Nel chiostro del Palazzo centrale uno spettacolo sulla fisica del ‘900 raccontata con gli occhi di quattro scienziate
Gli occhi di quattro scienziate per conoscere la Fisica del ‘900. Una visuale ben diversa della ricerca con le sue difficoltà “nascoste” spesso rimangono sconosciute, o meglio celate. E a raccontarle sono proprio le “storie” di quattro donne - Marietta Blau, Chien-Shiung Wu, Milla Baldo Ceolin e Vera Cooper Rubin - che hanno ricevuto solo in parte l’attenzione che avrebbero meritato per le loro scoperte e il loro ingegno.
È il messaggio lanciato dallo spettacolo La Forza Nascosta che, nell’accogliente cornice del chiostro del Vaccarini del Palazzo centrale, ha richiamato numerosi visitatori in occasione della Notte dei Ricercatori – Sharper.
«L’opera è nata dalla forte collaborazione, tutta al femminile, di altrettante quattro scienziate dell’Università e dell’Infn di Torino, mescolata con l’integrazione di diversi artisti per un prodotto che celebra le donne scienziate raccontandone la loro vita quotidiana e le loro scoperte, i loro viaggi e le loro battaglie», ha detto in premessa Anna Ceresole, ideatrice dello spettacolo insieme con Nora De Marco, Nadia Pastrone e Simonetta Marcello.
«Quattro figure iconiche del ‘900 poco conosciute, ma che vogliamo far conoscere con uno spettacolo che mescola musica, danza, racconto e video – ha aggiunto - perchè la scienza è un mix di tante cose e serve a far sì che uomini e donne possano ritrovarsi nella scienza, un luogo di cultura, di progresso tecnologico e civile convivenza».
Il chiostro del Palazzo centrale dell'ateneo
Dalle storie di Marietta Blau (fisica nucleare austriaca), Chien-Shiung Wu (fisica nucleare cinese), Milla Baldo Ceolin (fisica delle particelle italiana) e Vera Cooper Rubin (astronoma americana) traspare un tessuto comune dal forte valore intellettuale e umano, un’alchimia tra talento e determinazione, che le ha portate a raggiungere risultati scientifici fondamentali per la comprensione della natura.
Dai metodi innovativi per rivelare l’essenza dei processi nucleari agli esperimenti sulle loro simmetrie nascoste, dalla natura sfuggente dei neutrini all’osservazione di galassie lontane.
La loro vita si è intrecciata ai cambiamenti sociali e storici vissuti con coraggio ed entusiasmo da ognuna di loro, in un quadro internazionale caratterizzato da grandi sconvolgimenti.
Per raccontare le vite delle quattro scienziate, così intense sul piano scientifico e umano e così immerse nella storia del ‘900, è stato necessario trovare un equilibrio tra la pagina documentaria e la pagina poetica. Un’operazione quasi “chirurgica” che la regista Gabriella Bordin ha realizzato insieme con le drammaturghe Gabriella Bordin e Elena Razza e con in scena l’attrice Elena Ruzza e il soprano Fé Avouglan.
Un momento dello spettacolo
E così nel corso dello spettacolo negli spettatori si è acceso quel desiderio di cercare e riconoscere i semi di quella Forza nascosta che spinge ad amare la scienza e le quattro forze della Natura: gravità, elettromagnetica, debole e forte.
Un risultato raggiunto attraverso il canto che affianca la parola in un dialogo continuo, attraverso la scrittura di alcuni concetti scientifici in forma poetica e anche con i vortici, momenti musicali di parole e suoni che creano un ambiente sonoro alto e solenne.
Un racconto che avvolge tutta la scena illuminata di blu intenso, di rosa, di giallo e di verde che risaltavano grazie a quei contrasti “naturali” che il chiostro del Palazzo centrale di Giovanni Battista Vaccarini presentano, ovvero il nero della pietra lavica e il bianco della pietra calcarea.
Il tutto in un connubio continuo di parole, musiche, canto e movimenti ad esaltare il fluire delle forze naturali, della fisica e delle donne.
Un momento dello spettacolo