Incontrarci ed incontrarsi

Un viaggio introspettivo guidato da Paola Tricomi, ed il suo Fiat, intervenuta al bookshop del Monastero dei Benedettini in occasione dell’incontro curato da Officine culturali

Chiara Aiello (foto: Officine culturali)

Ma cos’è Fiat? «È un lavoro personale, inteso come un lavoro di creazione dentro il corpo, che nasce dalla visione biblica e tuttavia si muove in un senso completamente laico ed aperto a tutti, in una visione non per forza cristiana o credente, ma accessibile a chiunque. È sicuramente l’origine, ma di tutti noi. Fiat è un invito a dire sì alla vita, perché siamo tutti chiamati alla vita, ognuno in base alla propria condizione e situazione». Paola Tricomi, autrice e ricercatrice all’Università per stranieri di Siena, presenta così la sua nuova raccolta poetica intitolata proprio Fiat, che è stata presentata nei giorni scorsi al bookshop del Monastero dei Benedettini, insieme con la poetessa Gabriella Grasso.

Quest’ultima ha sottolineato la parte religiosa del titolo. «Il riferimento biblico è esplicito, trattandosi di due momenti fondamentali della storia dell’umanità: il Fiat Lux nel momento della creazione e il Fiat Voluntas Dei, la disponibilità di Maria all’incarnazione. Si tratta, dunque, di due momenti fondamentali della storia di ogni uomo».

Un momento dell'incontro

Un momento dell'incontro

L’evento, presentato da Francesco Mannino, presidente di Officine Culturali, è stato animato dalle letture di alcune poesie del volume da parte della drammaturga, autrice e regista Pamela Toscano, una tra queste Alzati anima mia.

«Non è possibile immaginare l’incontro dell’Io con l’altro senza prima incontrare noi stessi; la parola chiave è assolutamente l’incontro però in Alzati anima mia c’è un incontro con noi stessi e racconta che per me esiste una Paola che si muove e questa poesia voleva raccontare quella Paola che nessuno vede, perché c’è tanta invisibilità, nella disabilità, ma in generale nel mondo, in tutti noi e io credo che un po’ tutti abbiamo un io invisibile con cui dialoghiamo; dobbiamo quindi dare corpo all’invisibile», ha evidenziato la Tricomi a proposito della poesia.

Dopo l’intonazione della poesia Chissà se la parola è come l’acqua, il discorso verte sulla forza della parola che «si misura nel tempo, nella lunga durata. — ha affermato la ricercatrice —. Cambiare il mondo attraverso la parola è un lavoro di fiducia sul lungo termine e anche sulla possibilità dell’altro, per questo Fiat ha al centro la relazione con l’altro, perché non puoi credere nel potere della parola se non hai un minimo di fiducia che l’altro ti ascolti».

Un momento dell'intervento di Paola Tricomi

Un momento dell'intervento di Paola Tricomi

L’ultima poesia letta da Pamela Toscano è stata Il mio amore per te, cui particolarità ha sottolineato l’autrice di Fiat «è questa ariosità della creazione del non esistere, questa capacità di ritrovare anche il non esistere e non posso non pensare che in fondo ci sia amore anche in questo, come se la poesia abbia la capacità di ricreare i vuoti, non cancellarli o renderli inesistenti, ma in qualche modo colmarli in una mistica che è propria della poesia».

Situata nell’appendice, dove si collegano temi e riflessioni dedicati all’attualità, troviamo la poesia Fiamme - Muß es sein, dedicata ai civili di Gaza e per l’occasione letta dalla stessa Paola Tricomi: «Questa poesia è stata tradotta in arabo proprio perché dedicata ai civili di Gaza ed è diventata manifesto di pace dei gruppi di studenti che lottano in tutta Italia. Muß es sein è un termine tedesco che indica un qualcosa che si deve fare, che è necessario che si faccia. La dedica oltre ad essere per i civili sulla striscia di Gaza è anche in rappresentanza di ogni marginalità».

I relatori dell'incontro

I relatori dell'incontro

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