“La crisi climatica è il più grande fallimento del mercato nella storia dell’umanità”

Il direttore dell’ASviS Enrico Giovannini alla Scuola Superiore: “Agenda 2030 è l'unico piano per assicurare un futuro a questa generazione e a quelle successive”

Mariano Campo (foto di Angelo Russo)
Una studentessa pone alcune domande al prof. Enrico Giovannini
In foto da sinistra Filippo Fantauzzo, Daniele Malfitana e Enrico Giovannini
In foto da sinistra Daniele Malfitana e Enrico Giovannini
Un momento dell'incontro
In foto Filippo Fantauzzo
Il pubblico presente in sala
Il prof. Giuseppe Inturri, delegato alla Mobilità di Unict

Quale modo migliore per celebrare il Festival dello Sviluppo sostenibile 2024 che poter ascoltare la voce di uno degli uomini che, dal versante italiano, hanno più contribuito a ‘scrivere’ principi, contenuti, obiettivi e target dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, che oggi vengono studiati fin dalle scuole elementari?

Un esperto che, oltretutto, qualche anno fa, grazie al ruolo preminente rivestito nell’ambito dell’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile, di cui è stato cofondatore nel 2016, è persino riuscito a far modificare gli articoli 9 e 41 della Costituzione italiana, in cui adesso si afferma che “la Repubblica tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi anche nell'interesse delle future generazioni” e che “la libera iniziativa economica privata non può tuttavia svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all'ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”?

L’ex ministro del Lavoro e delle Politiche sociali nel governo Letta e delle Infrastrutture nel governo Draghi, Enrico Giovannini, presidente dell’Istat dal 2009 al 2013, con alle spalle vari incarichi di rilievo all’Ocse e in altre organizzazioni internazionali, oggi tornato all’insegnamento di Statistica economica nell’Università di Roma “Tor Vergata”, è stato il protagonista di un apprezzatissimo incontro che si è tenuto lunedì scorso nell’aula magna della Scuola Superiore dell’Università di Catania.

Lo sviluppo sostenibile, una sfida difficile ma senza alternative, questo il titolo della sua lezione magistrale, introdotta dal presidente della Ssc Daniele Malfitana e dall’allievo Filippo Fantauzzo che ha tracciato in breve il profilo professionale e accademico del prof. Giovannini, autore – tra gli altri – di libri dal titolo emblematico quanto esplicito: “Scegliere il futuro”, “L’utopia sostenibile”, “Quel mondo diverso”.

In foto da sinistra Filippo Fantauzzo, Daniele Malfitana e Enrico Giovannini

In foto da sinistra Filippo Fantauzzo, Daniele Malfitana e Enrico Giovannini

«Già da giovane studente di Economia negli anni ‘70 – ha raccontato ai numerosi docenti e studenti presenti nell’ex cappella di Villa San Saverio, illustrando grafici e tabelle sul consumo delle risorse e dell’energia, l’aumento delle temperature globali, la presenza di gas serra nell’atmosfera, l’acidificazione degli oceani – ero preoccupato per le catastrofiche previsioni sul futuro del pianeta, e ho scelto di imboccare questo percorso per dare il mio contributo a salvare il mondo, ogni volta con un ruolo e delle responsabilità differenti».

Il ruolo attuale del prof. Giovannini è quello di direttore scientifico dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), una rete di oltre trecento soggetti che dal 2016 opera, attraverso attività di sensibilizzazione, educazione, formazione, informazione, ricerca scientifica e relazioni istituzionali per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 dell’Onu e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile. E il limite temporale di questo traguardo ormai non è più tanto lontano: sia il 2035, che il 2050, indicati da politici e scienziati, sono dietro l’angolo.

«Stiamo utilizzando un modello socioeconomico insostenibile. All’interno di uno spazio finito come la Terra, le risorse non possono essere infinite – ha affermato Giovannini -, e il modo in cui produciamo impatta direttamente sul benessere o sul malessere delle persone. Oggi siamo a livelli fuori scala rispetto a quelli che in passato hanno sostenuto lo sviluppo e la ricchezza della società umana. D’altro canto, nessuno vuole tornare nelle caverne, ma ormai siamo tutti consapevoli che non possiamo superare i limiti».

Il prof. Enrico Giovannini, presidente dell'Asvis

Il prof. Enrico Giovannini, presidente dell'Asvis

«Con l’economia che conosciamo, dunque, non andiamo da nessuna parte – ha aggiunto -. Dobbiamo riconfigurare il nostro modello di sviluppo, anche perché la crescita prima o poi si arresterà anche in Paesi come l’India e la Cina. E dobbiamo operare un cambiamento profondo, non soltanto a livello di politiche nazionali e internazionali e di modelli produttivi, perché il modo in cui produciamo impatta direttamente sul livello di benessere delle persone, ma soprattutto nei comportamenti dei gruppi e negli stili di vita di ciascuno di noi».

Cosa è possibile fare per aggiustare il ‘giocattolo’? «Convertire il nostro sistema, renderlo decarbonizzato, compensare le emissioni che continueremo ad emettere, anche a costo di fastidiosi effetti collaterali come l’aumento dell’inflazione e la riduzione del Pil – ha elencato alcune soluzioni l’ex ministro -. La crisi climatica è il più grande fallimento del mercato nella storia dell’umanità, i 17 goals di Agenda 2030 sono invece l’unico piano che abbiamo per cambiare il sistema, prima del collasso globale, e descrivono il futuro che vorremmo, in un mondo a basso rischio e ad alta resilienza, per tentare di rimediare a tutte le decisioni sbagliate assunte in passato».

«È soprattutto una questione di giustizia tra le generazioni – conclude, ricordando la vicenda delle famigerate pensioni d’oro, considerate diritti acquisiti ma di fatto incompatibili con la situazione finanziaria attuale del Paese –. Soddisfare i bisogni della generazione attuale, senza pregiudicare il diritto delle generazioni future a fare altrettanto: questo è sviluppo sostenibile. E, come ha ricordato di recente il presidente Mattarella, l’Agenda 2030 non è un mero esercizio burocratico o per sognatori, ma è l’unica prospettiva di cooperazione mondiale che abbiamo davanti a noi».

In foto Enrico Giovannini insieme con il presidente della Scuola Superiore di Catania, Daniele Malfitana, e gli allievi

In foto Enrico Giovannini insieme con il presidente Daniele Malfitana e con gli allievi della Scuola Superiore di Catania