La rigenerazione urbana di Al Asmarat a Il Cairo

A raccontarla è Massimo Vittorio, docente di Unict e Fulbright Distinguished Chair in Urban Ethics alla University of Notre Dame, presente al World Urban Forum organizzato dall’agenzia delle Nazioni Unite 

Massimo Vittorio
Il quartiere di Makattam di Al Asmarat
Il quartiere di Makattam di Al Asmarat
Il quartiere di Makattam di Al Asmarat
Il quartiere di Makattam di Al Asmarat
Il quartiere di Makattam di Al Asmarat
Alcuni bambini in strada
Un momento di un'attività culturale
Alcuni disegni prodotti in un momento culturale
Attività didattiche
Attività didattiche
Il docente Massimo Vittorio

A Il Cairo in Egitto si è tenuto il 12° World Urban Forum, organizzato dall’agenzia delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani “UN-Habitat”.

A partecipare all’iniziativa – dal 4 all’8 novembre – anche Massimo Vittorio, docente di Antropologia Filosofica ed Etica della Comunicazione al Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania e Fulbright Distinguished Chair in Urban Ethics alla University of Notre Dame negli Stati Uniti. Ed è proprio il docente dell’ateneo catanese a raccontare questa esperienza tra visite, incontri e attività culturali.

Il docente Massimo Vittorio in visita ad Al Asmarat a Il Cairo

Il docente Massimo Vittorio in visita ad Al Asmarat a Il Cairo

Il quartiere di Makattam di Al Asmarat, oggi e domani

Tra le molteplici attività previste dal forum, organizzate in sessioni, dibattiti, installazioni artistiche e performance musicali, si è tenuta una visita dedicata ai progetti di rigenerazione urbana di Al Asmarat.

Si tratta di un ambizioso progetto urbanistico, che coinvolge il quartiere di Makattam, a sud-est de Il Cairo e non lontano dalla nuova capitale, New Cairo. Al Asmarat è uno dei luoghi in cui il governo egiziano intende dar seguito al piano “Cairo 2050”, elaborato nel 2008, nel tentativo di ricollocare nella nuova area di Al Asmarat migliaia di famiglie provenienti da vaste zone degradate de Il Cairo (slums, bassifondi), per poter procedere alla loro successiva demolizione, seguendo le indicazioni del Fondo di Sviluppo dei Bassifondi del governo egiziano.

Il docente Massimo Vittorio in visita ad Al Asmarat a Il Cairo

Il docente Massimo Vittorio in visita ad Al Asmarat a Il Cairo

La nascita di centinaia di edifici residenziali su vasta scala pone all’attenzione degli studiosi una serie di problematiche di etica urbanistica: basteranno nuovi edifici per superare il degrado urbano? I progetti urbanistici incontrano gli obiettivi dello sviluppo sostenibile (SDGs)? Le strutture educative e ricreative saranno sufficientemente integrate? Visitando Al Asmarat le risposte a queste domande sono chiaramente negative per varie ragioni.

Innanzitutto l’edificazione dell’area di Al Asmarat, iniziata nel 2014, rappresenta un chiaro esempio di urban sprawl, un fenomeno urbanistico diffuso, che indica una rapida espansione urbana disordinata, in cui domina l’edilizia residenziale, spesso priva di adeguati servizi associati di tipo educativo, assistenziale, sociale: scuole, poste, polizia, ambulatori medici, centri ricreativi, luoghi di aggregazione.

La struttura urbanistica di Al Asmarat segue il classico layout ribbon, cioè si sviluppa a partire da alcune arterie stradali che ne indicano anche le possibili future direttrici di espansione.

Un po’ come le città statunitensi che sorgevano lungo le linee ferroviarie, così Al Asmarat cresce a perdita d’occhio lungo assi viari infiniti che tracciano lingue di asfalto sul giallo e arido deserto.

Un momento dell'incontro con la comunità locale

Un momento dell'incontro con la comunità locale

Questa struttura urbana, che emerge a partire da un reticolo di strade che coprono distanze sempre maggiori, ha come conseguenza diretta la dipendenza dal traffico motorizzato, amplificata dall’assenza di piste ciclabili e di percorsi pedonali.

Lo spazio dedicato al verde è pressoché assente. Gli spazi di destinazione sono estensivamente cementificati e sono sostanzialmente ridotti a svolgere una funzione viaria. Gli edifici residenziali, generalmente strutturati in 6-8 piani, sono separati solo da vie interne, spesso larghe non più di quattro metri, e da nessuna area a verde. Lo slogan from grey to green non trova attuazione.

Un momento dell'incontro con la comunità locale

Un momento dell'incontro con la comunità locale

Al Asmarat e i suoi giovani

La visita ad Al Asmarat si è conclusa presso una scuola elementare, in cui ho avuto l’occasione di incontrare studenti e insegnanti, ragazze e ragazzi di grande talento, impegnati in attività tradizionali e creative, supportati da insegnanti entusiasti e motivati. 

La tradizione come elemento per sviluppare la creatività è un sicuro rifugio e uno strumento potente in contesti educativi depressi. Sguardi timidi, ma evocativi, sorrisi pieni di speranza, strette di mano incoraggianti e gesti di un’umana fratellanza hanno reso la visita un ricordo indelebile e un’esperienza umana di enorme portata.

E soprattutto hanno espresso un comune sentire e un bisogno universale: quello dell’educazione come impegno etico e civico, restituendo l’idea che ogni cambiamento muove sempre collettivamente dal basso e richiede partecipazione e sforzo. I progetti governativi non costruiscono città, ma solo palazzi e strade: tocca ai cittadini abitare i primi e percorrere le seconde, perché si crei ciò che una città è: una comunità di persone.

Alcuni bambini in strada

Alcuni bambini in strada

Molte delle problematiche vissute in prima persona e sul campo ad Al Asmarat dal prof. Massimo Vittorio saranno oggetto del corso di Urban Ethics in programma alla University of Notre Dame da gennaio 2025 e che sarà tenuto dal docente stesso in qualità di Fulbright Distinguished Chair.

Alcuni di questi temi sono già stati trattati e approfonditi in diversi studi, come quello sulla città precaria e sulle dinamiche del conflitto (Precariousness of the Urban Life: Sowing the Seeds of Conflict, 2020), sulla relazione tra etica urbanistica ed etica ambientale (L’etica urbanistica: pianificazione territoriale e sostenibilità ambientale, 2018), e infine, elaborati e confluiti nel recente manuale pubblicato dall’editore Franco Angeli (Etica Urbanistica. Antropologia e morale dell’uomo urbano, 2024).