L’amante

In scena al Teatro Brancati la versione proposta dalla regista Veronica Cruciani e interpretata da Viola Graziosi e Graziano Piazza

Elisabetta Maria Teresa Santonocito (foto di Dino Stornello)
L'amante (foto di Dino Stornello)
L'amante (foto di Dino Stornello)
L'amante (foto di Dino Stornello)
L'amante (foto di Dino Stornello)

«Buonasera, noi siamo Graziano Piazza e Viola Graziosi. Siamo una coppia teatrale e nella vita. Proveremo L’amante di Harold Pinter, con regia di Veronica Cruciani. Ora, immaginate…».

All’insegna dell’abbattimento della quarta parete si apre L’amante di Harold Pinter diretto da Veronica Cruciani, in scena al Teatro Brancanti di Catania dal 7 al 12 marzo. 

La pièce del famoso drammaturgo inglese è magistralmente tradotta sul palcoscenico da Graziano Piazza e Viola Graziosi, i quali si ‘ingabbiano’ nei ruoli di Richard e Sarah, un’apparentemente felice coppia borghese sposata da oltre dieci anni. 

L’avvio della finzione teatrale viene annunciato, come detto, dagli stessi attori, intenti a cominciare le prove dello spettacolo con indosso abiti quotidiani. Tra letture di copione e scene ripetute, Piazza e Graziosi conducono lo spettatore ad immaginare lo spazio circostante, ossia l’abitazione suburbana di Richard e Sarah, che acquista sempre più concretezza raggiungendo il culmine di realismo alla fine dello spettacolo in cui tutto diventa ‘vero’ (anche una sigaretta accesa o un whisky versato), immergendoci in quegli anni Sessanta in cui il testo di Pinter è stato scritto. 

Sia Richard, sia Sarah, intrattengono relazioni extraconiugali e ne discutono tra loro con assoluta disinvoltura, toccando a volte anche punte di gelosia. Max e la Puttana, i presunti amanti, progressivamente si rivelano alter ego degli stessi protagonisti, Mr. Hyde che vivono dentro di loro, dando corpo a relazioni adulterine che in realtà sottendono un preciso gioco erotico tra moglie e marito. 

A sottolineare la loro trasformazione contribuisce il ruolo della musica (a cura di John Cascone), ma soprattutto i colori di abiti, luci e schermo retrostante, che alternano i toni del verde al rassicurante celeste, come a voler rimarcare la tranquillità e il perbenismo del mondo borghese. Unica frattura è rappresentata dal quadro rosa-shock che accompagna la trasformazione di Sarah ne la Puttana amante del marito, e che esprime con forza un desiderio di erotismo. 

Il linguaggio dei due coniugi si costituisce di frasi provocatorie, ironiche e ambigue, echi di ricordi, espressioni ricorrenti, pause brevi e lunghe e ampi silenzi in pieno stile pinteriano, ma le vere intenzioni dei personaggi di fatto non affiorano, rimanendo relegate al solo sottotesto. Il linguaggio è percepito come un inganno, una trappola che conduce all’incomunicabilità, quella che domina nel rapporto tra Sarah e Richard come tra molti esseri umani. 

Per Pinter, infatti, il linguaggio confonde e mistifica, imbriglia e opprime, fissa in categorie/etichette/ruoli/maschere, tra cui la stessa maschera di ‘attore’. I protagonisti sono emotivamente in trappola, e questo si ripercuote sul loro linguaggio e sulla loro intricata relazione. Per esprimere questa condizione è stata fondamentale l’intuizione registica di Veronica Cruciani la quale, per interpretare questi ruoli, ha scelto una coppia sia nell’arte che nella vita, dunque sempre un po’ in bilico tra l’essere se stessa e incarnare i personaggi dell’opera. “Dove comincia la finzione?”, ci si chiede, e “dov’è il confine che la separa dalla realtà?”.

La finzione, alla fine, tornerà realtà: gli attori della recita degli amanti, Richard e Sarah, lasciano il posto agli interpreti della pièce Graziano e Viola per gli inchini finali di fronte al pubblico. È un cerchio che si chiude, ma l’ossessione delle etichette, dei ruoli e delle maschere resta sottesa e costante, e dal ‘gioco’ pinteriano della scena si riflette direttamente nella nostra società. 

Elisabetta Maria Teresa Santonocito

RetroScena, l'approfondimento

Al Centro Universitario Teatrale, il 3 marzo scorso, nell'ambito del secondo appuntamento di RetroScena, si è tenuta una conversazione sullo spettacolo "L'amante" tra gli studenti universitari, la regista Veronica Cruciani e gli attori Viola Graziosi e Graziano Piazza. A moderare l'incontro la docente Simona Scattina del Dipartimento di Scienze umanistiche dell'ateneo catanese,

RetroScena è un ciclo di incontri, ideato da Orazio Torrisi con il Teatro della Città e promosso dall'Università di Catania, per approfondire gli spettacoli messi in scena al Teatro Vitaliano Brancati e al Piccolo Teatro della Città.

Cut RetroScena L'amante

Attori e regista de "L'amante" con studenti e docenti al CUT per RetroScena (foto Teatro della Città)

 

 

 

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