Illustrati nel corso dell’iniziativa i risultati di uno studio sugli scavi delle Grotte di Marineo condotto anche da Unict
“Per l'eleganza, la sobrietà, l'essenzialità di un racconto che non ha bisogno di parole ma che, con la potenza delle immagini, dà vita alle opere d'arte e ci ricorda che la bellezza non vuole essere ingabbiata”. Con questa motivazione la giuria internazionale di qualità della XIV edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico di Licodia Eubea ha assegnato il premio Archeoclub d’Italia a Le cime di Asclepio (Italia 2024, 18'), documentario di Filippo Ticozzi, realizzato con la consulenza scientifica di Maurizio Harari e Alla Letizia Magrassi, e prodotto da Officine Creative e Università di Pavia.
Ma la giuria - composta dall'autore e regista Massimo D'Alessandro; da Giulia Iannello, project manager di Magma – mostra di cinema breve; da Maria Turco, funzionaria archeologa della Soprintendenza dei Beni Culturali di Catania e dal regista greco Vasileios Loules - ha voluto assegnare anche due menzioni speciali: a Villa Rosa (Italia 2023, 23') fotoromanzo di Alessandro Tricarico e a Artémis le temple perdu (Svizzera 2023, 52') di Sébastien Reichenbach, segno dell'altissimo livello qualitativo di questa quattordicesima edizione che si è conclusa domenica a Licodia Eubea dopo cinque giorni di proiezioni, incontri, mostre, masterclass e performance a tema “un patrimonio da salvare”, con un bilancio più che positivo e che ha visto radunati nel cuore degli iblei produttori, registi, archeologi e specialisti dei beni culturali e della loro tutela e salvaguardia.
«È stata un'edizione che ha mantenuto le premesse – hanno detto i direttori artistici Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele –, siamo soddisfatti della qualità dei lavori presentati e del premio che la giuria, dopo molto discutere, ha assegnato privilegiando l'aspetto autoriale del film.
Le cime di Asclepio, infatti, è un film concettuale che racconta lo smantellamento di un museo attraverso diversi punti di vista. È un film che tocca le corde emozionali, ed è anche in linea con il fil rouge di questa edizione del festival che, ci piace ricordarlo, non è solo un festival divulgativo ma, per la sua varietà, un festival “conoscitivo” rivolto a quanti amano il cinema».
Cinema archeologico di Licodia Eubea, i direttori artistici Lorenzo Daniele e Alessandra Cilio
Scegliere tra i film in gara è stato un compito arduo anche per il pubblico che con il suo voto ha assegnato il premio Archeoclub d’Italia adApprodi (Italia 2024, 45') del regista pugliese Lorenzo Scaraggi; al secondo posto in ex aequo, con un gradimento pari a 8,4, Guercino. Uno su Cento di Giulia Giapponesi e Palombara il borgo delle ciliegie di Diego D’innocenzo. Terzo posto in ex aequo, con un gradimento pari a 8,3 per Franco Mezzena, l’Archeologia raccontata con il sorriso di Nicola Castangia e Andrea Fenu, e Artemis, le temple perdu di Sebastien Reichemback.
Il premio Antonino Di Vita dedicato al famoso archeologo nume tutelare del festival, che ogni anno il comitato scientifico assegna a un professionista che ha speso la propria attività nella promozione e nella valorizzazione della conoscenza del patrimonio culturale, è stato consegnato all'archeologo Tsao Cevoli.
“Per l’impegno costante nella protezione, nella tutela e nella salvaguardia del patrimonio culturale e ambientale nazionale; per la grande attenzione prestata alla formazione di figure professionali altamente qualificate che supportino le Istituzioni preposte nelle attività investigative in contrasto al traffico illecito dei beni culturali. Per la difesa dei diritti dei professionisti dei beni culturali, ed in particolare degli archeologi”. Questa la motivazione del premio a Tsao Cevoli.
Il Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico, nato dalla sinergia tra le associazioni culturali ArcheoVisiva e Archeoclub di Licodia Eubea “Mario Di Benedetto” e sostenuto da Sicilia Film Commission e MIC – Direzione generale Cinema e audiovisivo, quest'anno prosegue per la prima volta oltre i confini di Licodia Eubea con un appuntamento speciale aChiaramonte Gulfi, che sabato 19 ottobre ospiteràuna finestra sul cinema documentario siciliano di cui sarà ospite la regista palermitana Costanza Quatriglio.
Cinema archeologico di Licodia Eubea, Premio Antonino Di Vita a Tsao Cevoli, consegna archeologo Massimo Frasca
Nel corso del festival si è tenuto un importante incontro dal titolo Le grotte di Licodia Eubea. Ricerca, tutela e valorizzazione di un territorio in cui sono stati presentati i risultati di uno studio condotto sugli scavi delle Grotte di Marineo (situate a pochi chilometri da Grammichele, ma ricadenti sul territorio di Licodia Eubea).
Ad illustrare i risultati Maria Turco, funzionaria archeologa della Soprintendenza dei Beni Culturali di Catania, Orazio Palio, docente di Preistoria e Protostoria all'Università di Catania, e Antonio Barone, autore ed esperto Pnrr Beni Culturali del comune di Licodia Eubea.
Gli scavi che nel 1988 interessarono l'area di Marineo portarono all’individuazione e all’esplorazione di quattro grotte carsiche formate dall’erosione marina, frequentate alcune in età bizantina e medievale, altre anche in età preistorica. Qui, a partire dal 2017, sono state condotte nuove attività di ricerca da parte della Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Catania, in collaborazione con l'Università di Catania. All'incontro è seguita l'inaugurazione del nuovo allestimento del Museo Civico “Antonino Di Vita”.