La bellezza mostruosa degli alberi

All’Orto botanico, venerdì 22 settembre, sarà inaugurata la mostra fotografica di Andrea Savini, milanese di origine e madrileno d’adozione

Mariano Campo
Una delle opere di Andrea Savini in mostra
Una delle opere di Andrea Savini in mostra
Una delle opere di Andrea Savini in mostra
Locandina

Sono lo sforzo infinito della terra per parlare al cielo in ascolto. Sono santuari: chi sa parlare con loro, chi sa ascoltarli, percepisce la verità. Essi non predicano dottrine e ricette ma predicano, noncuranti del particolare, la legge primordiale della vita. Sono le colonne del mondo, una lenta, durevole forza che tende a vincere il cielo.

Tagore, Hesse, Saint-Exupéry e tanti altri iconici scrittori di ogni epoca, hanno provato a cogliere l’essenza metafisica degli alberi, «belli più di qualunque architettura l’uomo possa mai fare», secondo Pier Luigi Nervi, e ispiratori essi stessi della visionaria architettura di Antoni Gaudì, avvinto dalla «magnifica armonia» di ogni loro singola parte. 

Mostruosamente belli, gli alberi, anche se contorti o incurvati in modo bizzarro, frastagliati come psichedelici frattali o evanescenti come i soffioni del tarassaco, tanto cari ai bambini.

L’Orto botanico di Catania celebrerà proprio La bellezza mostruosa degli alberi – quale sito più adeguato? – ospitando la mostra fotografica dell’artistaAndrea Savini, milanese di origine e madrileno d’adozione, che verrà inaugurata venerdì 22 settembre alle 18. 

L’iniziativa è curata dal dott. Giuseppe Siracusa, responsabile comunicazione, promozione aree espositive e museali del giardino scientifico dell’Università di Catania, e rimarrà visitabile gratuitamente fino al 26 ottobre prossimo dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 17.

«Di stagione in stagione e di anno in anno – racconta Savini -, osservavo un grandioso albero che si trovava giusto sotto il balcone della casa dei miei genitori, all’ottavo piano. La vista inusuale della struttura dei suoi rami mi è sembrata unica e meravigliosa, e perciò decisi di fotografarlo. Quello fu il primo soggetto». 

È dunque semplice la genesi dell’esposizione che ha già avuto un’anteprima catanese a Palazzo Scammacca nei mesi scorsi e che restituisce tronchi, rami, chiome, foglie e germogli di ‘alti fusti’ come dei lillipuziani bonsai attraverso una visione fotografica essenziale e primordiale, permeata da un afflato Zen, «ispiratrice di forza ma anche di solitudine, di complessità ma anche di essenzialità», come rileva il curatore Siracusa. 

«Gli alberi sono indubbiamente l’elemento più appariscente del mondo vegetale – afferma il prof. Giampietro Giusso del Galdo, direttore del dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali -. La loro presenza, così come la loro assenza, è la testimonianza più tangibile della storia di un territorio che, sia per cause naturali che antropiche, è stato ampiamente trasformato nel corso dei millenni. Il patrimonio arboreo rappresenta, quindi, un bene prezioso da tutelare non solo per il suo straordinario valore naturalistico, ecologico, paesaggistico e storico-culturale, ma anche per l’opportunità che gli alberi offrono per lo sviluppo turistico ed educativo». 

Andrea Savini

Andrea Savini

«Sotto questa luce e con l’obiettivo di sensibilizzare sempre di più un pubblico non di soli studiosi o appassionati – prosegue il docente -, l’Orto Botanico di Catania offre i suoi spazi alla creatività di artisti che, come Andrea Savini, riescono a celebrare la bellezza della Natura e degli alberi in particolare, cogliendone dettagli la cui “mostruosità” sta solo negli occhi di noi piccoli umani, inquilini sempre più miopi ed arroganti di questa Terra».

Nato a Milano nel 1963 e formatosi culturalmente a Madrid, l’autore ha lavorato per agenzie di stampa e pubblicità, fino a fondare una sua azienda. Alcune sue foto sono state utilizzate per prestigiosi marchi di moda e da grandi case editrici di fotografia e arte. È vincitore del FotoPres e El Sol de Plata al Festival de Pubblicità di San Sebastián e ha ritratto alcuni dei più importanti personaggi del mondo internazionale della moda, dell'arte, cinema, finanza, della realtà e delle celebrità. 

«Non vi è dubbio – osserva Giuseppe Siracusa - che, tra tutte le forme vegetali presenti sul pianeta, gli alberi siano quelle che sin da piccoli rappresentiamo con maggior frequenza assieme ai fiori, tanto da divenire veri e propri totem che simboleggiano forza, longevità, maestosità, sacralità, cambiamento, saggezza, conoscenza, rinascita, vitalità, radicamento, stabilità e propensione verso l’alto. Celebrarli è un rito a cui tutti gli artisti si sono dedicati, rappresentandoli ciascuno a suo modo, ma rendendoli sempre ben identificabili e riconoscibili. Ed è proprio a questo estremo atto d’amore che tende adesso le sue corde creative Andrea Savini, artista che attraverso tecniche fotografiche sofisticate fissa ed esalta le contorte complessità degli alberi che si stagliano contro un bianco assoluto, da cui lasciarsi incantare». 

L’intenzione di Savini è, infatti, quella di mostrare all’occhio umano la tessitura e i piccoli segreti degli alberi, utilizzando apparecchi di precisione e delle ottiche di grande risoluzione e una mescolanza di luce naturale e flash di studio: il fondo bianco, invece, è ricavato con pannelli bianchi sovrapposti alla base dell’albero, e una pulizia dalle imperfezioni in post-produzione. 

In tal modo, gli alberi riescono ad esprimere meglio sé stessi, suggerisce l’autore, si fanno ascoltare meglio: aiutando chi ha imparato ad ascoltare gli alberi, come sostiene lo stesso Herman Hesse, a voler essere finalmente quello che è.