Prima proiezione e incontro della rassegna del Dipartimento di Scienze umanistiche di Unict di proiezioni e incontri con il progetto di ricerca “Archivi del Sud” sul cinema e le storie del meridione d’Italia
Le storie, tragiche, ma a tratti anche solarmente vitali dal Novecento a oggi, di alcune zone industriali siciliane come Mellilli, Galvagno e Termini Imerese sono la materia al centro del film di ricerca Parabole d’oro (CSC, 2023) proiettato durante il primo appuntamento del ciclo di proiezioni e incontri Immaginarsi al Sud.
Si tratta di un viaggio attraverso i racconti visivi, orali e le testimonianze tra le fonti audiovisive fra il 1948 e il 1968 rimaste in molti archivi o ritrovate nelle case di molti privati (filmini amatoriali o d’archivio in super 8, fotografie e articoli) e le testimonianze dei protagonisti di quel tempo, riprese nel film.
Un momento dell’introduzione dell’incontro. Da sinistra Ivan Balbo, portavoce del sindaco Enrico Trantino, con Gioacchino Palumbo (consulente del Museo del Cinema di Catania) e la prof.ssa Stefania Rimini del Disum
Le “parabole d'oro” del titolo rimandano ai diversi episodi raccontati nel film che coprono tempi e spazi diversi della Sicilia: raccontando il mutamento del paesaggio a causa della rapida proliferazione di industrie nel territorio, le difficoltà e i cambiamenti sociali e culturali dal dopoguerra a oggi che hanno completamente sconvolto la vita rurale di alcuni sperduti paesini siciliani.
Si tratta di un film sperimentale di ricerca, realizzato dagli allievi e le allieve del Centro Sperimentale di Cinematografia nella sede di Palermo, dedita al documentario (guidati dalla direttrice-regista Costanza Quatriglio) e Alessia Cervini, docente dell’Università di Palermo, promotrice dell’opera nell’ambito del Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale Archivi del Sud. Il Paesaggio Meridiano nel Cinema Italiano Non-Fiction 1948-1968, con altre unità: fra cui l’Università di Catania, l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e l’Università della Calabria.
Il “Museo del cinema di Catania”, sede della prima proiezione di Immaginarsi al Sud
Il primo incontro della rassegna Immaginarsi al Sud, il 26 marzo scorso, è stato ideato e curato all’interno del progetto di ricerca da Stefania Rimini, Simona Busni, e Giovanna Santaera, membri dell’unità catanese come forma di restituzione della ricerca.
La proiezione ha avuto luogo nella speciale cornice del Museo del Cinema di Catania, che ha ospitato il pubblico e tantissimi studenti provenienti dal corso di Storia e critica del cinema (Disum Unict) alla presenza del portavoce del sindaco Trantino, l’avv. Ivan Albo e il consulente del museo, Gioacchino Palumbo.
Prima della visione del docufilm, Stefania Rimini ha introdotto il progetto Immaginarsi al Sud, una rassegna di film dedicata agli immaginari emersi dalle ricerche audiovisive d’archivio per il recupero delle memorie e delle visioni che dal passato ci accompagnano verso il presente e futuro delle regioni meridionali e in particolare della Sicilia. «Così gli immaginari possono diventare anche un modo - ha sottolineato la docente - per immaginare la propria presenza e resistenza culturale al Sud oggi e domani».
Fotogramma del film “Parabole d’oro” (CSC, 2023)
«Ma il progetto non è una cartolina della Sicilia», come ha tenuto a sottolineare anche la docente Alessia Cervini, spiegando e discutendo con gli studenti alla fine dell’incontro sulle modalità di preparazione e il contributo della ricerca alla produzione del film.
Il docufilm realizzato dai ragazzi del secondo anno del Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo è un film che si potrebbe definire nella tradizione della storia del cinema come episodico. I filmati amatoriali scorrono in sottofondo, costruendo tre blocchi dedicati alle varie aree connesse però tematicamente dalle vicende, mentre i protagonisti delle storie ci narrano di quei luoghi.
Lo scavo nei materiali del passato è stato accompagnato dall’attenta costruzione di immagini nel contesto contemporaneo, che fanno emergere l’elevata sensibilità nella formazione di uno sguardo documentario da parte del Centro Sperimentale di Palermo molto vicino alla realtà.
Un momento della proiezione nella sala del Museo del Cinema di Catania
L’utilizzo dei materiali audiovisivi d’archivio è stata la parte fondamentale del lavoro. Le ricerche sono partite dagli studi già in corso nel progetto di ricerca e da materiali provenienti da archivi già conosciuti, scoprendone altri nei luoghi dove hanno svolto le riprese, come nell’episodio di Piraino, in cui emerge un’inedita microstoria di emancipazione femminile data da una testimonianza diretta.
Il progetto di Parabole d’oro è un tributo a Vittorio Da Seta, in occasione del centenario del regista padre del cinema documentario italiano. Il titolo del lungometraggio è un riferimento al film Parabola d’oro del 1955, convertito qui al plurale per restituire la diversità delle storie emerse.
Un fotogramma dal film “Parabole d’oro” (CSC, 2023)
Dopo la proiezione la prof.ssa Alessia Cervini, nel corso del dibattito, ci ha illustrato in dettaglio come i ragazzi hanno realizzato la composizione delle immagini e gestito la scelta delle modalità di ripresa
«Studenti e studentesse hanno svolto loro le riprese e sono stati seguiti da Paolo Pisanelli, che si occupato della fotografia, il quale ha passato la primavera in Sicilia per aiutare i ragazzi e le ragazze a realizzare le riprese, in vari gruppi. Ognuno di essi si è occupato di un luogo diverso dopo alcune lezioni e indicazioni di regia. Il lavoro più importante è stato quello in sede di montaggio dove, aiutati dai docenti, hanno messo insieme tutte le visioni che erano nate sul set. Ognuno aveva una sensibilità personale ma abbiamo cercato di intrecciare queste visioni in un unico film».
Da sinistra Stefania Rimini in dialogo con Alessia Cervini, membri del progetto Prin Archivi del Sud
La serie di proiezioni e incontri di Immaginarsi al Sud, proseguirà da marzo a luglio 2024. La rassegna e gli appuntamenti pubblici sono un esempio di come la collaborazione tra le istituzioni universitarie e della della produzione cinematografica nostrana possano diventare il polmone della vita culturale sull’Isola, come ha mostrato anche la realizzazione del docufilm Parabole d’oro.
Il lavoro con gli archivi, che ha permeato tutte le fasi di produzione del film, ci fa capire l’importanza della presenza di quest’ultimi e le ragioni per cui devono essere protetti e preservati.
Un fotogramma dal film “Parabole d’oro” (CSC, 2023) con la ripresa della restituzione dei materiali ritrovati ad alcune donne che avevano lavorato nelle industrie tessili del periodo