Innovazione metodologica nello studio della cultura materiale del mondo antico

Grazie a SHERDS Project, finanziato con fondi Prin, passato e futuro dialogheranno digitalmente. A svilupparlo gli atenei di Catania, Ca’ Foscari di Venezia e Genova insieme col Cnr

Alfio Russo

L’archeologia è una disciplina complessa che mira alla ricostruzione delle società del passato attraverso un’ampia diversità di indagini ed una costante innovazione di metodologie e strumenti di ricerca. 

Ogni testimonianza materiale giunta fino a noi, nella condizione di sherds (frammenti), è stata oggetto, negli ultimi cinquant’anni, di grandi innovazioni. Collezionate ed ammirate per secoli in virtù dei loro valori estetici, i resti delle produzioni materiali del mondo antico sono oggi al centro di un rinnovato interesse che attraverso l’indagine del modo in cui sono stati prodotti, commercializzati, utilizzati e, infine, scartati permettono di ricostruire abitudini, modi di vita, credenze e ritualità, politica ed economia delle società del passato. Per far ciò, serve un’indagine che integri differenti competenze e specializzazioni, e la caratterizzazione chimico-fisica associata ad un’analisi informatizzata di dati giocano un ruolo di primo piano.

Con questa visione è nato il progetto SHERDS - acronimo di networkS in HellEnistic and Roman meDiterranean - Making and Managing HiStory with Material Culture - che vuol rimarcare l’esigenza di costruire un nuovo approccio, altamente tecnologico, integrato e interdisciplinare nello studio della cultura materiale del passato gettando nuova luce sulle pratiche sociali e sulle identità culturali delle società antiche. 

Per raggiungere questo obiettivo il progetto Sherds - selezionato come Progetto di Rilevante Interesse Nazionale (Prin) e finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca – ha costituito quattro unità di ricerca il cui partner capofila è il Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania (principal investigator è il prof. Daniele Malfitana, ordinario di Metodologia della ricerca archeologica, direttore della Scuola di Specializzazione in beni archeologici e presidente della Scuola Superiore dell’ateneo catanese) che coordina l’Università Ca’ Foscari di Venezia (Daniela Cottica), l’Università di Genova (Silvia Pallecchi) e l’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del Cnr catanese (Antonino Mazzaglia e Alessio Toscano Raffa). 

Sherds

La ricerca integrata proposta dai quattro gruppi sarà applicata a diversi contesti archeologici, cronologicamente collocabili dal IV-III a.C. al I-II d.C., che spaziano dall’Italia settentrionale (Aquileia) a quella meridionale (Pompei) comprese le grandi isole di Sicilia (Siracusa e Finziade) e Sardegna (Nora).

Il progetto premiato per l’alto contenuto di innovazione metodologica prova a ragionare sull’esigenza di mettere insieme più aree culturali mediterranee e più produzioni ceramiche prodotte in età ellenistica-romana, dunque dalla fine del IV secolo a. C. alla piena età imperiale. 

«La metodologia che Sherds intende applicare combina, in una prospettiva "olistica”, sia l’approccio tradizionale allo studio delle produzioni ceramiche del mondo antico (classificazione cronotipologica e funzionale), sia il contributo di diverse discipline archeometriche» chiarisce il prof. Daniele Malfitana, responsabile scientifico del progetto.

«Le analisi archeometriche saranno utilizzate per studiare i manufatti e per determinare anche le caratteristiche del contesto naturale e antropico di rinvenimento» spiega la prof.ssa Daniela Cottica dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. 

«In questa direzione - aggiunge la prof.ssa Silvia Pallecchi dell’Università di Genova -. La caratterizzazione fisico-chimica, l’analisi delle tracce d'uso, l’identificazione dei residui organici, consentiranno di acquisire preziose informazioni sulle tecniche di produzione, commercio, uso e consumo dei manufatti analizzati, mentre le indagini archeobotaniche e archeozoologiche forniranno preziose informazioni per la ricostruzione delle risorse disponibili nei contesti naturali e delle modalità di sfruttamento umano».

Sherds

Una immensa mole di dati da gestire che necessita del contributo delle ICT.

«I dati acquisiti saranno integrati in un geo-database, gestito su piattaforma GIS, appositamente progettato e sviluppato in Sherds che costituirà la premessa per lo svolgimento di analisi statistico-quantitative e geospaziali orientate all’arricchimento delle nostre conoscenze sul contesto culturale, sociale ed economico del Mediterraneo in età ellenistico-romana» aggiungono Antonino Mazzaglia e Alessio Toscano Raffa e del Cnr catanese. 

«Ma – continua il prof Daniele Malfitana - le quattro unità di ricerca lavoreranno insieme per definire gli standard per la catalogazione e l’archiviazione dei dati sulla ceramica ellenistico-romana e per creare un modello di riferimento per la descrizione delle comunità sociali di quel periodo storico». 

Infine, la creazione di modelli 3D di grande precisione e alta definizione nella caratterizzazione delle superfici, “semantizzati” grazie all’attribuzione dei dati provenienti dai risultati delle numerose indagini condotte in Sherds, arricchirà la banca dati con uno strumento di indagine e di conoscenza innovativo rispetto ai repertori tradizionali e che verrà messo a disposizione della comunità scientifica internazionale che guarda con interesse ai risultati promessi da Sherds. 

«Tutto questo, insieme a una piattaforma WebGIS, permetterà la consultazione e la diffusione di tutti i dati prodotti nell’ambito del progetto, in una logica open access, diventando un punto di riferimento per un pubblico estremamente ampio di potenziali utenti – aggiunge il prof. Daniele Malfitana -. Le soluzioni del progetto genereranno un grande impatto sociale, poiché permetteranno alla società contemporanea di comprendere meglio il patrimonio culturale partendo dalla quotidianità del vivere umano. La ricerca e gli strumenti del progetto consentiranno, infine, di creare narrazioni "aperte" sul patrimonio, spaccati di vita quotidiana, contribuendo in tal modo alla conservazione delle conoscenze culturali ereditate dal passato».

Daniele Malfitana

Il prof. Daniele Malfitana, principal investigator del progetto Sherds