Su questo tema si sono confrontati 250 relatori al Monastero dei Benedettini per il congresso dell'American Association of Teachers of Italian
Preservare, promuovere e diffondere la lingua e la cultura italiana nel mondo anche con una prospettiva interdisciplinare.
Su questo tema, oltre 250 relatori provenienti da atenei di tutto il mondo, e in particolare negli Stati Uniti, si sono confrontati nei giorni scorsi (dal 5 all’8 luglio), al Monastero dei Benedettini, nell’ambito del congresso dell'American Association of Teachers of Italian (AATI), una delle più consistenti e conosciute associazioni di italianisti nel mondo e da sempre attenta alla sinergia tra ricerca e didattica, al rapporto tra università e scuola.
Un convegno che è stato ospitato dall’Università di Catania, con il suo Dipartimento di Scienze umanistiche, grazie ad una Call for proposals internazionale rivolta a sedi universitarie sensibili alla diffusione della cultura italiana. Proprio l'Università di Catania, infatti, è stata scelta come luogo ideale per ospitare l’edizione di quest’anno dell’Aati in occasione di una ricorrenza dalla forte valenza simbolica, il centesimo anniversario dell'istituzione, attiva in Nord America sin dal 1923.
Un programma fittissimo che ha previsto un centinaio di sessioni parallele in quattro intensissimi giorni di lavori.
Nel corso dei lavori sono state privilegiate alcune grandi aree relative allo studio e alla diffusione della cultura italiana nel mondo odierno anche in prospettiva interdisciplinare.
In particolar modo gli studi letterari sulla secolare tradizione della Letteratura italiana con sessioni che hanno visto confrontarsi docenti statunitensi e italiani e anche giovani brillanti studiosi in formazione del Disum; l'insegnamento dell'italiano all'estero; gli studi culturali, di cinema e dei media; il rapporto tra insegnamento e ricerca sulle grandi questioni, culturali e civili, della diversità, della giustizia sociale, dell'inclusione.
Sono state dedicate anche numerose sessioni alla presentazione di nuovi libri, in particolar modo, a Literary Voices of the Italian Diaspora in Britain. Time, Transnational Identities and Hybridity (Palgrave, MacMillan) di Manuela D'Amore, docente di Letteratura inglese del Disum; Il sorriso di Caterina. La madre di Leonardo (Giunti) dell'italianista Carlo Vecce, uno dei principali studiosi del genio del Rinascimento. Un testo tradotto in 15 lingue e su cui è stato incentrato un dibattito con Andrea Manganaro, Antonio Sichera e Marina Paino.

Un momento dei lavori del congresso
«A emergere, nella maggioranza delle sessioni del congresso, è stata la forte riflessione, didattica e teorica, dei docenti statunitensi sui propri curricula di italiano, nella consapevolezza di quanto si stia sempre più riducendo, nelle università americane, lo spazio dell'insegnamento dell'italiano, con la continua perdita di cattedre, nella sostanziale indifferenza delle istituzioni italiane. Il riconoscimento del compito encomiabile svolto dai docenti che in Nord America, in condizioni sempre più difficili, tutelano e promuovono la lingua e la cultura italiana» ha spiegato in apertura del programma del congresso, il docente Andrea Manganaro dell’Università di Catania, a nome del comitato organizzatore italiano costituito dai Marina Paino, Gabriella Alfieri, Antonio Sichera.
E, inoltre, da rappresentanti delle diverse generazioni di italianisti del Disum, compresi giovani studiosi in formazione Milena Giuffrida, Daria Motta, Giuseppe Palazzolo, Carmelo Tramontana, Sebastiano Italia, Ottavia Branchina, Stephanie Cerruto, Christian D'Agata, Ninna Martines, Luigi La Grua e Luisa Mirone.
«Il confronto con chi insegna italiano all'estero - ha aggiunto Manganaro alla presenza della dell'Associazione degli Italianisti, Silvia Tatti - arricchisce tutti noi, allargando i nostri orizzonti, ampliando le nostre prospettive».

Un momento dell'intervento del rettore Francesco Priolo
Il congresso ha previsto anche due sedute plenarie: la prima aperta dal rettore Francesco Priolo e dalla direttrice del Disum, Marina Paino, è stata affidata, su decisione del Comitato americano, a Lorenzo Bernini, docente di Filosofia politica dell'Università di Verona (Hurray for Made in Italy! Or Sigmund Freud at the Sanremo Music Festival); la seconda, per scelta del Comitato catanese, è stata tenuta da Gabriella Alfieri, ordinaria di Linguistica italiana e presidente del Consiglio scientifico della Fondazione Verga e Accademica della Crusca (Una «lingua davvero» o una lingua ‘dal vero’? L’italiano parlato da Manzoni a Verga, e oltre).
Il convegno, infatti, è stato patrocinato dalla Fondazione Verga e dall'Associazione degli Italianisti italiani, e della sua Sezione Didattica, di cui è presidente nazionale Andrea Manganaro, docente di Letteratura italiana di Unict. Proprio Manganaro è stato il promotore della Catania Conference di Aati proponendone la candidatura al Comitato organizzatore italiano e al Comitato americano, diretto dal presidente dell'Aati, Ryan Calabretta-Sajder dell’University of Arkansas e da Marina Melita della Marist College di New York.
In chiusura dei lavori gli ospiti, nell’evidenziare la calda accoglienza dei giovani studiosi del comitato organizzatore, hanno apprezzato il Monastero dei Benedettini e i particolari valori comuni dell'Umanesimo.

I giovani studiosi del Disum