Sarà realizzato da un gruppo di ricerca, grazie ad un progetto Prin, composto da docenti degli atenei di Catania, Messina e Milano
Un archivio elettronico di una varietà di italiano, quello “parlato-scritto” che ci è stato inevitabilmente tramandato nel tempo tramite fonti scritte. Una “varietà” che ancora oggi non è stato finora adeguatamente e organicamente descritta.
A realizzarlo – grazie al progetto denominato Archivio Digitale dell'Italiano Parlato-scritto (1860-1953) – sarà un gruppo di ricerca costituito da docenti delle università di Catania, Messina e Milano nell’ambito di del programma dei Progetti di rilevante interesse nazionale (Prin) del Ministero dell'Università e della Ricerca.
A coordinare il gruppo di ricerca, nel ruolo di principal investigator, sarà la prof.ssa Gabriella Alfieri, ordinaria di Linguistica italiana dell’ateneo catanese e presidente della Fondazione Verga. A far parte del gruppo di ricerca anche i docenti Giovanna Alfonzetti, Rosaria Sardo e Daria Motta dell’Università di Catania, mentre i team degli atenei di Messina e di Milano saranno coordinati, rispettivamente, dai docenti Fabio Rossi e Giuseppe Sergio.
Le unità di Catania e di Milano si occuperanno della digitalizzazione e della marcatura, suddividendosi i livelli di analisi lessicale, morfologica e fraseologica, mentre il gruppo di ricercatori dell’ateneo di Messina curerà l’analisi sintattica. Per la digitalizzazione del materiale e per la messa a punto dei programmi di interrogazione le tre unità si avvarranno della consulenza informatica di esperti, già attivi nel settore della Linguistica informatica presso l’Accademia della Crusca, la Fondazione Verga, il CNR di Pisa e Catania.
Il progetto Ardpis
«I testi che mirano a simulare e modellizzare i caratteri dell’oralità verranno archiviati, ovvero digitalizzati ex novo o attinti a digitalizzazioni già effettuate, e taggati con marcatori tramite il sistema TEI di linguistica strutturale (soprattutto lessico e sintassi), testuale e pragmatica», spiega la prof.ssa Gabriella Alfieri.
La ricerca sarà incentrata sull’italiano post-unitario, base dell’italiano contemporaneo e sarà condotta a campione su testi di intrattenimento con forte impianto dialogico (teatro, cinema, narrativa realistica), su testi con interferenze di parlato più o meno esplicite (conferenze, interviste, epistolari e riviste istituzionali) e su testi educativi con esempi di parlato (grammatiche, vocabolari, galatei).
«Per verificare sul campo gli obiettivi della Relazione manzoniana sull’unità della lingua (1868), il nostro archivio e i dati elaborati grazie alla sua interrogazione per fenomeni consentiranno di risalire alle origini del parlato italiano dell’uso medio o neo-standard (Sabatini 1985; Berruto 1987)», aggiunge la docente.
Una ricerca che consentirà anche di rispondere a varie domande ancora rimaste in sospeso nella linguistica italiana come, ad esempio, quanto l’immagine ideale dei compilatori dei testi trova riscontro nei dati linguistici dei testi effettivamente prodotti? E, inoltre, se il parlato comune italiano, anche ad uso pubblico (non dialettale), nasce nel pieno ’900 e se davvero prima dell’avvento della televisione non si ha una qualche forma di unificazione linguistica.
«Nel nostro progetto tratteremo anche dell’italiano scritto per essere trasmesso, tramite la radio e il cinema, mentre dai limiti cronologici del progetto resta escluso quello televisivo – ci tiene a sottolineare la coordinatrice -. La metodologia sarà quella dell’informatica umanistica e del corpus linguistics, sia quella dell’analisi del discorso tradizionale, sia quella della pragmatica».
La prof.ssa Gabriella Alfieri
I benefici per la vita quotidiana e i possibili sviluppi
«Il progetto consentirà di osservare il mettersi a punto dell’italiano odierno rapportando gli ideali di schiettezza, vivacità, chiarezza e sintesi alle effettive realizzazioni testuali, ma anche di colmare una persistente lacuna nella storia linguistica italiana – spiega la prof.ssa Gabriella Alfieri -. In questo secondo ambito il parlato-scritto sarà analizzato e descritto a partire da un corpus di testi definito e pertinente e, inoltre, si applicherà, in diacronia, l’analisi pragmatica come i saluti, gli insulti, le scuse, i complimenti, l’assertività e altra fenomenologia degli atti linguistici».
Analisi e “messe a punto” che porteranno a diversi benefici per la vita quotidiana.
«La consultabilità con libero accesso, nei siti dell’Accademia della Crusca e della Fondazione Verga, dell’intero corpus e dei risultati dell’analisi di ArDIPS contribuirà ad attingere a testi e fenomeni alle origini dell’italiano quotidiano, e quindi a rendere parlanti e scriventi più consapevoli dell’uso linguistico da praticato, oltre a fornire a insegnanti e studenti uno strumento dinamico e innovativo per l’insegnamento-apprendimento della lingua», sottolinea la docente dell’ateneo catanese.
Al tempo stesso il progetto favorirà lo sviluppo di altre ricerche.
«L’avanzamento della ricerca contribuirà a conoscere meglio fenomeni lessicali, fraseologici e morfo-sintattici non descritti nelle grammatiche e nei vocabolari, quindi ArDIPS potrà fornire la base di dati per future descrizioni normative o lessicografiche di questa varietà di italiano – continua la prof.ssa Alfieri -. Per quanto riguarda le ricadute applicative della nostra ricerca, prevediamo di fornire una base per ricerche future sul parlato-scritto e un materiale di studio e future ricerche per i corsi universitari di Storia della lingua italiana, Filologia, Linguistica italiana, ma anche Letteratura italiana, Storia moderna e contemporanea, Informatica umanistica. E, infine, ma non meno importante, un ausilio alle scuole per documentare su testi reali le varie fasi storiche della lingua; compilare antologie digitali sull’italiano postunitario».