(Im)perfezione di un corpo

La danzatrice e coreografa Silvia Gribaudi, tra gli artisti ospiti del Performare Festival di Serradifalco, si racconta a UnictMagazine

Elisabetta Maria Teresa Santonocito (foto di Giovanna Mangiù)

Danzatrice e coreografa torinese aperta a contaminazioni e influenze tra le più variegate, Silvia Gribaudi si muove nel mondo della danza in maniera anticonvenzionale, seguendo e assecondando i cambiamenti del suo corpo ‘non canonico’.

Ospite della sesta edizione del Performare Festival di Serradifalco – diretto da Simona Miraglia e Amalia Borsellino del Collettivo SicilyMade –, l'artista torinese con il suo spettacolo Corpo Libero e il suo workshop Corpi empatici. Palestra Pubblica Performativa ha coinvolto tutti nella sua danza, compresi gli abitanti del paesino siciliano.

Il tema del corpo, vitale nella danza tout court, lo è a maggior ragione per quest’artista, che, dopo la formazione classica, ha intrapreso una strada tutta sua (nell’ambito della danza contemporanea), accettando i cambiamenti del suo corpo e, anzi, andando loro incontro e assecondandoli ai fini della sua espressione artistica.

Sul suo corpo ‘non canonico’ – probabilmente senza futuro se fosse rimasta legata alla danza classica – ha forgiato un nuovo personalissimo stile. La sua danza procede dal corpo, a esso si lega e da esso scaturisce: un cambiamento del suo corpo si ripercuote sulla sua danza, spingendo affinché essa, a sua volta, muti e si trasformi.

La danzatrice e coreografa torinese Silvia Gribaudi

La danzatrice e coreografa torinese Silvia Gribaudi

E così si muove anche la sua ricerca in ambito artistico, seguendo la direzione che il corpo le indica. Il suo stesso fare artistico cerca il senso (o i diversi sensi) tra le varie sfumature che il corpo assume, da solo, nello spazio, tra la gente.

A ciò si aggiunge anche una spiccata dose di ironia che permette a Silvia di affrontare ogni cambiamento con il sorriso, di essere fiera di ogni piega del suo corpo, di ogni parte molle, che ha piena dignità e diritto di essere lasciata libera di danzare. Silvia si compiace quasi delle facce stupite o perplesse del pubblico, va contro ciò che è lecito o considerato adeguato fare e si spoglia (letteralmente) delle convenzioni sociali creandosi le proprie regole del gioco.

Questo è lo spirito che informa Corpo Libero, spettacolo finalista Premio Ubu 2009 e vincitore del premio Giovane Danza D’Autore nello stesso anno, riproposto a Serradifalco in una doppia versione: una site specific e una più propriamente teatrale, la prima con la sola presenza di Silvia ‘in scena’ (in piazza) e la seconda con la partecipazione del danzatore e delle danzatrici che hanno partecipato al suo workshop Corpi empatici. Palestra Pubblica Performativa.

Un momento del workshop "Corpi empatici. Palestra Pubblica Performativa"

Un momento del workshop "Corpi empatici. Palestra Pubblica Performativa"

Corpo Libero rimane, anche a distanza di anni dalla sua nascita, uno spettacolo in fieri, in costante evoluzione, legato ai corpi, agli spazi e alla loro interazione.

E la liberazione che investe il corpo della danzatrice coinvolge anche il pubblico e la stessa ricerca artistica di Silvia Gribaudi, che procede sul filo eterotopico del rapporto performer-spettatore, studiando come esso possa divenire parte del processo creativo e dello spettacolo, influenzandolo e rimanendone influenzato a sua volta.

Ma Corpo libero contiene già in sé anche le nuove direzioni che prenderà la sua ricerca, nascoste tra le pieghe di un corpo mutevole, che la segue nel suo processo creativo, aspettando solo il momento giusto per rivelarsi e creare qualcosa di diverso.

L’intervista

Silvia Gribaudi nella video intervista si è soffermata sulla sua formazione e sulle difficoltà di seguire la sua passione, affermandosi in ambito artistico. E ancora su Corpo Libero e il suo cambiamento nel tempo, i meccanismi che regolano il suo processo creativo, l’eredità che vorrebbe lasciare ai più giovani.