola Condorelli, Nicolò Manitta e Nicola Spata della scuola secondaria di primo grado “Pluchinotta” di Sant’Agata Li Battiati e Greta Lo Piero, Fabiola Maiorana e Diana Montana dell’Istituto comprensivo “Giovanni Paolo II” di Gravina di Catania che hanno guidato i visitatori nelle sale del Museo, illustrando alcuni miti classici legati agli animali esposti.
Ed, inoltre, sei giovani studenti del prof. Sandro Torrisi hanno guidato i visitatori, illustrando alcuni miti classici legati agli animali esposti.
Paola Condorelli ha narrato due delle imprese di Eracle: l’uccisione dell’invulnerabile leone di Nemea e la cattura della Cerva di Cerinea; Greta Lo Piero ha spiegato il mito di Aracne trasformata in ragno; Fabiola Maiorana ha ricordato la tenera storia di Romolo e Remo allattati dalla lupa; Nicolò Manitta ha narrato le vicende del favoloso uccello sacro: l’Araba Fenice; Diana Montana ha raccontato il mito del titano Prometeo; Nicola Spata altre due incredibili fatiche di Eracle: disperdere gli uccelli del lago di Stinfalo e catturare il cinghiale di Erimanto.
I giovani 'Ciceroni' guidano i visitatori al Muzoo
“Un tè al Museo di Zoologia”, un format che piace
«La rassegna di eventi è il fiore all’occhiello del Muzoo e in questi due anni ha visto alternarsi studiosi e ricercatori su tematiche ambientali e scientifiche. Un format innovativo su temi che attraggono sempre il pubblico, dagli studenti delle scuole superiori agli universitari, dai docenti di ogni ordine e grado ai ricercatori fino ad appassionati del mondo animale e della scienza – spiegano i coordinatori dell’iniziativa Giorgio Sabella e Fabio Massimo Viglianisi -. Il nuovo allestimento del Muzoo, che ha permesso di applicare idee espositive innovative in ambito museologico, sostituendo la classica narrazione lineare con gli animali ordinatamente esposti in vetrine, ha avvicinato tantissime persone a questa storica struttura. La nuova esposizione coniuga perfettamente il classico approccio didattico con un carattere spiccatamente emozionale grazie ad un ambiente open in cui è possibile 'camminare' al fianco degli animali senza alcuna barriera».
Muzoo, l'angolo della Savana
Umberto Eco e la storia della civiltà europea
Un modo nuovo, quindi, per leggere i miti e un modo nuovo per accostarsi al mondo degli animali, che emerge dalla riscoperta ‘ragionata’ dei racconti mitici, che hanno precisi fondamenti sociologici e culturali, come spiega anche Umberto Eco nella sua “Storia della civiltà europea”: «Nel mondo antico in generale il rapporto della specie umana con gli altri animali è molto più stretto, sia perché gli antichi interagiscono con le altre specie assai più frequentemente, sia perché molto diverso è stato nella storia l’equilibrio ecologico che ha governato le relazioni tra città, campagne e natura selvaggia. Per questo motivo le espressioni culturali delle civiltà elleniche, dall’arte alla filosofia, dal mito ai trattati tecnici, dalla divinazione alla medicina e alla farmacopea, pullulano di presenze animali, di figure zoomorfe e teriomorfe chiamate ad operare molteplici funzioni ideologiche, sociali e comunicative».
Gli animali, dunque, abbondano nelle credenze popolari, nelle superstizioni, nei proverbi, nelle favole, nei riti magici e in quelli sacri, nei miti, negli spettacoli e negli oracoli, perché il loro peso semiotico è decisamente superiore rispetto ai tempi moderni.
Gli incontri, quindi, hanno permesso ai presenti e ai partecipanti ‘a distanza’ di incamerare informazioni sui valori, principi, storia e organizzazione sociale. Ma anche sulla evoluzione culturale della società all’interno della quale tutti noi possiamo diventare ‘creatori di identità’. E una comunità senza identità non può esistere.
Un momento di "Un tè al Museo"