La dottoranda iraniana Diana Arsalani auspica la libertà degli intellettuali del proprio Paese, il presidente della Consulta Anas Jaadar ha incoraggiato gli studenti a inseguire sogni e ambizioni
«Il mio unico desiderio è che gli intellettuali iraniani possano avere uguali opportunità di brillare nel loro paese e non solo altrove. Un giorno non dovremo più spiegare al mondo chi siamo, e non ci saranno più fraintendimenti sul nostro popolo e sul nostro Paese, una volta conosciuto come la terra dei poeti». Diana Arsalani, dottoranda di Scienze dell’Interpretazione al dipartimento di Scienze umanistiche, ha concluso con questo auspicio il proprio intervento, parafrasando i versi di Ferdowsi, il maggior poeta epico della letteratura persiana medievale.
Versi che sanno di rimpianto per un passato di pace e ricchezza, attualissimi nonostante la remota distanza temporale: «Nella terra fertile dell’Iran abitavano solo uomini puri – ha recitato Diana - Essi credevano nella giustizia e nell’umanità / Il paese era libero e prospero / Gentilezza e lealtà erano la loro religione / Chi opprimeva era sempre colpevole». E domande che risuonano stridenti nelle orecchie di tutti, di chi assiste sconcertato alla realtà dei nostri giorni: «Chi ha incendiato questo giardino? – si interroga Ferdowsi - Chi ha dato fuoco ai nostri desideri? / Come siamo diventati così tristi? Perché la saggezza è diventata così inarrivabile? / Il nostro paese non è più com’era prima / Sembra che l’antica storia sia fuggita via!».
Un momento dell'intervento di Diana Arsalani
Prendendo spunto dalle libertà negate e dalla naturale tensione umana verso la conoscenza del mondo, Diana – in rappresentanza di tutti i dottorandi dell’Università di Catania - ha voluto infine rimarcare che «l’istruzione superiore può essere considerata un investimento scientifico e culturale, che non contribuisce solo allo sviluppo personale, ma anche al miglioramento della società. E la prossima generazione erediterà ciò che noi adesso riusciremo a fare come accademici e scienziati».
Diana Arsalani e Anas Jaadar
Trae spunto dall’articolo 34 della Costituzione l’intervento di Anas Jaadar, del dipartimento di Ingegneria civile e architettura, nuovo presidente della Consulta degli studenti. «In quanto iscritto a questa Università, posso dire di ritenermi fortunato a vivere in un Paese nel quale il diritto allo studio viene garantito a tutti i giovani, ma non dobbiamo nasconderci l’esistenza di lacune e incertezze che talvolta si riversano sugli studenti e li ostacolano».
Anas Jaadar
Jaadar ha concluso il proprio intervento con un messaggio ‘motivazionale’ rivolto ai propri colleghi: «Non lasciate che i vostri sogni, le ambizioni, il vostro talento si infrangano nel confronto con modelli di vita irraggiungibili, ma impegnatevi a dimostrare in primis a voi stessi di cosa siete capaci e, su questa strada, perseverate nello studio, nella ricerca, nella volontà̀ di riuscire ad ottenere il meglio: il vostro ‘meglio’».
«Il poeta irlandese William Butler Yeats – ha proseguito - ci ha insegnato che l'istruzione non è il riempimento di un secchio, ma l'accensione di un fuoco. Il mio auspicio è che ogni studentessa e ogni studente del nostro Ateneo siano in grado di continuare ad alimentare la propria fiamma».
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